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animali in costituzione 2fb9b0b6-5855-49f1-b79a-9aad927a7355Dopo tanti anni di iniziative, petizioni, convegni, articoli, manifestazioni, riunioni con ministri e parlamentari è arrivata la grande vittoria: l’inserimento della tutela degli animali, dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi nella nostra Costituzione.

Siamo orgogliosi come Gaia Animali E Ambiente di aver dato, in anni di impegno, un contributo di sensibilizzazione a questo cambiamento: un cambiamento di straordinaria portata giuridica, sociale e culturale.

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Ricordo ad esempio che nel dicembre 2014 quando lanciammo, nell’importante convegno "Animali e Ambiente: dal cuore alla Costituzione", il manifesto-appello affinché la tutela dell'ambiente e degli animali fosse inclusa tra i principi della Carta costituzionale. Eravamo tutte le associazioni della Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente. Ci sono volute diverse legislature, abbiamo i capelli più bianchi, ma ce l’abbiamo fatta… Sarà, lo spero, una svolta epocale per Stato, produzioni e cittadini!

 

giorgionebbiadi Giorgio Nebbia 

Forse una notizia abbastanza buona. In un recente incontro i presidenti delle due maggiori potenze industriali mondiali, gli Stati Uniti e la Cina, si sono accordati per eliminare gradualmente, da ora al 2050, l’uso degli idrocarburi fluorurati, HFC, una classe di sostanze chimiche che stanno sostituendo i cloro-fluoro-carburi (CFC), responsabili della distruzione dell’ozono stratosferico, ma che si sono rivelate a loro volta responsabili del riscaldamento planetario.

Tutto è cominciato quando, nel 1928, il chimico Thomas Midgley (1889-1944) ha scoperto che certe molecole, nelle quali uno o due atomi di carbonio erano legati ad atomi di cloro e di fluoro, anziché ad atomi di idrogeno, come negli idrocarburi, avevano singolari proprietà tecniche. I CFC, non infiammabili, stabili chimicamente, privi di odore, si sono rivelati utilissimi come fluidi propellenti per i preparati commerciati in confezioni spray, le cosiddette “bombolette”, di deodoranti, di vernici e cosmetici, e come fluidi frigoriferi; anzi il loro uso ha determinato il successo dei frigoriferi domestici, tanto utili per conservare i cibi a lungo, e dei condizionatori d’aria che rendono meno afosa l’aria degli edifici e delle automobili.

Ogni anno qualche morto: l’anno scorso un ragazzino. Ogni anno decine di feriti che si accalcano negli ospedali, quest’anno già tristemente sotto pressione. Ogni anno migliaia di animali selvatici che muoiono: l’anno passato ha fatto notizia il decesso di migliaia di storni a Roma. Ogni anno centinaia di cani e gatti che si smarriscono a causa delle esplosioni, gettando nella disperazione altrettante famiglie. Ogni anno l’accensione di fuochi pirotecnici aggrava ed incrementa l’emissione di inquinanti nell’ambiente, che registra picchi clamorosi e contrasta con tutti i provvedimenti di riduzione delle emissioni di polveri sottili e biossido di azoto.

botti-capodanno2Gaia Animali & Ambiente ha deciso di non voler più assistere al bollettino di guerra di ogni fine anno. I legali di Gaia Lex (il centro di azione giuridica dell’associazione), capitanati da Vania Fogagnolo e Erika Del Bianco, stanno lavorando con quelli delle associazioni Leidaa e Oipa a una proposta di legge che limita l’uso di petardi, botti, razzi e simili, nonché altri artifici pirotecnici. Nel rispetto della direttiva 2013/29/UE.

“La letteratura scientifica e numerose rassegne stampa negli anni attestano che l’utilizzo di materiale pirotecnico crea decine di migliaia di situazioni di danno, oltre che alle persone, anche agli animali e all’ambiente”, spiega il presidente di Gaia Animali & Ambiente, Edgar Meyer.

Gli esempi sono centinaia. Nella regione Lombardia la Società AMAT ha redatto una Relazione con la quale attesta che l’utilizzo dei fuochi d’artificio, fumogeni e simili sono fonte non solo di pericolo per i cittadini e di stress, ma anche di episodi molto intensi di inquinamento da polveri come dimostrato anche dagli studi effettuati da ARPA Lombardia e dall’inventario della stessa regione relativo alle emissioni atmosferiche;

gaia botti a48fcb85-bf9c-4cd5-b8fb-1cb04456ec9cL’uso di materiale pirotecnico provoca negli animali domestici e nella fauna selvatica reazioni di disorientamento, paura e altri comportamenti incontrollati in quanto il fragore dei botti, oltre ad ingenerare in loro un'evidente reazione di spavento, li porta frequentemente alla fuga e a perdere l'orientamento, esponendoli così al rischio di smarrimento o investimento, determinando situazioni di pericolo per la pubblica incolumità nonché per gli animali stessi. “L'udito del cane, del gatto e di tanti animali selvatici è molto superiore a quello dell'uomo”, conferma Edgar Meyer. “Noi abbiamo una finestra uditiva compresa tra le frequenze denominate infrasuoni (al di sotto dei 16 hertz) e quelle denominate ultrasuoni (al di sopra dei 15.000 hertz), il cane invece percepisce fino a 60.000 hertz e il gatto fino a 70.000. Il cane è in grado di udire frequenze superiori alle 80 mila vibrazioni al secondo, la sua sensibilità uditiva è talmente alta che i botti gli causano un vero e proprio dolore”.

C’è l’urgente necessità di adottare misure idonee a garantire l’incolumità pubblica, la sicurezza urbana, la protezione degli animali e ad assicurare le necessarie attività di prevenzione, come richiesto da decine di migliaia di cittadini italiani disturbati da questo fenomeno.

La proposta di legge verrà consegnata a tutte le forze politiche. Vedremo chi avrà la prontezza di farla propria”, dichiara il presidente dell’associazione, Edgar Meyer. “Il Capodanno e i giorni che lo precedono siano giorni di festa”, concludono Fogagnolo, DelBianco e Meyer, “ma lo siano davvero. In maniera pacifica. Per tutti: cittadini, ambiente e animali compresi”.

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giorgionebbiadi Giorgio Nebbia 

“Rifiuti”: poche parole vengono ripetute con maggiore frequenza anche da ciascuno di noi, a proposito delle proteste per i sacchetti di immondizie che si accumulano nelle strade, contro le discariche o gli inceneritori o a proposito della raccolta differenziata. I rifiuti sono il risultato inevitabile di qualsiasi operazione di produzione agricola o industriale e di consumo delle merci. Per limitarci ai rifiuti solidi, in Italia si tratta di circa 180 milioni di tonnellate all’anno. 32 di rifiuti urbani, 50 di rifiuti industriali, 70 di rifiuti delle attività di cave, miniere e residui di costruzioni, 28 di altri rifiuti. Nel complesso la vita quotidiana di ogni italiano comporta la produzione, ogni anno, di circa 500 chili di rifiuti urbani, di circa 3000 chili di rifiuti totali, pari a cinquanta volte il peso di ciascuno di noi.

Per evitare l’uso inquinante delle discariche o degli inceneritori ai cittadini viene chiesto di effettuare una raccolta differenziata dei propri rifiuti domestici in modo da separare le componenti che potrebbero essere riciclati con minore effetto ambientale negativo, anzi con recupero di materiali economici, di “merci riciclate”, che altrimenti richiederebbero nuove materie prime tratte dalla natura. In generale però non viene adeguatamente spiegato in che cosa consiste il riciclo, un insieme di attività che coinvolge centinaia di aziende e diecine di migliaia di lavoratori, tecnologie talvolta raffinate e un grande giro di affari. Ciascuna delle frazioni di rifiuti, raccolti in maniera differenziata, viene dapprima ritirata da alcune imprese che effettuano una selezione per eliminare le componenti estranee: purtroppo infatti spesso molti cittadini, pur volonterosi, mettono alcuni rifiuti nel cassonetto sbagliato, rendendo talvolta impossibile il riciclo dell’intero contenuto.

il_caso_italiano_industria_chimica_ambientedi Giorgio Nebbia

La Fondazione Luigi Micheletti di Brescia annuncia la pubblicazione del volume "Il caso italiano: Industria, chimica e ambiente" (JacaBook di Milano, 522 pagine con allegato un cd).

Il rapporto fra industria, chimica e ambiente è uno dei più discussi e controversi nell'ambito dei movimenti ambientalisti: molte attività industriali e chimiche hanno effetti negativi sull'ambiente, eppure non possiamo fare a meno dei loro prodotti che vanno dalle conserve di pomodoro ai concimi, dall'acciaio alle schede dei telefoni cellulari, dal vetro delle finestre agli inchiostri, dai saponi alla benzina, a tutto quello che, volenti o nolenti, entra nella nostra vita.

Il libro esamina numerosi casi di violenza ambientale derivati dalle attività industriali: dall'incidente di Severo, in Lombardia, che richiamò l'attenzione del mondo sull'esistenza delle diossine, alla fabbrica di coloranti dell'ACNA di Cengio, in Liguria, che ha inquinato per decenni le acque del fiume Bormida, a quella del piombo tetraetile di Trento, a quella del DDT della Rumianca di Pieve Vergonte, in Piemonte, a quelle di esplosivi della Valle del Sacco vicino Roma, a quella di alluminio di Mori (Trento) che avvelenava le acque dell’Adige già novanta anni fa,.e apre la discussione su come è possibile soddisfare le necessità umane, quelle dei paesi ricchi e quelle dei paesi poveri, con beni materiali meno violenti nei confronti delle popolazioni e della natura.