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loghinoSi è svolto questa mattina un presidio con circa 200 partecipanti per dire “Stop alle crudeltà  sugli animali”. Gli animalisti e gli antivivisezionisti si sono dati appuntamento in Corso Magenta, di fronte alla sede della Commissione Europea, dove hanno dato vita alla colorita protesta.

Un gruppo di manifestanti, tutti con tuta bianca sporca di finto sangue e con maschere di animali sul volto, si è incatenato ai portoni della rappresentanza europea. La folta presenza della polizia ha riportato i manifestanti a distanza “di sicurezza” dai portoni della Commissione europea. I partecipanti al presidio hanno a lungo urlato “Stop alla tortura sugli animali”, contestando la nuova Direttiva europea sulla vivisezione.

Il Coordinamento “Fermiamo Harlan” con le associazioni "Gaia Onlus", "Animalisti Italiani Onlus" e la collaborazione dell'associazione internazionale People For The Ethical Treatment of  Animals, erano gli organizzatori del presidio.

L’iniziativa ha inteso chiedere l’abolizione della inutile pratica della vivisezione e degli esperimenti sugli animali in Italia e in Europa e per contestare la nuova Direttiva comunitaria in materia.

Le coreografie e le scenografie presenti hanno dimostrato la crudeltà inutile della vivisezione, oggi ancora praticata per consentire e incentivare il business delle multinazionali chimico-farmaceutiche e degli allevamenti di animali da laboratorio. “La vivisezione, oltre che crudele -tortura ogni anno un milione di animali solo in Italia- è anche inutile, fuorviante e non scientifica”, ha ricordato Edgar Meyer, presidente di Gaia. “I risultati ottenuti sugli animali non sono applicabili all’uomo. Ogni specie è diversa dall’altra e reagisce alle sostanze in maniera differente”.

copertina ambientiamoci-racconti-di-ecologia-di-giorgio-nebbiadi Edgar Meyer

E’ uscito da pochi giorni, per i tipi di Stampa Alternativa, un nuovo libro di Giorgio Nebbia, scienziato, giornalista e grande divulgatore delle tematiche ambientali. Attraverso le pagine, divise in precisi capitoli tematici e di estrema godibilità, si spazia su tutto lo scibile della sostenibilità ambientale: dalle origini del termine ecologia ai ritratti di alcuni pionieri della disciplina, dalle considerazioni sull’importanza dell’acqua e del sole alla necessità della “riciclo-logia”. Scorrendo le pagine di Ambientiamoci si impara ad amare la robinia e la ginestra, si incontrano Garrett Hardin e la sua parabola della mucca, si scoprono le radici (italiane) dell’energia geotermica, si ripercorre per qualche attimo la vicenda di Seveso, si comprende perché la scelta nucleare è errata. L’autore ci prende gentilmente per mano e ci racconta storie di inquinamenti, di scoperte scientifiche, di uomini del futuro. Ma anche di escrementi (l’oro nelle fogne), della vicenda dell’intossicazione delle operaie di una oscura fabbrica americana, dei meccanismi dell’energia osmotica. Insomma: attraverso storie e aneddoti ci parla di acqua, di energia, di merci, di rifiuti, di lavoro e ambiente, di pace. In una parola: di ecologia. Per conoscere e capire l’ambiente che ci sta attorno. E rispettarlo. Per “ambientarci”.  

L’occasione è insomma ottima per fare una chiacchierata con uno dei più arguti studiosi della produzione delle merci e dell’energia, dell’ambiente e dei movimenti per un mondo migliore.

Caro Nebbia, come nasce questo libro?
Negli oltre 40 anni in cui ho insegnato questi argomenti all’Università, preparavo le mie lezioni in forma di racconti di storie, di persone e di cose. A 85 anni, professore emerito, ho voluto raccogliere alcuni di questi racconti in un libretto con l’obiettivo di stimolare fantasia e passione nei lettori, immaginari ascoltatori di lezioni che non tengo più.

Come si riesce ad appassionare il lettore, a scrivere “racconti di ecologia”, come recita il sottotitolo, su una materia seriosa come quella ecologica, che viene “seguita -ahinoi- solo da pochi?
L’ecologia è una austera disciplina scientifica che studia i rapporti fra gli esseri viventi e l’ambiente circostante, l’economia della natura; come tale è una avventura piena di persone e di cose, di piante e di animali, di campi coltivati e di fabbriche che producono beni utili o rifiuti inquinanti, piena di invenzioni e di inventori, di successi e sconfitte. La storia dell’ecologia è affascinante come e più di un romanzo.

Fra i protagonisti di questi racconti si trovano alcuni giganti dell’umanità…
Come la fragile chimica polacca Marie Curie, che ha scoperto le origini della radioattività ottenendo due premi Nobel, e l’economista quacquero americano Kenneth Boulding, che ha ironizzato sul “prodotto interno lordo”, la divinità adorata dai suoi colleghi come (falso) indicatore del benessere; si trova un altro chimico: Linus Pauling, pacifista che ha contestato le bombe nucleari, anche lui due premi Nobel, e ha marciato per protesta davanti alla Casa Bianca prima di entrarci invitato a cena da Kennedy (che ordinò la cessazione dei test nucleari nell’atmosfera). Ma si trova anche qualche italiano: Girolamo Azzi, il primo a insegnare ecologia in Italia nel 1923, è stato dimenticato nel suo paese benché fosse noto e apprezzato nell’Unione Sovietica e nell’America Latina.

In questi “racconti di ecologia” si fa la conoscenza anche di persone che hanno conosciuto enorme successo in vita. Ne citiamo qualcuno?
Uno su tutti è il chimico tedesco Justus von Liebig, che ha gettato le basi delle leggi della nutrizione vegetale (ed ha anche inventato l’“estratto di carne liebig”), grande divulgatore delle novità scientifiche nei quotidiani tedeschi del suo tempo. Oppure l’altro chimico Fritz Haber, che ha sconfitto il monopolio cileno dei concimi azotati, ma ha anche fornito i nitrati per gli esplosivi che hanno distrutto milioni di vite. Però si trovano anche gli sconosciuti operai che sono morti nelle miniere di carbone, nelle cave di amianto, nelle fabbriche del radio, negli incidenti industriali e anche il povero Francesco Bossi, il primo industriale chimico che nella Milano napoleonica, nel 1800, “si abbruciò” versandosi addosso un grande vaso pieno di acidi caldi.

Fra i “personaggi” del libro ci sono anche alcune piante.
Come la robinia e la ginestra, umili ma utilissime per la difesa del suolo contro l’erosione.

A proposito di acqua: un intero capitolo è dedicato a questo elemento.
L’acqua, amica e nemica, col suo gigantesco ciclo naturale rende fertili i campi e le foreste, disseta le città, ma disgrega anche le rocce dei continenti provocando frane e alluvioni, per finire poi il suo cammino nel mare, “grande e immenso”, ricco di sali, di esseri viventi, capace di disegnare, col suo moto ondoso, le spiagge e le coste, ma anche triste ricettacolo dei rifiuti che gli sprovveduti umani versano dovunque e che vanno a finire nelle acque e infine nel mare…

E al centro dei racconti di ecologia si trova l’energia del Sole…
Certo. L’energia del Sole che tiene in moto il ciclo dell’acqua, che scalda e raffredda l’aria e genera i venti e le onde, che fa crescere le piante, e tiene in moto gli elettroni che producono elettricità commerciale. E anche qui si erge un altro chimico, Giacomo Ciamician, che oltre un secolo fa aveva immaginato che grandi macchine alimentate dal Sole avrebbero portato sviluppo economico e avrebbero sconfitto la miseria dei paesi poveri del mondo.

Tutto il potere all’ecologia.

verde urbanodi Giorgio Nebbia

L'attitudine di una società verso il verde è un indicatore di molte cose importanti. Se ci si guarda intorno si vedono molte persone eccellenti che senza dubbio amano il verde; le loro case sono abbellite di piante curate e costose; nelle riunioni di condominio accettano rilevanti spese per abbellire il cortile con alberi esotici. Il loro comportamento cambia completamente nei confronti del verde pubblico, degli ultimi alberelli rimasti nelle nostre strade, degli ultimi pezzi di campagna rimasti intrappolati fra le case. Il poco verde residuo viene spazzato via senza rimorsi per far posto a strade, nuovi edifici, parcheggi di asfalto, i veri segni del "progresso"!

La crisi del verde urbano in molte grandi città nasce da questa doppia attitudine, di rispettosa cura per il verde privato, strano e costoso, e di totale disprezzo per il verde collettivo. Eppure il verde urbano non è una cosa inutile, un arredo superfluo.

biciclettataperlapacelight copyUn vegano al Tour de France.
Per tre settimane non mangerà gli alimenti che da sempre sono considerati necessari per resistere alle immense fatiche della Grande Boucle e passerà alla storia come il primo ciclista nutrizionista del Giro di Francia.
David Zabriskie, corridore statunitense della Garmin-Cervélo ha annunciato che seguirà la dieta vegana anche nei giorni della famosa competizione transalpina che partirà sabato prossimo da Passage du Gois, nella regione della Vandea e non mangerà carne, pesce, uova e latticini: una sfida nella sfida che renderà ancora più appassionante una corsa sempre piena di emozioni e che quest’anno sarà divisa in ventuno tappe per complessivi 3.430 km.
SCELTA NUTRIZIONISTA
La scelta nutrizionista del trentaduenne non è legata all'amore per gli animali o a particolari visioni ideologiche: Zabriskie dichiara di aver abbracciato la dieta vegana sia per motivi di salute sia perché gli consente di ottenere migliori performance agonistiche. Il suo avvicinamento al veganismo è iniziato l'anno scorso quando dopo alcune analisi del sangue ha scoperto di essere estremamente sensibile ad alcuni cibi. Già nello scorso Tour de France aveva ridotto la quantità di carne mangiata perché aveva difficoltà a digerirla. Pochi mesi dopo ha eliminato i latticini, ma la vera svolta è arrivata lo scorso autunno quando ha deciso di apportare «modifiche radicali al suo stile di vita» e ha scelto il veganismo. Per mettere assieme le quotidiane 8.000 calorie necessarie a ogni corridore per sopportare lo stress e gli sforzi fisici del Tour, il trentaduenne mangerà quattro volte al giorno e si nutrirà per lo più di riso, pasta, verdure e tante bevande energetiche. Solo due volte alla settimana trasgredirà le regole e si concederà qualche fetta di salmone per aumentare la sua capacità di assorbire ferro.
SEGRETO E PERFORMANCE
Il vero segreto della sua dieta è una miscela nutrizionista che il corridore americano berrà quattro volte al giorno durante il Tour e che contiene massicce dosi di semi di canapa, semi di lino e proteine. Essa gli permetterà di recuperare velocemente l'energia persa durante la gara e di mantenere un fisico muscoloso, molto diverso dal classico corpo snello e asciutto dei vegani più intransigenti. Le vittorie conseguite negli ultimi mesi hanno convinto anche Jonathan Vaughters, team manager della Garmin-Cervélo che inizialmente non aveva accolto con entusiasmo la scelta vegana del suo corridore: "La prova sta nei fatti - dichiara al Wall Street Journal Vaughters - Ha vinto più gare quest'anno che nel resto della sua carriera». Da parte sua Zabriskie è pronto a stupire anche i più scettici: «Penso che la maggioranza della gente consideri il cibo solo qualcosa che fa ingrassare o che può far dimagrire. Io invece guardo all’alimentazione come qualcosa che mi può far pensare meglio e che mi fa essere più lucido».

Francesco Tortora - Corriere della Sera

ponte-arcobaleno-trieste-la-leggendaIl 13 settembre in tutto il mondo ricorre la Giornata Internazionale del Lascito Solidale, una giornata nata per celebrare e ringraziare tutti coloro che hanno scelto di inserire nel testamento una donazione per una buona causa e per promuoverla tra coloro che ancora non la conoscono

Parlare di "lasciti testamentari" può sembrare un pensiero scomodo che si vorrebbe rimandare.
Eppure statisticamente non sono solo le persone anziane e malate a fare lasciti, ma anche giovani in salute, che trovano nel lascito testamentario uno strumento per rendere più completa la propria esistenza.

ponte dellarcobaleno canva-dog-rests-gently-on-his-masters-shoulder-while-looking-view-scaledSì possono lasciare denaro, titoli, azioni, gioielli, opere d’arte, arredi, case, terreni, polizze…

Dopo aver provveduto ai propri cari, si può pensare di lasciare quello che resta all'organizzazione in cui si crede.
È un modo per continuare a fare del bene anche dopo di noi.

Esistono due forme di testamento: il testamento olografo e il testamento pubblico.
Il primo deve essere scritto a mano da te, il secondo da un notaio, alla presenza di due testimoni.
Nel testamento olografo devi indicare: nome, cognome, data, firma, dati del beneficiario (nome, indirizzo, codice fiscale) e cosa vuoi lasciare.
Devi redarre il testamento olografo in diverse copie, tutte originali, una per ogni erede e, se vuoi, puoi lasciarne una anche al notaio.

Se decidi di lasciare qualcosa alla nostra associazione, puoi farci avere una copia originale.

Scegliendo di inserire Gaia Animali & Ambiente OdV nel tuo testamento contribuirai a fare progredire la tutela dei diritti animali e a salvare i più indifesi da maltrattamenti e uccisioni, e a contribuire alla prevenzione degli abbandoni affinché il prima possibile si possa mettere fine al randagismo canino e felino.

Per maggiori informazioni scrivici a Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.