A fine luglio lo sgombero annunciato del campo rom di Rho. Tutti i nomadi se ne vanno. Rimangono sul terreno due cani. Buk e Stella. Nella nuova destinazione non c’è spazio per loro. “Che c’entrano i cani con i conflitti tra umani?”, si chiede Edgar Meyer, presidente dell’associazione Gaia Animali & Ambiente. Fatto sta: per anni inseparabili, Buk e Stella lo sono anche nella situazione di abbandono. Dei nomadi, dei loro nuovi vicini di casa (che non hanno voluto Buk e Stella) e delle istituzioni.
Buk è un cane problematico, grande e (forse) anche mordace con chi non gli va a genio (generalmente polizia e carabinieri…), tenerissimo con la sua famiglia umana, ma talvolta violento con i cani maschi con i quali si azzuffa. E' una specie di molossoide, tipo rottweiler ma chiaro, genere cocker, pelo corto e piuttosto grande e massiccio. Stella, invece, è molto dolce e intelligente, oltre che vivace.
Buk ha una decina d'anni ed è sempre vissuto fuori, estate - inverno. Non è mai stato maltrattato, anzi, il maestro di fisarmonica del campo rom dice che "legge nel cuore degli uomini".
“E' sempre stato un cane molto indipendente. In canile soffrirebbe troppo. L'ideale sarebbe trovare qualcuno con un pezzo di giardino o una cascina senza altri animali”, spiega Meyer, che lancia un appello per l’adozione. Il numero – adozioni per Buk e Stella è 339.8031732. Una volontaria di Gaia l'ha già fatto operare a un ginocchio per una escrescenza che aveva l'aria di essere un tumore, ma ora sta bene, anche se ha la filaria.
L’appello per Buk è disperato: è anziano, è un ex rom, è grande e grosso, ha la filaria. Ma Gaia ci prova. “Buk ormai non è più aggressivo”, spiega Elisabetta Struzzi. “Vuole solo le coccole, perché la filaria sta facendo il suo corso”. E legge nel cuore degli uomini.
Rimane una domanda: “Come e' possibile sgomberare un campo senza preoccuparsi preventivamente della sorte degli animali che ci vivevano?”, si chiede Edgar Meyer.
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