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Gorilla

Gli animali sono stati colpiti all'interno Parco Nazionale del Virunga. Sono solo 700 gli esemplari ancora vivi.
MILANO - Tre femmine di gorilla di montagna e un maschio alfa di gorilla Silverback sono stati uccisi nel Parco Nazionale del Virunga (Repubblica Democratica del Congo), ma non è chiaro chi abbia sparato nè perché. In tutto il mondo sono solo 700 i gorilla di montagna rimasti. Con queste cifre, anche l'uccisione di pochi esemplari costituisce una gravissima perdita per la specie, soprattutto se viene coinvolto un maschio alfa, che ha un ruolo guida all'interno del gruppo e la cui presenza è determinante per mantenere la sua integrità. Quest'anno, nella stessa area, sono già stati uccisi altri tre gorilla.
IL WWF: «SOPRAVVIVENZA A RISCHIO»
«E' una vera e propria tragedia - dichiara Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF Italia - anche considerando l'impegno profuso in questi ultimi anni in difesa del gorilla di montagna. Per specie come questa, anche la perdita di un solo esemplare può rappresentare un gravissimo problema di (Wwf) conservazione, perché il numero complessivo di esemplari non deve scendere oltre un certo limite per non compromettere la possibilità di sopravvivenza della specie nel lungo periodo. Il fatto che sia un intero gruppo sociale con ben tre femmine a essere stato ucciso costituisce un fatto ancor più grave. Con il countdown 2010, la comunità
internazionale si è impegnata ad arrestare la perdita di biodiversità.
Ora dobbiamo passare dalle parole ai fatti concreti e impegnarci per tutelare seriamente il nostro pianeta.
Basterebbe ridurre di 1 centesimo le spese militari per trovare le risorse economiche necessarie a tutelare specie ed ambienti unici al mondo».
ANCHE TU UCCIDI I GORILLA!
09il massacro dei gorilla inizia dal tuo soggiorno! Un'idea utile e' quella di stampare questo testo e distribuirlo ad amici, conoscenti, mandarlo via e-mail, volantinarlo in mobilifici, da Foppa Pedretti, Uno Piu', Due più, Brico Center etc.

Le foreste millenarie africane trasformate in mobili e pannelli. Da dove arrivano e quante vite innocenti sono costati i legni pregiati o meno pregiati che adornano le nostre case e i nostri giardini?
Dall'Africa sub sahariana: Gabon, Costa D'Avorio, Zaire, Nigeria, ecc: mogano, akatio, abura bahia, ayous samba, mansonia, amazoque' noce, afrormosia (falso teak-pericopsis elata), frake', iroko, niangon, okoume', padouk, sipo, sapelli, doussie' apa, koto', bibolo, bubinga, acajou' moabi.
Da Indonesia e Malesia: meranti-ramino (causa dello sterminio degli Oraungoutan).
Da Birmania, Laos, Tailandia: teak (80% dalla Birmania)
Dal Sud America: lenga, tauari', cedrella, mogano.
Dal Centro-Sud America: ipe'.

Alcune specie sono incluse nell'appendice III della Cites, altre devono avere il certificato della FSC (Forest Stewardship Council) rilasciato alle aziende forestali che rispettano le regole del "taglio sostenibile".

La verità è che il mercato si muove anche con molti sotterfugi, false dichiarazioni di origine, false dichiarazioni di appartenenza a zone di ripopolamento o falsi nomi dati ad essenze protette.
Inutile a dirsi: i controlli sono scarsi ed eseguiti con personale locale insufficiente e facilmente corruttibile.

Chiediamo ai produttori, agli arredatori, agli architetti, ai brico center ed ai rivenditori di scegliere soltanto legni provenienti dalle silvicolture del nord Europa o da foreste certificate, gestite secondo severi parametri di sostenibilità ambientale.
Le foreste africane non sono e non possono essere gestite in maniera sostenibile:
lo sa bene chiunque, come noi, abbia visitato i Paesi africani di foresta.
Il consumatore non e' quasi mai consapevole di cio' che compra e delle cause drammatiche dei suoi acquisti.
Se interveniamo con una forte opera di sensibilizzazione, finalmente, inizierà a chiedere garanzie.
E se le garanzie saranno false saranno smascherate producendo sul rivenditore una catena di effetti negativi, primi tra tutti il boicottaggio dei suoi punti vendita.
08Sul massacro dei gorilla e scimpanze' abbiamo prove documentate da filmati (CNN, Telefrance ed altri) e relazioni piu' che sufficienti a giustificare questa forte e capillare campagna di sensibilizzazione e comunicazione.
Dobbiamo dire chiaramente agli italiani:
"Incomincia da casa tua a difendere anche le popolazioni tribali",i Pigmei, i Penang, i Serok, gli Yanomami ecc. e gli animali che vivono nelle foreste (orangoutang, siamango, tigre, armadillo....).
Vediamo alcuni esempi di come si trasforma la foresta pluviale nelle nostre case:
teak (tectona grandis) per arredare il bagno, salone
ipe' (tabebuia spp) per i mobili del terrazzo, parquet,
ramino (gortystylus spp) per i mobili della cucina
moabi (bailonella taxisperma) per le porte
ayous (triproclyton scleroxylon) per gli zoccolini
frake' (terminalia superba) per il parquet
okoume' per arredare la barca, come sottile anima dei compensati e di molti mobili.

Claudio Trovò, Stefano Apuzzo
la Repubblica 7 aprile 2003 di ELENA DUSI
L'allarme lanciato su "Nature" dagli scienziati della Wildlife conservation society. Colpa della caccia e delle malattie "Gorilla e scimpanzé estinti tra 10 anni"

ROMA - Disboscamento, caccia illegale e il virus di Ebola stanno decimando la popolazione dei primati. Dal 1983 a oggi il numero di gorilla e scimpanzé che abitavano le foreste dell'Africa è diminuito del 60 per cento.
E gli scienziati della Wildlife conservation society (Società per la conservazione della natura, ente che fa parte dell'università americana di Princeton) preannunciano:
continuando a ridursi con questo ritmo, la specie animale più vicina all'uomo rischia di estinguersi in dieci anni.
L'ultima roccaforte dei grandi primati è la zona ovest dell'Africa equatoriale.
E' qui che Peter Walsh (biologo di Princeton) e altri ventidue colleghi hanno condotto il censimento di gorilla e scimpanzé, affidando il loro grido di allarme alle colonne della rivista scientifica Nature.
06"Si tratta di un declino catastrofico spiega Walsh e sta avvenendo proprio in quella zona che veniva considerata l'ultima riserva naturale dei grandi primati.
Se gorilla e scimpanzé dovessero continuare a diminuire al ritmo attuale, i nostri antenati più prossimi si ridurranno a vivere in pochissime oasi isolate tra loro.
E' questione di pochi anni".
Nel Gabon, la nazione dove si sono concentrati gli sforzi della Wildlife conservation society, l'80 per cento del patrimonio boschivo rimane ancora intatto.
"Se gli animali aggiunge preoccupato Lee White, un altro autore della ricerca - sono nei guai proprio qui, in una zona famosa per le sue foreste ancora vergini, vuol dire che ci troviamo di fronte a una crisi che sta mettendo in ginocchio l'intera specie".
Secondo gli autori dell'articolo, gorilla e scimpanzé dovrebbero passare dalla categoria di "specie a rischio" a quella di "specie vicina all'estinzione", secondo i criteri stabiliti dalla World conservation union.
L'ultimo rapporto sullo stato di salute dei grandi primati risaliva al 1995 e non aveva messo in evidenza alcun calo della polazione.
Fra le misure per bloccare la strage di primati, i biologi di Princeton indicano prima di tutto un intervento veterinario contro la febbre emorragica Ebola.
Il virus in Africa si è rivelato micidiale anche per gli uomini, eppure finora gli scienziati non sono riusciti nemmeno a metterne pienamente in luce il meccanismo di trasmissione.
In secondo luogo occorrerebbero delle leggi che vietino il bracconaggio e regolino il disboscamento.
07Le colonie di taglialegna che vivono nel mezzo della foresta vergine usano infatti nutrirsi di carne di scimmia.
Solo per alcune tribù alimentarsi con gorilla e scimpanzé rappresenta un tabù.
Oltre al Gabon, i grandi primati stanno diminuendo rapidamente nella Repubblica del Congo, dove la densità umana è molto superiore e il patrimonio di foreste è già stato intaccato in maniera pesante.
Qui, calcolano i biologi americani, un'epidemia di Ebola scoppiata dieci anni fa ha ucciso in una sola volta decine di migliaia di gorilla e scimpanzé.
Dopo un periodo di relativa quiete, negli ultimi anni il virus è tornato a rialzare la testa, facendo strage fra i grandi primati che erano sopravvissuti.
Presentazione
La campagna di Gaia per la salvaguardia delle foreste e in difesa dei gorilla e degli scimpanzé è nata come un atto dovuto a tutti quegli animali che vengono massacrati nel silenzio del loro habitat, a sua volta distrutto per permettere a noi, terreni mortali, di poter abbellire le nostre case.

La distruzione e l'orrore che vengono perpetrati ai danni sia dell'ambiente che degli animali è incalcolabile, anche perché su questo tema, come purtroppo su tanti altri, vige l'omertà più assoluta. Il commercio del legno illegale è un giro d'affari multimiliardario.
La maggior parte della gente neanche immagina cosa avviene in queste foreste, un tempo immacolate.
Le grandi lobbies del legno ben si guardano dal raccontare in che modo sono riuscite a raggiungere luoghi che a noi uomini, probabilmente, erano vietati, perché vergini, perché inscrutabili. La nostra sete di denaro, si sa, non guarda in faccia a nessuno e il rispetto è una parola che non conosciamo.
Il messaggio, dunque, della campagna è proprio quello di porre attenzione agli acquisti che tutti noi facciamo, in questo frangente come in altri, a informarsi su quello che compriamo, perché con un po' di attenzione da parte di tutti noi, si può creare universalmente un modo di acquistare consapevole e ecocompatibile, senza per questo dover rinunciare a nulla di particolare.
Possiamo avere gli stessi oggetti, abbellire noi stessi e le nostre case senza che questo comporti sofferenza e morte ad altri esseri viventi.
Allora l'invito è di leggere le etichette, di chiedere spiegazioni, di esigere certificazioni, perché questo ci eviterà, in un futuro, di voltarci indietro e di vedere solo il Nulla.
Per la realizzazione degli spot televisivi e radiofonici si ringrazia tutto il meraviglioso staff sottoelencato, che ha lavorato alacremente, che ha messo a disposizione il suo tempo e i suoi mezzi, che ci ha fermamente creduto, e che, quindi, ha reso possibile che questo massacro potesse essere conosciuto anche da chi non ne aveva mai sentito parlare.
Daniela Bellon

FLYING SCHEDA PRODUZIONI 2003

PRODOTTO/CLIENTE: Gaia ANIMALI E AMBIENTE
TITOLO/DURATA: Campagna Sociale 30'

AGENZIA: LA FONDERIA
DIREZIONE CREATIVA: MARIO CUCCHI
EX. PRODUCER: RAFFAELE MODUGNO
PRODUCER CDP: DESIREE CASTELLI

REGIA: MARCO DELLA FONTE
FOTOGRAFIA: DANIELE BOTTESELLE
MONTAGGIO: MICHELE LEONE

POST PRODUZIONE: AVALON / TOP DIGITAL
MUSICA: SIMONLUCA FAVATA

DIR. PRODUZIONE: STEFANO GIANNETTI
ASS. PRODUZIONE: NICOLA SPECCHIO

ATTRICE: LINDA CERABOLINI

ASS. OPERATORE: LEO MOLE'
TRUCCO: RENZO CAROLI
ELETTRICISTA: ADRIANO FERRACINO
CAPO MACCHINISTA: DAVIDE CORTESI

COORDINATORE, PUBBLICHE RELAZIONI: DANIELA BELLON