la Repubblica 7 aprile 2003 di ELENA DUSI
L'allarme lanciato su "Nature" dagli scienziati della Wildlife conservation society. Colpa della caccia e delle malattie "Gorilla e scimpanzé estinti tra 10 anni"
ROMA - Disboscamento, caccia illegale e il virus di Ebola stanno decimando la popolazione dei primati. Dal 1983 a oggi il numero di gorilla e scimpanzé che abitavano le foreste dell'Africa è diminuito del 60 per cento.
E gli scienziati della Wildlife conservation society (Società per la conservazione della natura, ente che fa parte dell'università americana di Princeton) preannunciano:
continuando a ridursi con questo ritmo, la specie animale più vicina all'uomo rischia di estinguersi in dieci anni.
L'ultima roccaforte dei grandi primati è la zona ovest dell'Africa equatoriale.
E' qui che Peter Walsh (biologo di Princeton) e altri ventidue colleghi hanno condotto il censimento di gorilla e scimpanzé, affidando il loro grido di allarme alle colonne della rivista scientifica Nature.
"Si tratta di un declino catastrofico spiega Walsh e sta avvenendo proprio in quella zona che veniva considerata l'ultima riserva naturale dei grandi primati.
Se gorilla e scimpanzé dovessero continuare a diminuire al ritmo attuale, i nostri antenati più prossimi si ridurranno a vivere in pochissime oasi isolate tra loro.
E' questione di pochi anni".
Nel Gabon, la nazione dove si sono concentrati gli sforzi della Wildlife conservation society, l'80 per cento del patrimonio boschivo rimane ancora intatto.
"Se gli animali aggiunge preoccupato Lee White, un altro autore della ricerca - sono nei guai proprio qui, in una zona famosa per le sue foreste ancora vergini, vuol dire che ci troviamo di fronte a una crisi che sta mettendo in ginocchio l'intera specie".
Secondo gli autori dell'articolo, gorilla e scimpanzé dovrebbero passare dalla categoria di "specie a rischio" a quella di "specie vicina all'estinzione", secondo i criteri stabiliti dalla World conservation union.
L'ultimo rapporto sullo stato di salute dei grandi primati risaliva al 1995 e non aveva messo in evidenza alcun calo della polazione.
Fra le misure per bloccare la strage di primati, i biologi di Princeton indicano prima di tutto un intervento veterinario contro la febbre emorragica Ebola.
Il virus in Africa si è rivelato micidiale anche per gli uomini, eppure finora gli scienziati non sono riusciti nemmeno a metterne pienamente in luce il meccanismo di trasmissione.
In secondo luogo occorrerebbero delle leggi che vietino il bracconaggio e regolino il disboscamento.
Le colonie di taglialegna che vivono nel mezzo della foresta vergine usano infatti nutrirsi di carne di scimmia.
Solo per alcune tribù alimentarsi con gorilla e scimpanzé rappresenta un tabù.
Oltre al Gabon, i grandi primati stanno diminuendo rapidamente nella Repubblica del Congo, dove la densità umana è molto superiore e il patrimonio di foreste è già stato intaccato in maniera pesante.
Qui, calcolano i biologi americani, un'epidemia di Ebola scoppiata dieci anni fa ha ucciso in una sola volta decine di migliaia di gorilla e scimpanzé.
Dopo un periodo di relativa quiete, negli ultimi anni il virus è tornato a rialzare la testa, facendo strage fra i grandi primati che erano sopravvissuti.
L'allarme lanciato su "Nature" dagli scienziati della Wildlife conservation society. Colpa della caccia e delle malattie "Gorilla e scimpanzé estinti tra 10 anni"
ROMA - Disboscamento, caccia illegale e il virus di Ebola stanno decimando la popolazione dei primati. Dal 1983 a oggi il numero di gorilla e scimpanzé che abitavano le foreste dell'Africa è diminuito del 60 per cento.
E gli scienziati della Wildlife conservation society (Società per la conservazione della natura, ente che fa parte dell'università americana di Princeton) preannunciano:
continuando a ridursi con questo ritmo, la specie animale più vicina all'uomo rischia di estinguersi in dieci anni.
L'ultima roccaforte dei grandi primati è la zona ovest dell'Africa equatoriale.
E' qui che Peter Walsh (biologo di Princeton) e altri ventidue colleghi hanno condotto il censimento di gorilla e scimpanzé, affidando il loro grido di allarme alle colonne della rivista scientifica Nature.
"Si tratta di un declino catastrofico spiega Walsh e sta avvenendo proprio in quella zona che veniva considerata l'ultima riserva naturale dei grandi primati.
Se gorilla e scimpanzé dovessero continuare a diminuire al ritmo attuale, i nostri antenati più prossimi si ridurranno a vivere in pochissime oasi isolate tra loro.
E' questione di pochi anni".
Nel Gabon, la nazione dove si sono concentrati gli sforzi della Wildlife conservation society, l'80 per cento del patrimonio boschivo rimane ancora intatto.
"Se gli animali aggiunge preoccupato Lee White, un altro autore della ricerca - sono nei guai proprio qui, in una zona famosa per le sue foreste ancora vergini, vuol dire che ci troviamo di fronte a una crisi che sta mettendo in ginocchio l'intera specie".
Secondo gli autori dell'articolo, gorilla e scimpanzé dovrebbero passare dalla categoria di "specie a rischio" a quella di "specie vicina all'estinzione", secondo i criteri stabiliti dalla World conservation union.
L'ultimo rapporto sullo stato di salute dei grandi primati risaliva al 1995 e non aveva messo in evidenza alcun calo della polazione.
Fra le misure per bloccare la strage di primati, i biologi di Princeton indicano prima di tutto un intervento veterinario contro la febbre emorragica Ebola.
Il virus in Africa si è rivelato micidiale anche per gli uomini, eppure finora gli scienziati non sono riusciti nemmeno a metterne pienamente in luce il meccanismo di trasmissione.
In secondo luogo occorrerebbero delle leggi che vietino il bracconaggio e regolino il disboscamento.
Le colonie di taglialegna che vivono nel mezzo della foresta vergine usano infatti nutrirsi di carne di scimmia.
Solo per alcune tribù alimentarsi con gorilla e scimpanzé rappresenta un tabù.
Oltre al Gabon, i grandi primati stanno diminuendo rapidamente nella Repubblica del Congo, dove la densità umana è molto superiore e il patrimonio di foreste è già stato intaccato in maniera pesante.
Qui, calcolano i biologi americani, un'epidemia di Ebola scoppiata dieci anni fa ha ucciso in una sola volta decine di migliaia di gorilla e scimpanzé.
Dopo un periodo di relativa quiete, negli ultimi anni il virus è tornato a rialzare la testa, facendo strage fra i grandi primati che erano sopravvissuti.
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