Gaia all'attacco.Salvare le foreste africane significa salvare noi stessi e i nostri progenitori; gorilla e scimpanzé.L'Associazione Gaia animali & ambiente, in collaborazione con creativi, studi di montaggio, un net work di TV e radio private, con il coordinamento di Daniela Bellon e la collaborazione di Claudio Trovò, ha prodotto e sta diffondendo alcuni spot video ed audio molto belli e incisivi.
Scopo degli spot è salvare gorilla e scimpanzé, le foreste dove abitano, chiedendo ai consumatori italiani di non acquistare legno tropicale e di accertarsi che legno e carta che acquistano sia certificato FSC (Forest Stewardship Council).
Un lavoro di gran pregio e molto professionale ha prodotto alcuni spot radio e TV di alto valore, ma i network privati nazionali e la RAI non lo hanno voluto mettere in onda.
Perché? Perché lo spot rischia di dare fastidio alla potente industria del mobile italiana e gli introiti della pubblicità dei vari Foppa Perdetti, Uno Più etc. fanno gola ai mass media che temono di perderli dando spazio ad immagini "sconvenienti".
Fuori quindi dai grandi circuiti, la meticolosa pazienza di Daniela e Claudio si è insinuata nei circuiti più piccoli e più liberi, come Emily TV, Radio Montecarlo ed altri. Lo spot non diceva nulla di rivoluzionario, per carità, diceva semplicemente alcun cose (ben poche per essere illustrate in 30 secondi) reali.
La par condicio dovrebbe essere applicata alle cose serie non ai mezzi busti ed ai tromboni della politica. Foppa Pderetti ed Uno Più dicono un sacco di bugie per promuovere i loro maledetti mobili prodotti in legno tropicale e costati la vita a milioni di animali, cacciati ed uccisi?
La nostra "par condicio" dovrebbe obbligare i mass media a dare spazio alla realtà, anche se questa è scomoda. Le nostre immagini mostravano soltanto un pezzettino, quasi insignificante di questa realtà.
Ma la censura, al servizio dei grossi interessi industriali e dei capitali, ha deciso che nulla deve essere visibile di come certe aziende si arricchiscono.
I tronchi di enormi alberi centenari africani continuano a cadere nel silenzio ed il loro tonfo non ha eco in Europa ed in Italia, dove i mezzi di comunicazione sono asserviti solo ed unicamente ad interessi privati e contrari al bene collettivo.
Le navi continuano a trasportare gli enormi cadaveri di legno, mentre nelle strade e nei sentieri africani, aperti dai deforestatori, già si avventurano i bracconieri.
Gorilla e scimpanzè cadono sotto i colpi di fucile e di machete, fatti a pezzi e trasportati nei mercati delle città africane.
Con il consumo della carne di scimmia si diffonde anche Ebola, l'HIV ed altri Virus. Si muore in Africa, si muore in Paradiso. L'inferno è scatenato dalle grandi e potenti compagnie forestali, petrolifere e dell'estrazione mineraria, tutte occidentali.
I numeri della distruzione. L'80% delle foreste primarie che coprivano il pianeta e fornivano ossigeno in abbondanza, sono state distrutte dall'uomo, la maggior parte negli ultimi 30 anni.
Nel mondo sparisce una superficie di foresta grande come un campo da calcio ogni due secondi, ogni anno vanno in fumo (e in legno) tra i 10 ed i 16 milioni di ettari.
Cosa si e cosa no. Da non acquistare assolutamente i prodotti di arredo ed i parquet costruiti con Ramino, Wengè, Teak, Afrormosia, Okumè, Bubinga, Ramino, Red cedar, Doussiè, Aniegrè, Bangkirai, Mogano, Azobè, ...
Ogni acquisto di questi prodotti contribuisce ad uccidere un piccolo scimpanzé in Africa o a distruggere un pezzo di foresta in Amazzonia, facendo estinguere una specie.
Greenpeace, da tempo impegnata nella denuncia dei traffici internazionali illegali di legname tropicale, considera "accettabile" l'utilizzo di legni europei, americani ed autoctoni, provenienti da foreste rigenerate e da silvicoltura, magari con certificazione e marchio FSC:
Robinia, Faggio nazionale, Abete, Pino, Larice, Castagno, Noce, Frassino, Ciliegio americano, Acero, Cirmolo, Douglas.
Per maggiori informazioni telefona a Gaia: 02.86463111