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di Massimo De Maio,
(tel. 393.9050251, Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. )

Ero piccolissimo quando mio nonno fornaio mi ha insegnato che il pane non va mai buttato. Ci fai le polpette, il pan grattato, lo metti a pezzi nel latte o nelle zuppe ma non lo getti mai nel secchio della spazzatura.

pane 3_div_drag-img-testo-slide_child_20150729_091535L'infanzia passata a giocare nel panificio, sempre sporco di farina, mi ha lasciato il ricordo della fatica fatta dal panettiere per sfornare una pagnotta calda e fragrante. Di pomeriggio, in casa dei nonni vigeva il grande silenzio come nel film di Philip Gröning sulla vita monastica dei certosini nella Grande Chartreuse sulle Alpi francesi. Di giorno, il nonno e lo zio dormivano perché di notte lavoravano al forno. Non bisognava disturbarli. O rispettavo la regola certosina del silenzio oppure andavo a giocare in cortile con gli altri bambini. “Sciò, sciò” mi cacciavano di casa con lo stesso verso che facevano alle galline quando entravano nel pollaio a prendere le uova fresche: “sciò, sciò”. E io scappavo. Come le galline a cui davano parte del pane che avanzava.

Da sempre per me il rispetto per il pane è il rispetto verso tutti gli uomini e tutte le donne che hanno lavorato per farlo arrivare sulla mia tavola. Dal contadino che ha coltivato il grano al mugnaio che lo ha macinato, fino al fornaio che ha trasformato la farina in pagnotte.

La formazione cristiana, che mi ha accompagnato dalla scuola elementare delle suore carmelitane all'Università cattolica, ha fatto il resto, insegnandomi che il pane rappresenta nella liturgia eucaristica il corpo del Christós, l'unto dal Signore. Il pane su cui si fa il segno della croce. Mio nonno il segno della croce lo faceva con un coltello incidendo la pagnotta prima di infornarla. Il pane simbolo del sacrificio, del sacrum facere, del rendere sacro un momento, un gesto, un lavoro recuperando quella spiritualità che abbiamo perso quando siamo passati dai campi aperti a contatto con il sole e con il vento al chiuso delle fabbriche e degli uffici.

Forse è per questo retroterra culturale e spirituale che oggi in casa conserviamo con cura un ricettario che mi regalò un amico editore di Firenze con decine di suggerimenti per riportare in tavola il pane raffermo.

 

stay tuned 31116770_222342425201161_1977890636614860800_nA ROMA MERCOLEDI’ 9 MAGGIO AL MUSEO DI ZOOLOGIA, PRESENTAZIONE DEL DOCUMENTARIO “CORRI MARMOTTA”

Il 9 maggio a Roma, presso il Museo civico di Zoologia (Via Aldrovandi 18 - ore 18), presentazione in anteprima nazionale del documentario “Corri marmotta”.

Gaia Animali E Ambiente, assieme a Mountain Wilderness ItaliaWWF Italia, è promotrice dell’iniziativa di Innovet, azienda di innovazione veterinaria per la salute di cani e gatti che ha prodotto il documentario per aprire un dibattito sull’apertura della caccia alla marmotta.

La marmotta è uno degli animali caratteristici delle Dolomiti”, spiega il presidente di Gaia Animali & Ambiente, Edgar Meyer. “E’ specie protetta secondo la legge statale sulla caccia n. 157 del 1992, che punisce la loro uccisione con sanzioni penali”, prosegue Meyer. Tuttavia la Provincia di Bolzano ha ottenuto il permesso di riaprirne la caccia e, con l’avallo dell’ex Ministro dell’ambiente, ha dato il via all’abbattimento delle marmotte in Alto Adige grazie ad un provvedimento che ne autorizza l’uccisione di 1.400 esemplari.

“Con il documentario, che è stato girato dal noto regista naturalistico Carlo Alberto Pinelli e non presenta alcuna scena di violenza ma solo di bellezza, Innovet scende in campo per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla strage di marmotte autorizzata in nome dei danni all'economia dell’alpeggio e del turismo invernale, spiega il Ceo dell’azienda Renato Della Valle.

La presentazione del documentario, in anteprima nazionale, è patrocinata dall’Assessorato alla Sostenibilità Ambientale del Comune di Roma e vedrà la presenza dell’assessora Pinuccia Montanari, del presidente della Commissione Ambiente Daniele Diaco, e di importanti personalità del mondo ambientalista-animalista come il fondatore del Wwf Fulco Pratesi, la presidente dell’Enpa Carla Rocchi, il presidente di Gaia Animali & Ambiente Edgar Meyer, la conduttrice di L'Arca di Noè Maria Luisa Cocozza del Tg5, il direttore di Youpet Tv Marzia Novelli e la responsabile fauna selvatica dell'Enpa Annamaria Procacci.

La presentazione è sostenuta da una serie di sigle ecoanimaliste romane: Enpa Roma, Animalisti Italiani Roma, Italia Nostra Lazio, Be positive Factory, Io Libero Avcpp, I Gatti della Piramide, I Gatti di Tor Pignattara, Animal Aid Italia e altre.

Al termine della proiezione e del dibattito, a ingresso libero, è previsto un rinfresco vegetariano.

Trailer del documentario:  https://www.facebook.com/corrimarmotta/videos/210553373046733/

Pagina dedicata: https://www.facebook.com/corrimarmotta/

Info: tel. 347.9819166

rospi_migrazioneSta per arrivare la primavera, stagione in cui gli anfibi escono dal letargo e compiono la migrazione per deporre le uova.

A Conca di Crezzo, località tra Lasnigo e Barni in provincia di Como, c’è un bellissimo laghetto e c’è una popolazione di rospi tra le più numerose in Lombardia. Tra poco compiranno una migrazione dal bosco al lago e quando attraversano una strada vengono schiacciati dalle auto.

Da anni un gruppo di volontari si occupa del loro salvataggio. Il problema è che sono rimasti veramente in pochi: 3-4 persone.

"L’anno scorso abbiamo raccolto circa 20.000 rospi e siamo troppo pochi", ci racconta Silvia Minutelli. Come Gaia Animali & Ambiente vogliamo darle una mano:
Stiamo cercando nuovi volontari per il progetto anfibi (si tratta soprattutto di rospi del tipo bufo bufo) a Conca di Crezzo. Abbiamo bisogno di nuove persone!

L’esperienza è entusiasmante e indimenticabile. Un'avventura affascinante e concreta: contribuire, con le proprie mani, a salvare esseri viventi!

Per informazioni: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. – cell. 335 6343550

di Giorgio Nebbia

alluvione 20160829201412-alluvione_genovaOrmai due o tre volte all’anno l’Italia deve fare i conti con i danni delle alluvioni; le città allagate, i tombini intasati, i raccolti perduti, le case, i negozi, le officine pieni di fango sono diventati eventi sempre più frequenti e violenti anche a causa dei mutamenti climatici. Tutto questo costa dolori e soldi, molti miliardi di euro all’anno di denaro pubblico necessario per risarcire i danni subiti dalle persone che hanno perduto i propri beni, le case, le possibilità di lavoro, a causa delle frane e alluvioni.