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cani-facebook           ADOZ_96             LogoEcoAlfabetoLibriGaia            nebbia giorgio     Image_1
Occuparsi di un cucciolo ancora da svezzare non è un compito difficile, ma richiede molto tempo e impegno. Dopo tutto, è come un bambino!
cuccioli-cane_ng2Durante le prime due settimane di vita un cucciolo mangia, dorme ed evacua. Solo a partire dalla terza settimana diventerà più attivo e inizierà ad esplorare il mondo intorno a lui. Dalla quarta settimana inizierà a giocare e dalla quinta inizierà gradualmente a nutrirsi da solo. Le prime settimane sono fondamentali e un’adeguata cura gli garantirà un buono sviluppo fisico e neurocognitivo.
Ecco perché è importante conoscere il modo più corretto per aiutarlo a crescere. I motivi per cui può essere necessario, ad un certo punto, occuparsi di un cucciolo da svezzare sono molteplici. La prima cosa a cui pensare è la possibilità di trovare una “mamma” che stia allattando e che possa prendersene cura nutrendolo. Molte saranno felici di prendersene cura anche se è sempre importante fare attenzione che non si attivino comportamenti aggressivi e che effettivamente lo accudisca come uno dei suoi cucciolo. Nel caso in cui questa opzione non fosse considerabile, dovremo prendercene cura direttamente.
Gli obiettivi fondamentali su cui concentrarci sono essenzialmente tre.
trasporto marittimo animali 1Sulla scia della denuncia che lo studio Conte Giacomini (referente di Gaia Lex Liguria) ha presentato per conto delle associazioni di protezione animale -la tedesca “Animal Welfare Foundation” e la svizzera “Tier Schutz Bundzurich”- davanti alla Commissione europea contro 13 Stati membri per la violazione del Regolamento CE n. 1/2005 sulla protezione degli animali durante il trasporto via terra (la quale è ancora al vaglio della Commissione stessa), alcune settimane fa le stesse associazioni ci hanno sottoposto un nuovo dossier di indagini svolte tra il 2014 e il 2017 relative ai trasporti via mare di animali vivi dall’Unione europea a Stati terzi per un nostro preliminare parere legale sulla legittimità delle pratiche utilizzate da alcuni Stati membri in tale contesto.

Purtroppo, come per il trasporto via terra, il quadro che ne è emerso è stato nuovamente allarmante.
copertina ecologia e economia nebbia 1La difesa dell’ambiente è un problema principalmente economico, di soldi. Non a caso eco-logia e eco-nomia hanno la stessa radice: “ecos”, l’ambiente in cui abitiamo, intorno a noi. La prima racconta come l’ambiente è fatto di esseri che vivono in un mondo costituito di acqua, suolo, aria; la seconda, l’economia, consiglia (o dovrebbe consigliare) come amministrare l’ambiente per soddisfare i bisogni umani, i loro affari, arrecando meno danno alle persone e alla natura. Delle relazione fra ecologia e economia parla un recente libro di Giorgio Nebbia, “Ecologia ed economia. Tre tesi per il futuro”, pubblicato da un’intraprendente casa editrice pugliese, “Andrea Pacilli Editore”, e distribuito sul territorio nazionale da Messaggerie.

Giorgio Nebbia è professore emerito dell’Università di Bari dove ha insegnato per molti anni Merceologia, la disciplina che descrive le merci, gli oggetti della nostra vita quotidiana, la loro produzione, come si trasformano durante l’uso e dove fanno a finire. Nel suo libro, che contiene i testi delle tre “lezioni” svolte quando gli è stata assegnata la laurea honoris causa dalle Università del Molise, di Bari e di Foggia, Nebbia spiega che i danni ambientali derivano proprio da come le merci sono fabbricate e da come i residui e i rifiuti, dopo l’uso, vengono smaltiti nell’ambiente, in genere provocando inquinamenti, dannosi per la salute.
scimpanz imagesLo scorso 3 novembre, la Terza Corte di Garanzia di Mendoza (Argentina) ha stabilito che lo scimpanzé Cecilia, un primate di 30 anni rinchiuso all’interno di una gabbia nello zoo di Mendoza, è un “soggetto non umano” portatore di diritti fondamentali.

La sentenza è arrivata a seguito di un ricorso presentato dall’A.F.A.D.A. (associazione dei funzionari e degli avvocati per i diritti degli animali).

In particolare, l’associazione sosteneva che, poiché Cecilia era stata rinchiusa in una piccola gabbia di cemento, soggetta ad altissime temperature d’estate e sotto zero d’inverno e senza la compagnia di suoi simili (malgrado gli scimpanzé siano animali estremamente socievoli) con il solo scopo di esibirla al pubblico come se fosse un oggetto circense, essa era stata schiavizzata e privata illegittimamente ed arbitrariamente da parte delle autorità dello zoo di Mendoza della sua libertà di movimento e del diritto di vivere in maniera dignitosa.