
Approfondiamo qui il tema del "destino" degli animali in caso di separazione, con i consueti consigli su "che fare".
La storia
L’ingegnere di Milano che nel lettone, accanto alla moglie, voleva sempre il dobermann. Il chirurgo bergamasco che non perdeva una mostra in cui esibire il suo splendido gatto certosino e al quale alla fine la compagna disse: “amore, sai che c’è? Tienti il gatto e ciao”. La coppia omosessuale di Latina che non sopravvisse alla convivenza quando il pitone uscì fuori dalla teca. E poi quella moglie di Battipaglia, nel Salernitano, che si rivolse al giudice perché il marito continuava a imporre ai figli una scena quotidiana di caccia marina: nutriva i suoi piranha con pesciolini freschi. Più o meno quanto successo in Veneto, dove una donna si stufò di assistere alla cena dei serpenti di casa, nutrititi amorevolmente con topolini vivi. Per non parlare della sposina allergica ai gatti e in breve sfinita dai sette felini di casa del marito.
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