
La Fondazione Luigi Micheletti di Brescia annuncia la pubblicazione del volume "Il caso italiano: Industria, chimica e ambiente" (JacaBook di Milano, 522 pagine con allegato un cd).
Il rapporto fra industria, chimica e ambiente è uno dei più discussi e controversi nell'ambito dei movimenti ambientalisti: molte attività industriali e chimiche hanno effetti negativi sull'ambiente, eppure non possiamo fare a meno dei loro prodotti che vanno dalle conserve di pomodoro ai concimi, dall'acciaio alle schede dei telefoni cellulari, dal vetro delle finestre agli inchiostri, dai saponi alla benzina, a tutto quello che, volenti o nolenti, entra nella nostra vita.
Il libro esamina numerosi casi di violenza ambientale derivati dalle attività industriali: dall'incidente di Severo, in Lombardia, che richiamò l'attenzione del mondo sull'esistenza delle diossine, alla fabbrica di coloranti dell'ACNA di Cengio, in Liguria, che ha inquinato per decenni le acque del fiume Bormida, a quella del piombo tetraetile di Trento, a quella del DDT della Rumianca di Pieve Vergonte, in Piemonte, a quelle di esplosivi della Valle del Sacco vicino Roma, a quella di alluminio di Mori (Trento) che avvelenava le acque dell’Adige già novanta anni fa,.e apre la discussione su come è possibile soddisfare le necessità umane, quelle dei paesi ricchi e quelle dei paesi poveri, con beni materiali meno violenti nei confronti delle popolazioni e della natura.
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