Vincerà, come sempre, la simpatia. E vinceranno il più “in forma” (Premio Panzerotto), quello con le orecchie più lunghe (Premio Dumbo), il quattrozampe più anzianotto (Premio Fedeltà), quello più birbaccione adottato da un canile, il più fortunato adottato dalla strada, quello con la storia più commovente ecc. ecc. Non mancherà, naturalmente, il Premio Best in Show. Ma vinceranno un po’ tutti, anche perché -se sono previste ben 20 coppe- tutti i “concorrenti” riceveranno un attestato di partecipazione.
Di che si tratta? Di “Zampine Amiche”, sfilata di Cani Fantasia (a Opera, domenica 12 maggio al Parco di Via Guareschi), organizzata dall’associazione Diamoci La Zampa (che quest’anno festeggia i 25 anni di attività di volontariato) e dal Comune di Opera.
L’allegra sfilata canina, giunta con successo alla quattordicesima edizione, è aperta a tutti i cani e non solo a quelli di razza. “E’ una “gara” dove pedigree, eleganza e acconciature non contano: conta solo la simpatia”, spiega il portavoce di Diamoci La Zampa, Edgar Meyer. “La sfilata è un pretesto per passare una giornata in allegria con il proprio quattrozampe, ma anche per sensibilizzare tutti su un corretto rapporto con gli animali”.
Perché molti Comuni rimangono convenzionati con canili di dubbia fama? Non ci sono ancora molte alternative. Oggi ci sono pochi canili, molto grandi. L’obiettivo di Gaia, invece, è quello di creare -a partire dalla provincia di Milano e poi su tutto il territorio nazionale- una rete di piccoli rifugi per cani, detti eco-parco-canile: facili da gestire, facili da controllare, con pochi cani ben tenuti, premessa per tante adozioni e quindi per un risparmio di costi.
Cosa dovrebbero fare i Comuni? Maggiori controlli. Alcuni canili privati hanno costruito la loro fortuna grazie a convenzioni con Comuni poco attenti, spesso aggiudicate con gare d’appalto al ribasso d’asta, alle quali corrispondono strutture con orari d’accesso al pubblico limitati e percentuali di adozione dei cani molto basse. L’errore è dei Comuni: pagano ma non controllano. Si tratta talvolta di sperpero di denaro pubblico per la concessione di appalti a privati per il mantenimento di cani senza alcuna verifica dell’effettivo benessere degli animali.
Edgar Meyer, presidente Gaia Animali & Ambiente