Con l’iniziativa “STOP VIVISECTION” sono state raggiunte, come noto, oltre 1.200.000 firme certificate (ovvero legalmente riconosciute) dalle singole Autorità Nazionali. Stop Vivisection è così diventata una delle 3 ICE (Iniziativa dei Cittadini Europei) di successo nei primi due anni di applicazione in Europa del “diritto d’Iniziativa”.
Si tratta di una mobilitazione a cui hanno contribuito migliaia di volontari, decine di associazioni e Almo Nature, che si è schierata subito per l’abolizione della vivisezione organizzando la raccolta firme in 2000 punti vendita di pet food in tutta Italia, realizzando uno spot tv contro la vivisezione (http://www.youtube.com/watch?v=1nQovjgtaW0) trasmesso dalle principali reti nazionali e coordinando centinaia di volontari delle associazioni Oipa e Gaia Animali & Ambiente per la raccolta delle firme.
Tra pochi giorni, a novembre, si svolgerà l'incontro dei rappresentanti scientifici di Stop Vivisection con la Commissione al Parlamento europeo in un’audizione pubblica. Oltre un milione di istanze approdano nella sede istituzionale.
Le richieste di Stop Vivisection sono chiare.
* Stop Vivisection chiederà che venga presentata una nuova direttiva che giunga in tempi brevi all’abolizione della sperimentazione animale, il più vistoso simbolo oggi ancora esistente di oscurantismo e regresso, sia scientifico, sia etico, sia culturale.
“Almo Nature è risolutamente contro gli esperimenti sugli animali perché pensa che la sofferenza di alcuni non procuri mai la felicità degli altri”, dichiara il presidente di Almo Nature Pier Giovanni Capellino. “La nostra è una posizione ideologica. Occorre fare un salto dimensionale e proiettarci verso una realtà diversa, già parzialmente possibile. Nessun vantaggio, nessun profitto, nessuna idea o religione, niente giustifica la crudeltà. La sperimentazione sugli animali è crudeltà. Le firme raccolte la possono fermare”.
“Stop Vivisection non testimonia solo una posizione etica voluta dai cittadini per il rispetto delle altre forme di vita”, afferma il presidente di Gaia Animali & Ambiente Edgar Meyer, “ma anche la necessità di una indispensabile svolta scientifica. Oltre che eticamente ripugnante, la sperimentazione animale è contro la scienza. Si basa su un errore metodologico: nessuna specie animale può essere un modello sperimentale per un’altra, umana compresa. Ci sono differenze genetiche, metaboliche, biochimiche, strutturali tra specie e specie. Ogni specie differisce non solo negli organi e nel loro funzionamento, nell’assimilazione delle sostanze, nel sistema immunitario, ma perfino in ogni singola cellula, negli enzimi essenziali, in ciascuna delle proteine che costituiscono la struttura dell’individuo”.
Saranno ascoltate le istanze di oltre un milione e 200mila cittadini?
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