Una antica storia lombarda considera questi giorni (29, 30 e 31 gennaio) "i giorni della merla". La leggenda narra di una povera merla candida che, in fin di vita per il freddo e la mancanza di cibo dovuta al gelo, una mattina si rifugia dentro un comignolo per trovare riparo e calduccio.
Vi stette tre giorni interi, ritemprandosi e riuscendo a sopravvivere, diversamente dai suoi compagni uccisi dal gelo. Nel frattempo la merla aveva cambiato colore: era diventata tutta nera. Essendo l'unica merla rimasta in vita, da allora tutti i merli nacquero neri come il carbone.
La realtà non è molto lontana dalla leggenda. Anche in periodo di sconvolgimenti climatici i giorni della merla nel 2011 sono, per gli animali selvatici, tra i più duri dell'anno. In questo periodo, oltre agli uomini, anche passeri, merli, fringuelli, pettirossi, cinciallegre e tutti gli altri uccellini che popolano i nostri giardini se la passano davvero male.
Più della metà non sopravvive al gelo e alla mancanza di cibo, come insetti e granaglie. "Proviamo ad aiutarli noi cittadini", è l'invito delle associazioni ambientaliste "Gaia Animali & Ambiente" e "Diamoci La Zampa".
Come? Costruendo o acquistando una mangiatoia e riempiendola di cibo apposito, come è consuetudine nei paesi del nord Europa. "E' semplice, divertente e fa stare bene", spiega il presidente di Gaia Edgar Meyer. "Tre buone ragioni per aiutare i volatili: alle mangiatoie si possono osservare bene alcune specie di uccelli selvatici da parte di chi altrimenti non ha occasione di conoscerle”.
”L'alimentazione invernale consente, specialmente ai bambini, di vedere subito il successo del loro impegno: le mangiatoie, una volta individuate, si riempiono di volatili cinguettanti di gioia. Infine, negli inverni freddi un'alimentazione eseguita come si deve diminuisce le perdite di alcune specie", conclude Meyer. Le soddisfazioni, insomma, non mancano.
Alcuni consigli: la mangiatoia deve essere facilmente visibile, deve essere controllata regolarmente e soprattutto pulita e liberata da resti di cibo vecchi o inzuppati.
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