di Edgar Meyer, presidente Gaia - tratto dalla rubrica "Diritti e Doveri" di Pets & the City
Aveva preso a calci un cagnolino uccidendolo. Per questo motivo il giudice del tribunale di Ascoli, Barbara Bondi Ciutti, ha condannato a sei mesi di reclusione (pena sospesa) un ascolano di 56 anni accusato di maltrattamento di animali. Il fatto risale al 2009, la sentenza è arrivata ora. L'uomo ha ammesso di aver colpito con un calcio l'animale, ma -si è difeso- solo per allontanarlo. Il colpo aveva però leso inesorabilmente la cistifellea del cagnolino, che dopo alcuni giorni è purtroppo morto. Nel frattempo l'imputato ha risarcito la proprietaria, ma ciò non è bastato a evitargli la condanna.
Condannato a nove mesi di carcere per aver lasciato il suo cane lupo chiuso in gabbia per tre giorni senza cibo e acqua. E' accaduto ad un 44enne pesarese. Quando il cane è stato ritrovato, non aveva più neanche la forza di stare in piedi sulle zampe. Ora l'animale è stato confiscato ed al momento si trova nel canile comunale dove è stato curato e rifocillato, in attesa di essere adottato da una nuova famiglia.
Sono solo due tra le ultime sentenze dei tribunali italiani in materia di tutela animale, entrambe di questa primavera. Dal 2004, anno di approvazione della legge che ha rivoluzionato i diritti degli animali d’affezione, si stanno infatti moltiplicando le sentenze come quelle descritte. Il maltrattamento e l’uccisione immotivata di animali è un reato penale, e viene punito duramente dal nostro Codice Penale. La norma è la ben nota (ma solo agli animalisti) legge 20 luglio 2004, n. 189: “Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché dell’impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate”. La legge 189/2004 individua e definisce un elenco di delitti nei confronti degli animali (maltrattamenti, uccisioni, abbandoni, combattimenti, doping, spettacoli) per i quali, per la prima volta in Italia, è stato previsto anche il carcere.
Box: LA LEGGE 189 "IN PILLOLE"
- Maltrattamento: reclusione da 3 mesi ad un anno e mezzo o multa fino a 30mila euro per chi cagiona una lesione ad un animale, un danno alla salute, o sevizie o comportamenti, fatiche, lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche.
- Uccisione per crudeltà: reclusione da 4 mesi a 2 anni.
Le leggi, insomma, ci sono. Vanno però fatte rispettare. Sennò rimangono carta straccia. E, dunque, se si è testimoni di fatti di crudeltà nei confronti di altri animali è nostro dovere segnalarlo. Farlo non è difficile. Gli atti di denuncia e querela sono privi di specifiche formalità (eccetto quelle legale al deposito) e, dunque, alla portata – salvo ipotesi complesse – di tutti. Qui sotto è possibile scaricare dei facsimile di denuncia. La denuncia va depositata a mano presso la cancelleria della Procura della Repubblica oppure presso un qualsiasi ufficio di Polizia Giudiziaria (Carabinieri, Polizia di Stato, Corpo Forestale, Guardia di Finanza, Polizia Municipale, Polizia Provinciale) che sono tenuti non solo a riceverla ma anche a disporre subito gli opportuni accertamenti. Non usate raccomandate o fax.