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foche---360Salone Internazionale della Pellicceria e della Pelle: Falò e sepoltura delle pellicce

Sabato 6 marzo, dalle ore 15 in poi un gruppo di animalisti, tra cui gli attivisti di Gaia, hanno inscenato una colorita protesta di fronte al Salone della pellicceria, “Mi Fur” che si teneva presso la Fiera di Rho-Pero. Gli ambientalisti di Gaia, armati di vanghe hanno scavato una profonda buca nei giardini antistanti ed hanno seppellito alcune pellicce, dando vita, subito dopo ad un simbolico “Falò della vita”, ovvero all’incenerimento delle pellicce. Erano presenti una cinquantina di giovani.
La sepoltura degli indumenti ha inteso simboleggiare il rispetto e la consapevolezza di pelli e pellicce una volta appartenuti ad esseri viventi.
L’obiettivo della manifestazione era far comprendere ai cittadini che indossare pelle d'animale non è elegante bensì un mero atto di crudeltà ed egoismo.
Il Mifur, il Salone Internazionale della Pellicceria e della Pelle, rappresenta oggi il punto di riferimento per il mercato internazionale di settore. "Abbiamo inscenato questa colorita manifestazione di protesta per ricordare a stilisti e operatori del mondo della moda e della pellicceria che la guardia non è stata abbassata e che è pronta nei loro confronti una vasta campagna di boicottaggio internazionale. Tutti gli stilisti che impiegano guarnizioni in pelliccia saranno identificati con nome, cognome e indirizzo personale e resi pubblici. Tra coloro ci sono molti che impiegano pellicce di cane e di gatto, sovente importate dalla Cina”, dichiarano Edgar Meyer, Presidente di Gaia e Cristina Donati, responsabile campagne di Gaia Onlus.

Gli animali vengono spietatamente allevati e uccisi e il loro pelo usato per macabre finiture di indumenti e accessori o per farne cappotti che vengono sempre più frequentemente proposti dagli stilisti.

Info per i giornalisti: – 02.86463111
Scheda. Le pellicce in numeri.
Per ottenere una pelliccia di visone occorrono 3 tonnellate di cibo, per una di volpe poco più di una, anche per questo motivo le pellicce, molto spesso, non vengono soltanto da visioni, volpi, ermellini e altri animali da pelliccia, alcune persone senza scrupoli allevano cani e gatti o ne catturano di randagi, per poi destinarli a questo macabro commercio. E la cosa più terribile è che, nell'etichetta, si vuole far credere al potenziale cliente che si tratti di un altro tipo di pelliccia. Se si è incerti sul tipo di pelo usato in una pelliccia, bisogna ricorrere all'esame del DNA. La crudeltà più tremenda però, è quella delle pratiche di uccisione, che il più delle volte avviene a soli 7-8 mesi: in Cina, molto recentemente, sono stati scoperti degli allevamenti di visoni, cani, gatti, volpi, che, dopo aver stordito con dei bastoni gli animali o averli sbattuti a terra, levano loro la pelle quando sono ancora svenuti. Il più delle volte accade che l'animale riprenda conoscenza dopo che gli è stata tolta la pelle, e la sua terribile agonia può durare fino a dieci minuti. Scuoiare vivi degli animali, senza nessuna pietà soltanto per prelevare il loro pelo è decisamente il culmine della follia umana.

N.B. Le etichette spesso ingannano: o non sono presenti del tutto o portano scritte ingannevoli, come Gea Wolf, Sobaki, Asian Jackal, Goupee, Gou - pee, Kou pi, Gubi , China wolf , Asian wolf, Pommern Wolf, Loup d'Asie, Asiatic racoon dog, Corsac Fox, Doguses du Cine (Per i cani) oppure Special Skin e Lamb Skin, Mountain Goat Skin, Sakhon Nakhon Lamb Skin.
La pelle di gatto invece viene travestita con questi nominativi: Housecat, WildCat, Katzenfelle, Goyangi, Mountain cat. Di recente, per fortuna, in Italia è stata vietata l'importazione di queste pellicce. I trasgressori pagheranno multe salatissime, da 1.000 a 9.000 euro, a secondo dei casi. In caso un mercato simile venga scoperto, le pellicce in magazzino verranno sequestrate e l'attività interrotta seduta stante.
Un provvedimento che può essere definito un atto di civiltà.