25 anni fa, il 14 agosto 1991, veniva approvata la Legge quadro in materia di animali d’affezione e prevenzione del randagismo.
Una legge che, con singolare chiarezza per una norma italiana, per la prima volta vietava (e vieta) l’abbandono di animali, vietava (e vieta) di destinare i cani randagi alla vivisezione, vietava (e vieta) di maltrattare e uccidere i gatti randagi, istituiva l’anagrafe canina e l’obbligo di tatuaggio (oggi microchip), promuoveva le sterilizzazioni, dava diritto di vita ai cani accalappiati (che fino ad allora venivano soppressi dopo pochi giorni).
“Una rivoluzione normativa e una rivoluzione culturale. Una legge che pochi paesi al mondo hanno”, dichiara il presidente di Gaia Animali & Ambiente, Edgar Meyer. “Una legge che, a 25 anni di distanza, è applicata solo in parte dalle stesse istituzione. Ma che rimane una pietra miliare nel sancire i diritti animali”. Per vari motivi.
Una legge che, con singolare chiarezza per una norma italiana, per la prima volta vietava (e vieta) l’abbandono di animali, vietava (e vieta) di destinare i cani randagi alla vivisezione, vietava (e vieta) di maltrattare e uccidere i gatti randagi, istituiva l’anagrafe canina e l’obbligo di tatuaggio (oggi microchip), promuoveva le sterilizzazioni, dava diritto di vita ai cani accalappiati (che fino ad allora venivano soppressi dopo pochi giorni).
“Una rivoluzione normativa e una rivoluzione culturale. Una legge che pochi paesi al mondo hanno”, dichiara il presidente di Gaia Animali & Ambiente, Edgar Meyer. “Una legge che, a 25 anni di distanza, è applicata solo in parte dalle stesse istituzione. Ma che rimane una pietra miliare nel sancire i diritti animali”. Per vari motivi.
Leggi tutto...