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delfinodi Stefano Apuzzo

In occasione della GIORNATA MONDIALE DEGLI OCEANI Gardaland SEA LIFE Aquarium ha organizzato un incontro con chi L’Oceano lo ha vissuto da vicino: Alex Bellini, esploratore e navigatore, protagonista di sensazionali avventure, come la traversata a remi dell’Oceano Pacifico, in solitaria e senza assistenza.

Da Gardaland, ovvero da Merlin, la Società che gestisce il più noto e grande parco divertimenti d’Italia, arriva anche una bella anticipazione: sarà a breve dismesso il “delfinario”, ovvero la struttura dove si “esibiscono” i delfini e gli animali saranno trasportati al più grande e ospitale acquario di Genova. Non è la soluzione ideale, ma purtroppo in Italia non vi sono strutture di accoglienza e riabilitazione in semi libertà per grandi mammiferi marini.

Troppo spesso tutti i programmi, i centri di intrattenimento a “sfondo marino” e le trasmissioni Tv sul mare occultano la rapina in corso negli oceani e nei mari di tutto il mondo, la strage quotidiana e silenziosa di mammiferi e pesci nelle acque dolci e salate del globo. Discutere di oceani significa anche mettere il dito nella piaga e non nascondere il massacro e l’estinzione in corso a causa della pesca industriale.

Bellini è un amante dei mari e degli oceani ed è noto per aver partecipato alle maratone più estreme, dalla Marathon des Sables nel deserto marocchino all’Alaska Ultrasport, a piedi in mezzo alle distese ghiacciate. Ma è con il mare che Alex Bellini entra nella storia: è stato il primo uomo al mondo ad aver attraversato il mar Mediterraneo e l’Oceano Atlantico in solitaria a bordo di una barca a remi. Nel 2008 Alex ha inoltre attraversato a remi l’Oceano Pacifico, da Lima all’Australia, in 294 giorni. Partito il 21 febbraio e arrivato il 12 dicembre 2008, Alex ha percorso – da solo - ben 18.000 km su una barca a remi di 7,5 metri in fibra di vetro.

copertina il-bruco-dalle-uova-dorodi Daniele Porretta *

L‘intossicazione da pesticidi può sembrare un problema soprattutto dei più poveri, dei contadini dei Paesi in via di sviluppo, o di dove non ci sono regole. Apparentemente non è un problema di Paesi con regole precise e rigide, come ad esempio i Paesi dell’Unione Europea. Ma non è così.

“Pronto? Chi parla? François! Mon ami. Comment vas tu?”. Va bene, lascio perdere. Parlo in italiano. “Vuoi sapere se mi serve qualcosa?! Ho capito, sei al supermercato. Grazie, sì. Allora, vorrei due mozzarelle, fresche… Sì due. Però controlla che siano fresche. Non prendere quelle confezionate, ma prendile al banco e vedi se spremendole esce la goccia. Se esce la goccia compra, sennò, lascia. Poi vorrei un po’ di insalata. Lattuga. Fresca! La riconosci dal colore verde acceso. Poi un po’ di pane, fresco! Una baguette va bene, se non la riconosci tu! Basta così. Grazie, amico mio. Ma a quale supermercato sei, arrivi per cena? Rimani da me? Come!? Sei a Bruxelles! al GB express dentro al Parlamento Europeo? Come, la settimana prossima? François…Pronto! Pronto!”. Potevi dirlo che eri al lavoro.

François fa parte dell’organizzazione non governativa Milieudefensie (Friends of the Earth Netherlands). Per lavoro, a volte, va a fare la spesa. Così è stato nel luglio 2007, quando Milieudefensie ha comprato otto qualità di frutta al GB Express supermarket nell’edificio del Parlamento Europeo a Bruxelles. Questi campioni di cibo −che includevano fragole, albicocche, arance, mele, pere e tre tipi d’uva− sono stati poi analizzati per individuare l’eventuale presenza di pesticidi.

almo locandina solidale_cani e gatti 3Quanti sono i gatti liberi (quelli che una volta si chiamavano randagi) in Italia? Centinaia di migliaia. Non sono numeri. Sono vite. Individui. Storie. Come Gaia, micetta di Verona finita sotto una macchina a cui si è dovuta amputare una zampina (ma è stata infine adottata!). O come Dafne, trovatella di circa 8 mesi, molto dolce con due meravigliosi occhi verdi che rischia di finire al gattile di Genova. E come tantissimi gatti liberi delle migliaia di colonie feline in tutta Italia che senza le cure amorevoli delle eroiche “gattare” avrebbero vita ben più turbolenta.

Ad aiutarli c’è ora una iniziativa coraggiosa: Almo Nature, l’azienda di cibo per animali naturale e biologico, assieme alle associazioni Oipa (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) e Gaia Animali & Ambiente ha deciso di attivarsi, con una campagna che dura tutto giugno (dopo quella di maggio a favore dei cani di rifugio). Come? Con “+ sconto – Co2 + 1 = 3 vantaggi”. Non è una formula matematica astrusa ma una grande iniziativa nazionale.

gaia 5di Edgar Meyer, presidente Gaia Animali & Ambiente
(tratto da Focus Wild di giugno - https://www.facebook.com/pages/Focus-Wild/305448556160466

Ciao, io sono Gaia. Cioè, Pema.
Beh, insomma, per non fare confusione parto dall’inizio…
almo love food image006Sono una ex gatta di strada. Non sono proprio nata in strada, ma a un certo punto la famiglia che mi aveva tenuta da cucciola mi ha buttato in mezzo a una via. Mica tanto divertente. Per un po’ me la sono cavata. Però ero  meno abituata degli altri gatti liberi (così si chiamano oggi i gatti randagi), e a un certo punto mi son mancate le forze. E i riflessi. Un auto mi ha travolta. Ricordo bene. Che dolore, e che freddo! Era inverno, i primi giorni dell’anno.  Sfinita e silenziosa mi sono appallottolata sul ciglio della strada. Mi sono fermata lì, aspettando di morire.  Nessuno mi degnava di uno sguardo. Eppure ero viva, ferita in modo grave. Molto grave.
Solo dopo alcuni giorni qualcuno mi nota, finalmente, e si interessa a me. Era una volontaria dell’associazione Gaia Animali & Ambiente di Verona. Non la ringrazierò mai abbastanza, la mia salvatrice. Mi chiama Gaia, come l’associazione di cui fa parte, perché sono la prima incidentata dell’anno… Mi porta di corsa dal veterinario. Le mie condizioni sono mica troppo belle: ossa rotte, una zampa in cancrena, varie ferite.  La diagnosi del medico, infatti, è devastante: maciullati e da amputare immediatamente zampa anteriore, zampa posteriore e  coda.