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cani-facebook           ADOZ_96             LogoEcoAlfabetoLibriGaia            nebbia giorgio     Image_1

bruco uova doro file-avviso 1Gli OGM sono al centro di un acceso dibattito. La loro diffusione in agricoltura è in crescita. Il libro “Il bruco dalle uova d’oro”, l’ultimo arrivato della nostra collana “Ecoalfabeto-I libri di Gaia” (in libreria dal 20 marzo), risponde alla domanda: è possibile fidarsi delle multinazionali dell’agrochimica che li propongono? Per farlo racconta la storia dei pesticidi, l’analogo –nel XX secolo– degli OGM di oggi. Partendo dagli inizi del ‘900, l’autore -il biologo evolutivo Daniele Porretta- ripercorre gli eventi che portarono alla nascita dei pesticidi, analizzando gli effetti economici, sociali ed ambientali di oltre 60 anni di lotta chimica in agricoltura. Dal racconto scaturiscono gli elementi per farsi un’idea chiara su chi vuole gestire il nostro futuro, per scegliere consapevolmente sulla questione OGM.

Info: www.ilbrucodalleuovadoro.com - tel. 0761.352277 (Stampa Alternativa)

Daniele Porretta
Il bruco dalle uova d'oro. Dai pesticidi agli Ogm: le false promesse delle multinazionali dell'agrochimica
Stampa Alternativa - collana Ecoalfabeto / I libri di Gaia
pp. 112
euro 10

vol cena marzo_0001A FAVORE DEI CANI ABBANDONATI

L’associazione  di volontariato DIAMOCI LA ZAMPA Onlus organizza per

Lunedì 18 Marzo 2013 alle ore 20.30

presso il Ristorante – Pizzeria DICOTTEEDICRUDE di Via Tiepolo 14 – Segrate 

una cena “solidale” per dare il benvenuto alla primavera.

Il costo della cena è di Euro 25,00 e il ricavato sarà devoluto al mantenimento dei trovatelli dell’associazione Diamoci la zampa.
Sono invitati tutti coloro che desiderano gustare una ricca cena vegetariana, tutti gli amici degli animali e tutti coloro che vogliono passare una simpatica serata in allegria discutendo di cani, gatti, furetti & Co.
Si tratta di una “gustosa” occasione per passare un’allegra serata insieme, dando un piccolo aiuto ai trovatelli e per incontrare i volontari e le volontarie dell’associazione.
Alla serata saranno presenti anche il presidente di Diamoci La Zampa Alba Perrone e il presidente di Gaia Animali & Ambiente Edgar Meyer.

Per info e prenotazioni (entro sabato 16, mattina): tel. 02.7532990 + 335.7223954 – email: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. - www.diamocilazampa.it- www.diamocilazampa.org

scimmia-e vivisezione 1330449225331di Edgar Meyer - presidente Gaia Animali & Ambiente Onlus

La battaglia per i cani detenuti a Greenhill, l’allevamento di beagles destinati alla vivisezione diventato famoso in tutta Italia, è stata una delle più importanti vittorie del movimento animalista italiano. Oltre ad aver liberato 2500 quattrozampe ed aver scongiurato loro un destino di sofferenze, ha riaperto il dibattito sulla vivisezione. Una pratica contestata non solo da chi difende i diritti animali, ma da gruppi sempre più vasti di medici, ricercatori e scienziati.

La critica scientifica: un errore metodologico
La maggiore critica, a parte quella etica, è fondata sul dato oggettivo che nessuna specie animale può essere un modello sperimentale per un’altra, umana compresa. La sperimentazione animale si baserebbe su un errore metodologico. “Ci sono differenze genetiche, metaboliche, biochimiche, strutturali tra specie e specie”, spiega da anni Massimo Tettamanti, chimico ambientale. “Come si può estendere all’uomo i risultati ottenuti sugli animali?”, chiedono i ricercatori che si schierano contro la sperimentazione animale. “Ogni specie differisce dall’altra non solo negli organi e nel loro funzionamento, nell’assimilazione delle sostanze, nel sistema immunitario, ma perfino in ogni singola cellula, negli enzimi essenziali, in ciascuna delle proteine che costituiscono la struttura dell’individuo”. I risultati di questo errore sono chiari. “Il 92% dei farmaci risultati innocui sugli animali vengono poi scartati durante le prove cliniche sugli esseri umani”, spiega il medico Stefano Cagno nel suo ultimo libro “Tutto quello che dovreste sapere sulla vivisezione (Ed. Cosmopolis). “Solo l’8% degli esperimenti di vivisezione passano il vaglio della sperimentazione umana”.

Alcuni dati - Più di 2000 animali al giorno solo in Italia!
Nonostante ciò 2.603.671 è il numero di animali uccisi in Italia a fini sperimentali nel triennio 2007-2009 (dati pubblicati sulla  G.U.  n.53 del 03.03.2010). Numeri mostruosi. Le specie più rappresentate continuano ad essere topi (1.648.314) e ratti (682.925), seguono uccelli (97.248), altri roditori e conigli (73.362), pesci (59.881): animali largamente impiegati a causa del loro basso costo e perché facilmente maneggiabili. E’ in aumento il ricorso alle scimmie (con una “preferenza” per i macachi). I primati non umani, come anche i cani, sono utilizzati per esperimenti fortemente invasivi che comportano alti e prolungati livelli di dolore: studi di tossicità e indagini legate a problematiche nervose e mentali umani e cancro. Oltre 1.500 cani, in gran parte della razza beagle, muoiono ogni anno nei laboratori italiani.

susi penco 557838_473391546047562_1100354192_n1 1Da Susi Penco, biologa (ricercatrice all'Uni di Genova) conosciuta qualdo ero responsabile della delega al benessere animale del Comune di Genova, una lucida analisi e una proposta che più seria non si può.

Edgar

Mi chiamo Susanna Penco, ho 49 anni, vivo a Genova e da 16 anni sono affetta da sclerosi multipla. Sono biologa e lavoro come ricercatrice all’Università di Genova. Da sempre sono obiettrice di coscienza verso la sperimentazione animale per due motivi: perché non ho alcuna fiducia scientifica in tale pratica, e perché provo un grande senso di pietà nei confronti di tutti gli animali, umani e non umani.

La mia esperienza professionale inizia tanti anni fa, quando decisi, ancor prima di laurearmi, di dedicarmi alle colture cellulari come alternativa a una ricerca da me ritenuta cruenta ed inutile. Ebbi la fortuna di incontrare le persone giuste e fu così che divenni brava a coltivare cellule esclusivamente “in vitro” e poi, da anni, esclusivamente umane. Con l’avvento di attrezzature avanguardistiche e se la ricerca in vitro fosse finanziata come dovrebbe, si potrebbero ottenere grandi risultati applicabili all’uomo. Ma qui non voglio parlare delle ricerche “in vitro”, voglio parlare di quelle “in vivo”. In vivo su chi? Ma sull’uomo, certamente, ovviamente, naturalmente. E chi, sennò?!

Mi spiego, vorrei proporre ricerche che potrebbero essere immediatamente disponibili ed applicabili al vero “bersaglio” della ricerca: la nostra specie. Ecco perché ho premesso di essere vittima di una precisa malattia. Io sono assolutamente disponibile a fare da cavia: no, non sono una visionaria fanatica pronta al sacrificio della vita per un ideale che, tra l’altro, sarebbe ritenuto ridicolo e assurdo dai più. La mia malattia è “mia”, io ne sono affetta, ma certamente c’è qualcosa in comune tra me e tutti gli altri malati: qualcosa che dovrebbe essere indagato tramite, naturalmente, accuratissime anamnesi, banche dati, analisi statistiche ed epidemiologiche, ed altro.