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logocityDiritti & Doveri - rubrica di Gaia Animali & Ambiente sulla rivista Pets & the City

di Edgar Meyer
presidente dell’associazione Gaia Animali & Ambiente Onlus

Una coppia, prossima alle nozze, decide di affidare a una pensione per cani Whisky, il cucciolone meticcio adorabile ma un tantino impegnativo da gestire durante la cerimonia e il viaggio in luna di miele. Dopo nemmeno due giorni ecco però il dramma: i gestori telefonano per avvisarli della morte improvvisa del cane. La giustificazione del decesso, secondo chi gestisce il ricovero, è un tentativo di fuga di Whisky che, forse scavando sotto la rete o forse tentando di scavalcarla si è procurato una ferita mortale. I due giovani coniugi non credono all’ineluttabilità di un incidente, tanto più che il veterinario chiamato in soccorso del cane (ormai defunto) si mostra un po’ perplesso e cauto nell’ipotizzare la causa della morte. Fanno causa ai gestori della pensione, ritenendoli colpevoli di incuria e chiedendo il risarcimento del danno da mancata relazione affettiva.

La coppia trova pieno riscontro alle proprie ragioni. Il giudice civile riconosce il risarcimento, ribaltando addirittura una recente sentenza della Corte di Cassazione che aveva indicato per un caso simile un esempio di danno esistenziale non risarcibile perché non costituzionalmente garantito. “Lo Stato – si legge nella sentenza del giudice – è consapevole del legame che si instaura tra l’animale e il suo padrone, rapporto che non può essere limitato al solo profilo affettivo e nel quale si inserisce una di quelle attività realizzatrici della persona umana che la stessa carta costituzionale tutela all’articolo 2”.

Insomma: il rapporto di affettività è una faccenda che può estrinsecarsi nei confronti di un oggetto che ci è particolarmente caro (una penna, un anello, un orologio ecc.). Altra e più importante faccenda è l’elaborazione mentale del dolore inflitto a causa della mancata relazione affettiva con un organismo vivente e senziente quale il proprio cane. Ergo: 6.000 euro di multa ai gestori sbadati della pensione.

La legge
Dal punto di vista giuridico, il rapporto tra la pensione ed il proprietario dell’animale è ascrivibile nell'ambito del contratto di deposito oneroso; come impone l’art. 1768 del Codice Civile, la pensione deve seguire la diligenza “del buon padre di famiglia” durante la custodia dell'animale e, in caso di eventuali problemi, informare subito il proprietario delle condizioni di salute. Se, tornati dalle vacanze, si accerta il cattivo stato di salute dell’animale riconsegnato (o addirittura, come nel caso dello sfortunato Whisky, il decesso), la pensione risulterà contrattualmente inadempiente e non potrà pretendere alcunché a titolo di compenso per la custodia ma, anzi, potrà essere tenuta responsabile delle lesioni subite dal cane e risarcire il danno subito.

Che fare
Quando un pet muore a causa di una presunta responsabilità medica o per cattiva custodia è opportuno far fare l'autopsia. Questa è essenziale perché spesso le cartelle cliniche del medico veterinario non sono sufficienti a dimostrare un nesso causale tra il comportamento doloso/colposo e la morte/lesione del povero animale.

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