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corteostopharlancorrezzanaLo avevamo promesso: torneremo a Correzzana in tantissimi e manifesteremo pacificamente e civilmente. Così è stato sabato 27 novembre, quando circa 300 persone provenienti da tutta la Lombardia hanno sfilato per le strade di Correzzana, fino a giungere con cartelli e striscioni (e molte fiaccole) nei pressi dell’allevamento intensivo di animali destinati ai laboratori di vivisezione: “Harlan Italy”.

Si tratta della “migliore risposta all’aggressione avvenuta la sera di sabato 30 ottobre, quando un gruppo di giovani di Gaia e del Coordinamento Fermiamo Harlan che volantinavano (in maggioranza ragazze), sono stati rincorsi, minacciati e aggrediti da un manipolo di ragazzotti armati di spranghe e bastoni”.

L’iniziativa di Correzzana (MB) ha voluto sensibilizzare i cittadini e gli organi di stampa sulla presenza nella cittadina brianzola del famigerato allevamento di animali destinati alla vivisezione e alla sperimentazione.

 

I manifestanti si sono ritrovati nel piazzale di fronte al Comune di Correzzana ed hanno proseguito a piedi fino ad avvicinarsi in via Enrico Fermi 8 sede della Harlan.

Nel frattempo, a seguito dell’aggressione del 30 ottobre scorso sono state presentate una interpellanza al Consiglio provinciale (dal Consigliere Luca Procaccini) ed una interrogazione parlamentare (dall’On. Elisabetta Zamparutti) e si è attivato anche l’Assessore Provinciale alla Polizia Provinciale, Luca Talice.

In seguito all’aggressione abbiamo presentato una denuncia ai Carabinieri, scritto al Sindaco di Correzzana, al Sindaco di Bresso (dove esiste un’altra sede della ditta) e alla casa madre statunitense di “Harlan”. Il corteo di oggi ha inteso ribadire il diritto a manifestare pacificamente e ad esprimere liberamente le proprie opinioni senza rischiare di essere aggrediti a sprangate da gruppi organizzati di violenti, chiamati a raccolta per impedire una semplice distribuzione di volantini.

Al corteo, al quale hanno aderito diverse Associazioni, erano presenti anche il presidente di Gaia Onlus, Edgar Meyer e l’ex deputato, presidente di “Amici della Terra Lombardia”, Stefano Apuzzo. “La vivisezione, oltre a torturare un milione di animali l’anno nella sola Italia, è una falsa scienza: i risultati degli esperimenti sugli animali non sono trasmissibili all’uomo”, hanno sottolineato Meyer e Apuzzo. “Ogni specie reagisce alle sostanze in maniera diversa. Basti pensare alla cicuta, gradita ai cavalli, all’arsenico, che non fa nulla alle pecore, alla stricnina, innocua per cavie, polli e scimmie. Le alternativa alla pratica ottocentesca della vivisezione ci sono: dalle colture cellulari alla sperimentazione in vitro. Promuoviamo la vera scienza”, concludono Meyer e Apuzzo.