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Giovanni Del Ponte, autore per ragazzi di decennale esperienza, approda in De Agostini nel 2008 con la pubblicazione di Acqua tagliente con il quale raccoglie rinnovato consenso di critica e di pubblico. Il sodalizio con De Agostini è confermato e suggellato con l’importante iniziativa che lancia la riedizione, riveduta e corretta dall’autore, della serie Gli Invisibili.

L’Enigma di Gaia, appena uscito nelle libreria, è il quarto titolo della serie, dopo Il segreto di Misty Bay, La strega di Dark Falls e Il Castello di Doom Rock.

 

 

Ne L’Enigma di Gaia ritroviamo Gli Invisibili alle prese con una richiesta d’aiuto giunta da molto lontano e durante uno dei più importati esperimenti della storia: l’unione di più menti telepatiche. Il tentativo è un successo, ma l’intercettazione di questo richiamo fa nascere delle domande: chi l’ha inviato? E perché un commando misterioso tenta di rapire Pumpkin, la più giovane partecipante all’esperimento?
Toccherà agli Invisibili cercare di proteggerla e di soccorrere l’autore del messaggio, fra hacker, no-global, voli in pallone, case sugli alberi, viaggi in Amazzonia e gli sconvolgimenti di un clima impazzito. Alla ricerca dell’unico uomo che li può aiutare: un fantomatico cyberattivista, il capitano Nemo del XXI secolo!




 

«L’Enigma di Gaia è stata fino a oggi l’avventura più lunga degli Invisibili e, per certi versi, la più difficile da portare a termine – dice Giovanni Del Ponte.

Ognuna delle storie che ho scritto è nata da temi che mi stavano molto a cuore, come la difficoltà di crescere, l’importanza del dialogo tra genitori e figli, il bullismo a scuola. Così è stato anche per L’Enigma di Gaia: sempre più spesso sentivo notizie allarmanti sui cambiamenti climatici causati dal buco nell’ozono e dall’effetto serra.

Mi sembrava quindi che anche per gli Invisibili fosse giunto il momento di occuparsi di salvaguardia dell’ambiente. Tuttavia tale argomento portava con sé parecchie altre problematiche, come la globalizzazione e la politica internazionale…

Inoltre sentivo che al mio libro mancava un elemento forte, che mi aiutasse a concentrare tutti questi argomenti in un solo romanzo, adatto al mio pubblico di ragazzi.

Trascorsero un paio d’anni, in cui continuai a raccogliere e smistare materiale per L’Enigma di Gaia.

Un giorno, rileggendo 20.000 leghe sotto i mari, non potei fare a meno di pensare come il personaggio del capitano Nemo fosse ancora straordinariamente attuale. Immaginai che, se Jules Verne lo avesse creato oggi, forse non lo avrebbe fatto navigare con il Nautilus in oceani reali, bensì in quelli virtuali di Internet. Sarebbe stato insomma un cyberattivista, e forse non avrebbe affondato navi da guerra, ma cercato di prevenire i conflitti, attaccando le multinazionali e gli interessi economici che, sempre più spesso, sembrano nascondervisi dietro.

A poco a poco i tasselli del puzzle cominciarono a prendere posto. Avevo trovato un valido alleato degli Invisibili per questa nuova impresa: gettare un piccolo seme che potesse contribuire ad accrescere il grado di consapevolezza dell’umanità in misura sufficiente a rallentare la corsa verso il collasso ambientale.

Ci riusciranno?

E sarò riuscito a contenere tutto questo materiale in un unico libro pieno di mistero, azione, paura, umorismo e forti legami di amicizia, ovvero di tutti quegli elementi che fino a oggi i miei lettori hanno dimostrato di apprezzare?

Ne L’Enigma di Gaia è contenuta la risposta.»