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GAIA ANIMALI ED AMBIENTE VIA DOGANA 2 20123 MILANO 02 86463111
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PAGINA 3
BOCCONI AVVELENATI |
ADOZIONI A DISTANZA | PERSI E TROVATI |
ART.146 DELLE LEGGI SANITARIE " CHIUNQUE IMMETTE NELL'AMBIENTE SOSTANZE VELENOSE E' PUNITO CON LA RECLUSIONE DA 6 MESI A 3 ANNI- ART 727 CODICE PENALE " CHIUNQUE MALTRATTA O UCCIDE UN ANIMALE E' PUNITO CON UNA SANZIONE PENALE DA 2 A 10 MILIONI DI LIRE.
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A CURA DELLO STUDIO FRICKER |
Bocconi
avvelenati uccidono i nostri amici animali e i nostri cani!!! Ogni
anno centinaia di quattrozampe in tutta Italia sono vittime di bocconi
avvelenati. Si avvelenano cani perchè abbaiano, perchè danno fastidio,
perchè il loro padrone ha fatto uno sgarbo, perchè impediscono un furto.
O, infine, per caso: seminando bocconi
killer per le volpi, nemiche dei pollai e della selvaggina: se
abbocca un cagnetto in passeggiata, peggio per lui. Da Pescara a Bergamo,
da Palermo a Piacenza, l’avvelenamento sembra essere un crudele sport
nazionale. I proprietari di quattrozampe sono esasperati. “A
Piacenza negli ultimi 12 mesi -spiega Carlo Riccio, veterinario della Usl
locale- ci sono arrivati 55 corpi di animali deceduti per avvelenamento,
di cui 36 cani e 19 gatti. La maggior parte di questi avevano
nell’organismo stricnina ed altre sostanze, come gli
anticrittogamici”. Allucinante. “Il
problema dei bocconi avvelenati -denuncia Francesco Mezzatesta, esperto-
non è di carattere morale. Ma solo economico. Legato al miliardario giro
d’affari che gravita attorno alle aziende faunistico-venatorie, laddove
cioè si pratica la caccia a pagamento. Scopo degli avvelenatori è quello
di sterminare predatori come volpi, faine, rapaci, gatti, per ridurre le
perdite della selvaggina da ripopolamento che non è in grado di
sopravvivere in natura. In questo modo viene messa a repentaglio anche la
vita di quegli animali domestici che vanno a passeggio per boschi e
campagne con i loro padroni”. I proprietari di animali però hanno
deciso di passare all’offensiva. Si è così costituito un Comitato, il
Coca Coba (Comitato campagna contro i bocconi avvelenati, tel.
0523-878154), che raccoglie privati e decine di associazioni di
volontariato per condurre una campagna contro questa pratica aberrante.
“L’iniziativa nasce da alcune persone -spiega Clara Mezzadri,
responsabile di Pro Natura Piacenza - che hanno fatto questa triste
esperienza sulla loro pelle. La mia lupa, ad esempio, è stata avvelenata
due volte: con la stricnina nel ‘90 e pochi mesi fa ingoiando una testa
d’anatra messa davanti alla tana di una volpe. Maledetti bracconieri. Ma
ora passiamo al contrattacco: è necessario fare subito la denuncia ai
Carabinieri. Nella nostra zona, i dati che abbiamo fornito sono ora sotto
inchiesta della Magistratura. I colpevoli dovranno pagare.” Le esche
sono sempre succulente, appetibili. Frittelle, biscotti, pezzetti di
carne. Irresistibili per animali selvatici e domestici. Ma portano una
morte atroce. Con l’avvelenamento da stricnina, il veleno usato più
comunemente, il respiro manca, i polmoni cercano aria fino a scoppiare,
mentre la mente rimane lucida fino alla fine. Una motivazione in più per
odiare questa pratica: ogni cittadino è chiamato a denunciare chi se ne
rende responsabile. Come
difendersi da vicini di casa intolleranti, dai ladri e da bracconieri e
cacciatori, le tre categorie che fanno uso delle polpette avvelenate? E’
necessario insegnare al nostro quattrozampe a non accettare cibo da
estranei e a non raccattarlo ovunque
per terra. “Bisogna intervenire quando il cane ha 5 mesi”, sostiene
Mariagrazia Lori, addestratrice (tel. 0521-804663).
“Questo è il mio metodo: il cane va tenuto al guinzaglio con un
collare a strangolo, di quelli per addestramento. Una persona estranea
alla famiglia fa l’atto di donare una leccornia al quattrozampe.
L’istruttore, a questo punto, da uno strattone per tirare indietro il
cucciolo, accompagnando il gesto con un secco “no!”. La scena va
ripetuta alcune volte, per diverso tempo, con molte persone differenti che
offrono il cibo. Queste persone devono essere degli estranei. E’ inoltre
importante che sia un istruttore che, le prime volte, insegni al
proprietario come dare i comandi in maniera corretta. Dopo un po’ di
pratica, si può ripetere la scena senza guinzaglio. In questa maniera
-conclude la Lori- credo di aver salvato molti cani dal rischio di essere
avvelenati”. Addestramento o no, è comunque buona norma che il nostro
Fido impari a mangiare solo dalla sua ciotola, possibilmente sempre la
stessa. “Le tecniche di addestramento -avverte tuttavia Aldo La Spina,
comportamentista (tel. 02-39100286) - rischiano però anche di insegnare
al cane ad essere diffidente. Può essere un buon sistema per un cane da
guardia, ma non per tutti i quattrozampe”. Ecco allora un secondo
suggerimento. “Si può far ricorso -prosegue La Spina- alla tecnica del
“lascio e prendi”, che va insegnata da un esperto. E’ infatti
abbastanza complessa. Si tratta di una serie di opportuni esercizi
che portano il cane a considerare gratificante far vedere al
padrone cosa sta mangiando. Questa tecnica insegna al nostro quattrozampe
a tornare dal padrone con la schifezza in bocca, e quindi a non mangiarla
subito, di nascosto. Si tratta cioè di dare non un condizionamento
negativo, ma di proporre invece un rinforzo positivo, per aumentare la
motivazione a tornare dal padrone. Si
insegna insomma a a non mangiare tutto voracemente, prima che arrivi il
padrone ad impedirlo, come è caratteristico nei cuccioli. Questa tecnica
è gratificante, non coercitiva, e non rischia di rovinare il rapporto con
il cane come quella dei divieti”. Occorre però molta pazienza e un
po’ di tempo. “Comunque, in mancanza di meglio, se si abita in zone ad
alto rischio di bocconi avvelenati -conclude La Spina- consiglierei di
mettere la museruola durante la passeggiata. Per il cane non è certo il
massimo, ma dopo un po’ si abitua. E, in ogni caso, sempre meglio che
rischiare l’avvelenamento”. Cosa
dice la legge La
legge è severa con gli avvelenatori. E’ bene saperlo. Coloro che
avvelenano gli animali rischiano, in base all’articolo 146 delle Leggi
sanitarie (“Immissione nell’ambiente di sostanze velenose”) la
reclusione da 6 mesi a 3 anni e una multa da 100.000 ad 1 milione di Lire.
A ciò si aggiungono le normative che tutelano gli animali, come
l’articolo 727 del Codice Penale (“Maltrattamento di animali”) e la
Legge 473 del 1993 (“Nuove norme contro il maltrattamento di
animali”), che prevedono da 2 a 10 milioni di sanzione penale. E ancora:
L’articolo 638 del Codice Penale (“Danneggiamento e uccisione di
animali altrui”) prevede la reclusione, per chi viene condannato, fino
ad 1 anno e una multa fino a 600.000 Lire. Le leggi, quindi, ci sono. Si
tratta, come sempre, di farle rispettare.
Per questo è indispensabile che ogni cittadino denunci casi di cui
è a conoscenza . La sua azione sarà tanto più efficace se non si limita
a segnalare la cosa alle associazioni ambientaliste, ma denuncerà
personalmente le situazioni di cui è a conoscenza alle autorità
competenti. Cioè agli agenti di polizia di un Comune, al Corpo delle
Guardie forestali della Provincia, ai Carabinieri, o alla Procura della
Repubblica.
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GAIA difende tutti i gatti che vivono liberi: Le nostre volontarie al lavoro.
Sempre piu' cani vittime di bocconi avvelenati, esche e topicidi. Educate il vostro beniamino a non mangiare nulla fuori casa.
Lettere prototipo e avvisi ai condomini, le due lettere di GAIA in difesa di gatti e cani randagi.
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