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 BOCCONI AVVELENATI

 

cani uccisi per fare pellicce in cina , cani torturati  nelle filippine

S.O.S.

ADOZIONI A DISTANZA PERSI E TROVATI

ART.146 DELLE LEGGI SANITARIE " CHIUNQUE IMMETTE NELL'AMBIENTE SOSTANZE VELENOSE E' PUNITO CON LA RECLUSIONE DA 6 MESI A 3 ANNI-

ART 727 CODICE PENALE " CHIUNQUE MALTRATTA O UCCIDE UN ANIMALE E' PUNITO CON UNA SANZIONE PENALE DA 2 A 10 MILIONI DI LIRE.

 

RANDAGISMO
BOCCONI AVVELENATI SPIAGGE REGIONI, PROVINCE E CITTA' AMICHE DEGLI ANIMALI
CANI E CACCIA APPELLO VACANZE ANIMALI
ANIMALI IN CITTA' E IN CONDOMINO TESTAMENTO LIBRI
GUINZAGLIO E MUSERUOLA STERILIZZAZIONE

PROGETTO CANILI

A CURA DELLO STUDIO FRICKER

 

 

Bocconi avvelenati uccidono i nostri amici animali e i nostri cani!!!

Ogni anno centinaia di quattrozampe in tutta Italia sono vittime di bocconi avvelenati. Si avvelenano cani perchè abbaiano, perchè danno fastidio, perchè il loro padrone ha fatto uno sgarbo, perchè impediscono un furto. O, infine, per caso: seminando bocconi  killer per le volpi, nemiche dei pollai e della selvaggina: se abbocca un cagnetto in passeggiata, peggio per lui. Da Pescara a Bergamo, da Palermo a Piacenza, l’avvelenamento sembra essere un crudele sport nazionale. I proprietari di quattrozampe sono esasperati.

“A Piacenza negli ultimi 12 mesi -spiega Carlo Riccio, veterinario della Usl locale- ci sono arrivati 55 corpi di animali deceduti per avvelenamento, di cui 36 cani e 19 gatti. La maggior parte di questi avevano nell’organismo stricnina ed altre sostanze, come gli anticrittogamici”. Allucinante.

“Il problema dei bocconi avvelenati -denuncia Francesco Mezzatesta, esperto- non è di carattere morale. Ma solo economico. Legato al miliardario giro d’affari che gravita attorno alle aziende faunistico-venatorie, laddove cioè si pratica la caccia a pagamento. Scopo degli avvelenatori è quello di sterminare predatori come volpi, faine, rapaci, gatti, per ridurre le perdite della selvaggina da ripopolamento che non è in grado di sopravvivere in natura. In questo modo viene messa a repentaglio anche la vita di quegli animali domestici che vanno a passeggio per boschi e campagne con i loro padroni”. I proprietari di animali però hanno deciso di passare all’offensiva. Si è così costituito un Comitato, il Coca Coba (Comitato campagna contro i bocconi avvelenati, tel. 0523-878154), che raccoglie privati e decine di associazioni di volontariato per condurre una campagna contro questa pratica aberrante.  “L’iniziativa nasce da alcune persone -spiega Clara Mezzadri, responsabile di Pro Natura Piacenza - che hanno fatto questa triste esperienza sulla loro pelle. La mia lupa, ad esempio, è stata avvelenata due volte: con la stricnina nel ‘90 e pochi mesi fa ingoiando una testa d’anatra messa davanti alla tana di una volpe. Maledetti bracconieri. Ma ora passiamo al contrattacco: è necessario fare subito la denuncia ai Carabinieri. Nella nostra zona, i dati che abbiamo fornito sono ora sotto inchiesta della Magistratura. I colpevoli dovranno pagare.” Le esche sono sempre succulente, appetibili. Frittelle, biscotti, pezzetti di carne. Irresistibili per animali selvatici e domestici. Ma portano una morte atroce. Con l’avvelenamento da stricnina, il veleno usato più comunemente, il respiro manca, i polmoni cercano aria fino a scoppiare, mentre la mente rimane lucida fino alla fine. Una motivazione in più per odiare questa pratica: ogni cittadino è chiamato a denunciare chi se ne rende responsabile.

Come difendersi da vicini di casa intolleranti, dai ladri e da bracconieri e cacciatori, le tre categorie che fanno uso delle polpette avvelenate? E’ necessario insegnare al nostro quattrozampe a non accettare cibo da estranei e a non raccattarlo  ovunque per terra. “Bisogna intervenire quando il cane ha 5 mesi”, sostiene Mariagrazia Lori, addestratrice (tel. 0521-804663).  “Questo è il mio metodo: il cane va tenuto al guinzaglio con un collare a strangolo, di quelli per addestramento. Una persona estranea alla famiglia fa l’atto di donare una leccornia al quattrozampe. L’istruttore, a questo punto, da uno strattone per tirare indietro il cucciolo, accompagnando il gesto con un secco “no!”. La scena va ripetuta alcune volte, per diverso tempo, con molte persone differenti che offrono il cibo. Queste persone devono essere degli estranei. E’ inoltre importante che sia un istruttore che, le prime volte, insegni al proprietario come dare i comandi in maniera corretta. Dopo un po’ di pratica, si può ripetere la scena senza guinzaglio. In questa maniera -conclude la Lori- credo di aver salvato molti cani dal rischio di essere avvelenati”. Addestramento o no, è comunque buona norma che il nostro Fido impari a mangiare solo dalla sua ciotola, possibilmente sempre la stessa. “Le tecniche di addestramento -avverte tuttavia Aldo La Spina, comportamentista (tel. 02-39100286) - rischiano però anche di insegnare al cane ad essere diffidente. Può essere un buon sistema per un cane da guardia, ma non per tutti i quattrozampe”. Ecco allora un secondo suggerimento. “Si può far ricorso -prosegue La Spina- alla tecnica del “lascio e prendi”, che va insegnata da un esperto. E’ infatti abbastanza complessa. Si tratta di una serie di opportuni esercizi  che portano il cane a considerare gratificante far vedere al padrone cosa sta mangiando. Questa tecnica insegna al nostro quattrozampe a tornare dal padrone con la schifezza in bocca, e quindi a non mangiarla subito, di nascosto. Si tratta cioè di dare non un condizionamento negativo, ma di proporre invece un rinforzo positivo, per aumentare la motivazione a tornare dal padrone.  Si insegna insomma a a non mangiare tutto voracemente, prima che arrivi il padrone ad impedirlo, come è caratteristico nei cuccioli. Questa tecnica è gratificante, non coercitiva, e non rischia di rovinare il rapporto con il cane come quella dei divieti”. Occorre però molta pazienza e un po’ di tempo. “Comunque, in mancanza di meglio, se si abita in zone ad alto rischio di bocconi avvelenati -conclude La Spina- consiglierei di mettere la museruola durante la passeggiata. Per il cane non è certo il massimo, ma dopo un po’ si abitua. E, in ogni caso, sempre meglio che rischiare l’avvelenamento”.

Cosa dice la legge

La legge è severa con gli avvelenatori. E’ bene saperlo. Coloro che avvelenano gli animali rischiano, in base all’articolo 146 delle Leggi sanitarie (“Immissione nell’ambiente di sostanze velenose”) la reclusione da 6 mesi a 3 anni e una multa da 100.000 ad 1 milione di Lire. A ciò si aggiungono le normative che tutelano gli animali, come l’articolo 727 del Codice Penale (“Maltrattamento di animali”) e la Legge 473 del 1993 (“Nuove norme contro il maltrattamento di animali”), che prevedono da 2 a 10 milioni di sanzione penale. E ancora: L’articolo 638 del Codice Penale (“Danneggiamento e uccisione di animali altrui”) prevede la reclusione, per chi viene condannato, fino ad 1 anno e una multa fino a 600.000 Lire. Le leggi, quindi, ci sono. Si tratta, come sempre, di farle rispettare.  Per questo è indispensabile che ogni cittadino denunci casi di cui è a conoscenza . La sua azione sarà tanto più efficace se non si limita a segnalare la cosa alle associazioni ambientaliste, ma denuncerà personalmente le situazioni di cui è a conoscenza alle autorità competenti. Cioè agli agenti di polizia di un Comune, al Corpo delle Guardie forestali della Provincia, ai Carabinieri, o alla Procura della Repubblica.

 

 

GAIA difende tutti i gatti che vivono liberi: Le nostre volontarie al lavoro.

 

Sempre piu' cani vittime di bocconi avvelenati, esche e topicidi.

Educate il vostro beniamino a non mangiare nulla fuori casa.

 

Lettere prototipo e avvisi ai condomini, le due lettere di GAIA in difesa di gatti e cani randagi.