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nebbia giorgio
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Non ha ricevuto, a mio parere, sufficiente attenzione --- per le sue implicazioni ambientali --- la notizia dell'accordo firmato fra i sindacati e la nuova Confindustria sulla regolamentazione del telelavoro, la forma di occupazione che permette ai lavoratori di svolgere i propri compiti fuori dall'ufficio a cui sono addetti. Col telelavoro gli stessi compiti possono essere svolti in un ufficio decentrato, per esempio alle periferie delle città, in piccoli paesi, in speciali centri in cui più lavoratori si riuniscono, magari vicino alle proprie abitazioni, o addirittura gli stessi compiti possono svolti a casa propria.

Il telelavoro è reso possibile dalla diffusione dei computers, e delle reti di telecomunicazioni: il ruolo rivoluzionario della diffusione e dei perfezionamenti della microelettronica sul mondo del lavoro è apparso chiaro già all'alba delle cibernetica e della telematica, quando ci si è resi conto che le reti di calcolatori elettronici avrebbero permesso di svolgere, in zone remote, anche a casa propria, molti di quei lavori che gli impiegati fino allora erano stati costretti a svolgere in ufficio.
Già trent'anni fa, nel 1974, all'inizio della crisi energetica ed ecologica, il Post Office inglese analizzò le prospettive del telelavoro, svolto a distanza dall'ufficio, eventualmente dai lavoratori a casa propria; se fosse stata imboccata questa strada, i servizi telegrafici, telefonici e postali sarebbero stati rivoluzionati e inoltre si sarebbero realizzati minori consumi di energia negli spostamenti dei lavoratori pendolari e sarebbe diminuito l'inquinamento urbano.

Oggi in parte il telelavoro è già una realtà anche in Italia: che cosa so io da dove mi risponde l'operatrice telefonica che mi informa sull'indirizzo di un mio amico ? potrebbe essere una gentile signora davanti al terminale di un calcolatore piazzato sul suo tavolo di cucina. O dove si trova il call-center da cui un cortese giovanotto mi offre la possibilità di vantaggioso acquisto di una cassetta di vini pregiati ?

Ma si tratta ancora di una limitata utilizzazione di risorse potenziali senza fine. Immaginiamo come cambierebbe, col telelavoro, la vita di un impiegato che abita a Bisceglie e che deve andare con la propria automobile o in autobus o col treno ogni giorno in ufficio a Bari: immaginiamo che il suo lavoro consista nel registrare, su un calcolatore, delle informazioni per sette ore al giorno.
Lo sventurato si alza alle sei di mattina, parte alle sette, senza aver visto i figli; se usa l'automobile si infila in una coda senza fine, diventa matto per cercare un parcheggio, entra finalmente in ufficio alle nove; mangia poco e male e in fretta nell'intervallo e continua il lavoro dalle due alle cinque. Si rimette in viaggio con altre code, altro caldo (o freddo), altra fatica, e arriva a casa quasi alle otto, stanco, arrabbiato, senza voglia di far niente se non appiccicarsi al televisore dopo aver risposto stizzosamente alla moglie, stanca anche lei, ai figli che non riescono a fare i compiti.

Adesso immaginiamo la vita dello stesso impiegato che ha in una stanza del suo appartamento lo stesso calcolatore che usa in ufficio: si alza alle sette, aiuta i ragazzi ad andare a scuola e parla con loro, alle nove si mette al calcolatore e lavora fino all'una. Mangia in maniera decente con la propria famiglia, con i ragazzi tornati da scuola, legge il giornale, può fare una camminata a piedi; torna a casa alle quattro e fino alle sette completa le sette ore lavorative per cui è pagato.
Alla fine ha tempo per discutere coi figli come è andata la scuola, o l'esito della partita, forse riesce a leggere un libro, parla con la moglie, ripara il rubinetto che perde, mangia alle otto e mezzo in famiglia e poi fa quello che vuole.

Il lavoro è stato fatto, l'impiegato si è guadagnato lo stipendio, ha risparmiato tempo, si è consumata meno energia nei trasporti, si è inquinata di meno l'aria della città, e forse l'impiegato ci ha guadagnato in felicità. Il datore di lavoro ha avuto il servizio per cui paga lo stipendio, probabilmente le assenze diminuiscono e compensano le spese per l'acquisto del calcolatore fornito a casa sua all'impiegato e il costo della linea telefonica. Probabilmente il datore di lavoro risparmia anche nel costo degli uffici e dei parcheggi che deve assicurare ai dipendenti
Non mi risulta che sia stata fatta una analisi economica del sistema complessivo del telelavoro, calcolando il risparmio di carburante dovuto al minore pendolarismo, il vantaggio del minore inquinamento urbano, il risparmio di spazio per i parcheggi, che verrebbero evitati se molti lavoratori svolgessero il proprio lavoro a casa propria. In un periodo in cui le grandi città sono congestionate, potrebbero rinascere piccoli paesi e piccole comunità in cui potrebbe essere gradevole vivere e lavorare, anzi tele-lavorare.
Alcune barzellette mostrano un telelavoratore in costume da bagno, col suo computer sotto un ombrellone, su una spiaggia circondata dalle palme !

E' stato osservato, forse giustamente, che i vantaggi collettivi ed "ecologici" --- minore traffico e inquinamento atmosferico, minore consumo energetico nei trasporti, decongestione delle grandi città --- potrebbero essere neutralizzati dallo sfruttamento più intensivo dei lavoratori, dall'isolamento dei lavoratori dai suoi compagni. Come si può scioperare quando si sta a casa propria, davanti ad un tavolo col calcolatore ? Altri ancora pensano alla tristezza del lavoratore isolato, all'alienazione delle persone legate al telelavoro, al fastidio per una moglie che, se non lavora, si trova il marito tutto il giorno fra i piedi, forse gradevole, forse noioso. Potrebbe, la grande svolta, far aumentare i figli --- o i divorzi ?

Dopo anni di incertezza di giudizio da parte dei sindacati sulle prospettive del telelavoro il nuovo accordo fissa alcuni punti: la necessità di un consenso da parte sia dei datori di lavoro sia dei lavoratori, l'uguaglianza di salario e di diritti dei lavoratori, un contributo dei datori di lavoro a certe spese che risulterebbero a carico del telelavoratore. E ne verrebbe anche un aumento delle vendite dei computers e dei servizi telematici.