Nel primo giorno di caccia i controlli sono stati più assidui del consueto. Il rozzanese è stato battuto a tappeto fin dalle prime luci dell’alba e alcune doppiette sono state controllate anche 3 volte di seguito dai diversi agenti addetti alla vigilanza venatoria.
Alcune aree agricole tra Opera, Pieve Emanuele e Rozzano hanno visto una grande affluenza di cacciatori, ma in molti casi la selvaggina è rimasta rifugiata nelle oasi naturalistiche e nelle aree di protezione, spaventata dagli spari.
A Rozzano, per verificare il rispetto delle norme, è sceso in campo l’Assessore all’Ambiente e Protezione Civile, Stefano Apuzzo, portavoce dell'associazione Gaia, il quale ha accompagnato le guardie venatorie del Nucleo di Vigilanza del WWF, coordinate da Filippo Bamberghi.
Le guardie venatorie hanno controllato diversi cacciatori, alcuni dei quali hanno affermato di essere già stati sottoposti a verifica da parte della Polizia Provinciale. E’ stato elevato un verbale di infrazione e sequestrato un fagiano.
In zona Torriggio, al confine con Basiglio, i residenti hanno chiamato la Polizia Locale a causa degli spari troppo vicini alle loro abitazioni.
Particolarmente affollata di doppiette era l’area dove entro breve sorgerà il “Parco delle Rogge” di Rozzano vecchio. Anche qui, le guardie venatorie hanno rilevato alcune irregolarità seppur non gravi.
Evidente il malcontento degli agricoltori i quali lamentano i danni che i cacciatori arrecano, anche involontariamente, alle colture di riso. In provincia di Milano e di Pavia gli agricoltori e le loro associazioni non sono riuscite ad ottenere una proroga dell’apertura della caccia per tutelare il riso, (si era ipotizzato di posticipare di una settimana il via libera alle doppiette).
Nel corso dei controlli, Assessore e guardie venatorie, hanno riscontrato le lamentele di diverse persone e agricoltori, per gli spari e il continuo attraversamento dei campi da parte di persone armate. I volontari del WWF ricordano il numero di telefono anti-bracconaggio, al quale i cittadini possono rivolgersi per segnalazioni precise e denunce: 328.87308288.
Per la prima volta da anni, la Regione Lombardia non ha approvato le deroghe per la caccia ai piccoli uccelli, deroghe sempre richieste a gran voce dai cacciatori bresciani e dalla Lega e sempre bollate come illegali dall’Unione Europea e, a seguito dei ricorsi delle associazioni animaliste, bocciate. Quest’anno il Consiglio Regionale ha bocciato, alla sua prima seduta, la proposta di deroghe.
Sulla prima giornata di caccia e di vigilanza venatoria, l’Assessore Apuzzo ha dichiarato: “a Rozzano i cacciatori residenti rispettano generalmente e correttamente le norme e le leggi, ma spesso vi sono doppiette che vengono da fuori che sparano a qualsiasi cosa si muova. Da ambientalista ritengo che la caccia vada abolita anche perché dissemina il terreno di piombo velenoso e inquinante e uccide animali innocenti, ma finchè la legge norma questa attività e bene vigilare affinchè le leggi siano rispettate”.
Box – scheda.
Quanto piombo riversano nell’ambiente i cacciatori bresciani e lombardi?
Una cartuccia contiene in media 32 grammi di piombo. I cacciatori della provincia di Brescia con licenza sono 35.000. Nell’ipotesi che ogni cacciatore spari, in una stagione venatoria, 400 cartucce, sarebbero 448.000.000 milioni i grammi di piombo sparsi sul terreno, ovvero 448 tonnellate di piombo, sufficiente ad avvelenare ampie porzioni di territorio, fiumi e laghi. Moltiplicando la quantità di piombo per i cacciatori della Lombardia abbiamo un dato impressionante.
La caccia in numeri.
In Italia i cacciatori sono 700.000. Se questo esercito si dispiegasse tutto insieme sull’ intero territorio nazionale, comprese città, laghi, fiumi e montagne, ogni chilometro quadrato ne ospiterebbe sei. E’ la densità più alta d’Europa. In Olanda e in Belgio ci sono 1,4 cacciatori per chilometro quadrato, in Germania 1,3, in Lussemburgo 1,2 e il valore medio dei paesi dell’Unione Europea (Italia esclusa) è di 2.
Solo gli uccelli migratori uccisi ogni anno dai cacciatori italiani sono 150 milioni (contro 80 milioni in Francia, 50 in Spagna, e un milione in Danimarca). Esclusi gli uccelli migratori, il totale degli animali uccisi ogni anno in Italia raggiunge i 300 milioni.
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