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loghinoSono tanti, troppi i motivi per cui l'uomo massacra gli animali. Per mangiarli, per vivisezionarli, per usarli in guerra, per i comattimenti, per le corse clandestine ecc. Noi di Gaia abbiamo fatto qualche calcolo. Terribile.

Per macellazione:
10 miliardi di animali (pesci esclusi!) vengono macellati dall'uomo in un anno nel mondo.
In Italia, nel nostro Belpaese, sono 600 milioni, di cui 570 milioni di polli, faraone ecc., 5 milioni e mezzo di agnelli, 3 milioni e mezzo di manzi, 2 milioni di conigli, 1 milione e mezzo di vitelli, 2 milioni e mezzo di pecore e capretti, 500.000 di equini.
Da questi conti sono esclusi animali “minori”, il cui numero è impressionante. Basti pensare, ad esempio, ai 100 milioni di rane uccise ogni anno in India per esportazione a fini alimentari e alle 5000 tonnellate di chiocciole che vengono bollite vive annualmente in Italia.
Ogni statunitense divora mediamente, nell’arco della sua vita, 14 bovini, 23 suini, 45 tacchini e 1100 polli.
C'è la possibilità di non essere complici di questa ecatombe: diventare vegetariani.

 

Per vivisezione:
Le fonti antivivisezionistiche valutano in centinaia di milioni, ogni anno, le cavie da laboratorio sacrificate alla vivisezione in tutto il mondo (in Italia sarebbero 3,5 milioni all’anno). Solo un numero limitato di paesi, tuttavia, fornisce i dati ufficiali. Le cifre “ufficiali” sono pertanto queste.
Francia    3.645.700
Germania (solo parte Ovest) 2.402.700
Gran Bretagna   3.242.500
Irlanda         14.700
Olanda       950.000
Svizzera    1.064.000
Italia     1.284.100
Cina     3.000.000
Giappone    8.200.000

Tanto per valutare l’attendibilità di questi dati “ufficiali”: secondo la JAVA (Japan Anti-Vivisection Association), solo i mammiferi utilizzati ogni anno nei laboratori giapponesi sono circa 20.000.000. E ancora: secondo il Consiglio d’Europa, i dati forniti dal governo italiano “sono incompleti, mentre le stesse tabelle statistiche sono difformi da quelle ufficiali”.
La Lav (Lega anti vivisezione) denuncia che oltre 1.500 cani, in gran parte della razza beagle, muoiono ogni anno nei laboratori italiani.

Per la guerra:
Tutti i giorni in molte nazioni, in laboratori doppiamente segreti sia per le tecniche utilizzate sia per il segreto militare imposto, migliaia di animali come cani, scimmie, maiali, galline, agnelli, capre, conigli, delfini, leoni marini, pappagalli, topi ecc., sono costretti a sacrificare la loro vita alla "guerra degli uomini" che si conduce nei laboratori.
Ecco qualche cifra, che non compare mai in nessun elenco ufficiale delle vittime di guerra, e qualche esempio.
- Nel 1990 il Comitato americano dei Medici per la Medicina responsabile ha denunciato, negli Stati Uniti, il sacrificio di oltre 500.000 animali all’anno per scopi militari. Sempre "nel Paese delle libertà", nel solo 1990 (unico dato ufficiale diffuso da "The Antivivisection Magazine"), 250mila animali sono stati usati per testare effetti di esplosioni, infezioni, schock elettrici. Sempre nel 1990 erano "in servizio" 141 delfini, in passato già utilizzati nella Guerra del Vietnam, addestrati per annullare incursioni via mare e per trasportare esplosivi. I luoghi-simbolo di questa utilizzazione sono "The School of Aerospace Medicine" di Brooks, "The Armstrong Aerospace Medical Research Laboratory" di Dayton, "The Naval Aeromedical Research" in Pensacola, Florida, "The Army Aeromedical Research Center" ad Ozark in Alabama. I furetti sarebbero tra gli animali più utilizzati per i test ordinati dal Dipartimento della Difesa americano.
- Nel 1991, durante la guerra del Golfo, migliaia di galline (e anche qualche pappagallo) sono state rinchiuse in gabbie e portate in prima linea per segnalare, morendo, la presenza di gas tossici. Viste le differenze fisiologiche tra l’uomo e gli altri animali, molti militari hanno però contestato questo metodo inaffidabile, richiedendo invece l’uso dei laboratori mobili Fox, costruiti in Germania.
- In Europa, in particolare nella base inglese di Port Down, sono stati e sono condotti test di gas nervini su scimmie, cianuro-idrogeno su cani; gli effetti dei proiettili di gomma utilizzati in Irlanda del Nord o nella striscia di Gaza vengono provati prima su pecore.
- In Gran Bretagna in soli due anni, dal 1981 al 1983, sono stati condotti 40.100 esperimenti su animali a scopo bellico (fonte: Home Office, Londra), fra i quali quelli per mettere a punto attacchi (e sistemi di difesa) con il gas "Sarin", quello utilizzato anni dopo per gli attentati nella metro di Tokyo. Scimmie rhesus sono state "sparate" alla testa per investigare gli effetti di "Sarin" e "Tabun": gli animali sono sopravvissuti da due a centosessantanove minuti. Ed ancora, scimmie rhesus sono state esposte a gas nervino "Soman" per trovare un antidoto, dopo uno-undici minuti, dopo violente convulsioni hanno perso conoscenza (Fonte: Injury, volume 14/82).
- E in Italia? Nel 1986, di fronte ad un’interrogazione parlamentare in proposito, l’allora ministro della Difesa Giovanni Spadolini rispose che le sperimentazioni militari con sacrificio di animali “sono indispensabili”. Spadolini precisò che “gli animali utilizzati sono nell’ordine di qualche centinaio ogni anno”. Oggi non risultano centri autorizzati, diretti o per conto terzi, di armi o sostanze con principale e possibile impiego bellico. Ma fino al 1989 ha sicuramente utilizzato animali il Centro "Centechifis" di Civitavecchia, del Ministero della Difesa, nel quale si effettuavano test "per l'accertamento di requisiti tecnici peculiari di prodotti ed equipaggiamenti, come tute e maschere per uso militare in corso di sviluppo in ambito nazionale, e test di antidoti e profilattici inerenti alla difesa nucleare, biologica e chimica". Sicuramente conigli e porcellini d'India sono stati utilizzati per anni in test di tossicità acuta a pochi metri dall'autostrada Roma-Civitavecchia.
- Nell'isola di Vozrozdenie nel mare d'Aral, ex Unione Sovietica, un luogo ora dimenticato da tutto e da tutti dove per decenni l'industria bellica di Stato ha lavorato alle nuove tecniche di offesa chimica e batteriologica in particolare, è stata condotta (come riporta il Corriere della Sera in un articolo del 1999) la sperimentazione di un ceppo batteriologico della peste resistente agli antibiotici, provandolo su conigli, cavie, topi, cavalli, pecore, asini e babbuini. Ma ad essere testati sugli animali sono stati anche vaiolo, tifo, botulino, il morbo Ebola e l'encefalite equina che ora, assieme all'ormai noto antrace, ricoprono parte del villaggio militare, abbandonato dopo la fine del potere sovietico, ed una porzione indefinita di terreno dell'Isola. Il quotidiano "La Stampa", invece, ha descritto con minuzia un test su scimmie: "Un centinaio erano legate a paletti che in file parallele si allungavano fino all'orizzonte - scrive Ken Alibek, vicedirettore del progetto "Biopraprat" fuggito negli Usa nel 1992 - a venticinque metri da terra una nuvola color mostarda si dispiega lentamente, poi si dissolve ricadendo sulle scimmie che si mettono ad urlare tirando le catene. Agonizzano. Saranno recuperate da uomini in tuta di protezione antibatterica, ed esaminate in laboratorio. Morte".
- Nella Seconda Guerra mondiale 200mila cani-bomba vennero addestrati nell'esercito di Hitler, decine di migliaia da parte dei sovietici e 10mila, di 32 razze diverse, da parte degli Stati Uniti con il reparto cinofilo K9.
Conclusione? Le armi uccidono tutti, non fanno distinzioni di specie; ma gli animali non hanno mai fabbricato bombe, non hanno mai dichiarato guerra e non chiedono di partire volontari, eppure da lunghi decenni, "grazie" all'umanità, hanno le loro guerre da combattere.

Per abbandono:
Nel 2009, secondo le stime delle maggiori asociazioni animaliste italiane, l'abbandono ha riguardato 100.000 cani e 50.000 gatti.
Allarmante il dato sulla mortalità dei cani abbandonati, che raggiunge l'80%.
Il Ministero della Salute, in una tabella del 2008, dichiara una popolazione di 816.610 cani randagi e 1.290.692 gatti randagi. Secondo le stime della LAV a livello nazionale, i cani detenuti in canili di vario genere sono oltre 1.600.000.
Gli abbandoni in autostrada sono meno frequenti di un tempo: negli ultimi 10 anni si è registrata, rispetto al decennio precedente, una diminuzione del 70%. Cani e gatti vengono abbandonati da altre parti, ad esempio davanti ai canili, nei centri cittadini e in prossimità dei luoghi di villeggiatura.
Nei mesi di giugno - luglio - agosto vi è il massimo picco di abbandoni: si stima ammontino a ca. 60.000 nei tre mesi. Ciò equivale a 20.000 al mese, cioè a circa 700 cani abbandonati al giorno. Ciò significa che, nei tre mesi “caldi”, sul territorio nazionale, si assiste in media a 25 abbandoni del migliore amico dell’uomo all’ora, ovvero ad un abbandono ogni due minuti.

Per mafia: corse di cavalli
Secondo le stime dell’Osservatorio nazionale Zoomafia della LAV, le truffe nel mondo dell’ippica e le corse clandestine di cavalli fruttano alla criminalità organizzata un business da 1 miliardo di Euro l’anno: frodi e scommesse clandestine nelle gare ippiche sono spesso all'ordine del giorno negli ippodromi. Il confine tra legalità e illegalità nel mondo delle corse dei cavalli è divenuto sempre più sottile e gli interessi in campo sono sempre più vasti.
I reati “connessi” con le gare ippiche sono sempre più numerosi: nel 2001, ad esempio, sono stati accertati i reati di detenzione e spaccio di droga, uso di sostanze dopanti, ricettazione, associazione a delinquere, maltrattamento di animali, gioco d’azzardo, abusivismo edilizio, estorsione, truffa, alterazione di corse ippiche. Secondo i controlli effettuati dalla Federazione Internazionale Sport Equestri, il 5 per cento dei cavalli italiani impegnati nei concorsi ippici nazionali ed internazionali risultano positivi alle sostanze doping.
Ogni anno ammontano a circa 5.000 i cavalli da corsa rubati o uccisi per vendetta.
Che il mondo dell'ippica ufficiale non si salvasse dall'inquinamento della delinquenza organizzata si sa da tempo: già negli anni ‘70, a seguito dell’insediamento a Napoli di alcuni pericolosi mafiosi, si creò un intreccio fra Camorra e Cosa Nostra e accanto alle case da gioco legali fiorirono le bische clandestine legate al mondo dei cavalli e dei cinodromi. La dura realtà è che ogni giorno l'ippica manda al macello i cavalli spingendoli ad un innaturale trotto e ad un altrettanto forzato galoppo: animali coccolati unicamente come macchine per far soldi, che una volta rotte si buttano nella spazzatura!


(dati elaborati da Edgar Meyer, presidente di Gaia Animali & Ambiente, e Stefano Carnazzi, direttore di Lifegate magazine)