Giorgio Nebbia <
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Le frodi sono una delle attività criminali più antiche dell'umanità; quando il denaro è diventato l'indicatore del valore delle merci e quando il possesso del denaro è diventato l'indicatore del valore delle persone, i commercianti disonesti hanno cercato di aumentare i propri guadagni vendendo a prezzo elevato merci meno pregiate. Delle frodi si trovano denunce nella Bibbia, nella “Storia naturale” di Plinio del I secolo dopo Cristo; ci sono pervenuti vari manuali per svelare le frodi commerciali e alimentari scritti nel mondo islamico e occidentale medievali; lo studio delle frodi e della loro storia e dei modi per svelarle occupa un importante capitolo della merceologia.
Il vero cammino trionfale delle frodi alimentari comincia con la rivoluzione industriale: il proletariato poteva essere sfruttato non solo in fabbrica, con bassi salari e condizioni disumane di lavoro, ma anche nella bottega. Agli inizi del 1800 le frodi alimentari erano così diffuse da indurre il chimico Fredrick Accum a scrivere un celebre libretto sull'adulterazione dei cibi, col sottotitolo: "La morte nella pentola", con riferimento alla intossicazione alimentare di Eliseo e dei suoi compagni, raccontata nella Bibbia nel quarto Libro dei Re. Il libro di Accum, pubblicato nel 1820 a Londra, fu il primo di una lunga serie di scritti di denuncia delle frodi alimentari in seguito ai quali il Parlamento inglese nominò, nel 1834, una prima commissione d'inchiesta; poiché le frodi continuavano, altre due commissioni d'inchiesta, nel 1855 e nel 1856 svelarono al pubblico quante porcherie arrivavano sulla tavola degli inglesi. L'indagine fu sostenuta da una vivace campagna di stampa; il settimanale satirico inglese Punch, durante i lavori della Commissione parlamentare, pubblicò il 4 agosto 1855 una celebre vignetta che mostra una bambina nel negozio di un droghiere. "Signore --- dice la bambina --- la mamma la prega di darmi un etto di tè della migliore qualità, per uccidere i topi, e mezzo etto di cioccolata per sterminare gli scarafaggi". Lo scandalo portò all'approvazione, nel 1860, della prima legge inglese contro le adulterazioni degli alimenti.
Un quadro desolante del commercio all'ingrosso degli alimenti nella capitale francese fu esposto nel 1873 dal libro di Emile Zola, “Il ventre di Parigi” che spinse il governo francese ad istituire, nel 1877, un servizio di igiene pubblica la cui direzione fu affidata niente meno che a Louis Pasteur.
Un movimento di contestazione si era intanto sviluppato anche negli Stati Uniti; nel 1898, durante la guerra di Cuba, l'America era stata scossa dallo scandalo delle scatolette di carne avariata distribuite al corpo di spedizione statunitense e ciò spinse il giornalista Upton Sinclair (1878-1968) a svolgere un’indagine sull’industria della macellazione e delle carni, che aveva la sua capitale in Chicago. Come risultato fu pubblicato, proprio cento anni fa, nel 1906, il libro “La giungla”, una grande inchiesta-romanzo sulle frodi e imbrogli e sulle condizioni disumane di lavoro e di sporcizia in cui tale industria operava.
“La giungla” (una buona traduzione in italiano è stata pubblicata da Mondadori) è la storia di una giovane coppia di immigrati lituani, Jurgis e Ona, arrivati a cercare lavoro e condizioni decenti di vita a Chicago; il racconto è un’occasione per inserire delle lunghe dettagliate descrizioni del ciclo di produzione della carne in scatola, della corruzione dei controllori che fanno finta di non vedere gli animali malati che vengono macellati insieme agli altri, dello sconforto dei lavoratori che si accorgono di essere stati assunti al posto di un lavoratore più debole o malato, cacciato via perché non rendeva abbastanza. Jurgis passa attraverso tutti i gironi dell’inferno della città della carne in scatola; acquista a rate un piccolo appartamento per vederselo portare via quando non può più pagare le rate; ha un incidente in fabbrica e quando viene riassunto viene destinato all’impianto dei fertilizzanti, il peggiore di tutti, in cui venivano trattati tutti i liquidi di scarto e i residui di ogni genere, venivano essiccate e segate le ossa, e uomini, donne e bambini erano costretti a respirare tutto il giorno una polverina che li avrebbe inevitabilmente uccisi. Il cammino di Jurgis precipita sempre; perde la moglie Ona, conosce l’ingiustizia dei tribunali e finisce in prigione; perde uno dopo l’altro i lavori sempre più miserabili, fino a che incontra persone --- agli inizi del Novecento nascono i primi partiti socialisti americani --- che lo spingono a leggere, a conoscere e a credere che anche i più miseri possono vedere riconosciuti i loro diritti. Dopo la pubblicazione di “La giungla” Sinclair continuò le sue battaglie denunciando le prepotenze dei monopoli dell’acciaio, del carbone (“King Coal”, 1917), del petrolio (“Oil !”, 1927), e pubblicò, nel 1928, “Boston” in difesa di Sacco e Vanzetti,
Il libro “La giungla” fu un grandissimo successo, ebbe l’effetto di sollevare l’opinione pubblica e spinse Teodoro Roosevelt, che era diventato presidente degli Stati Uniti nel 1901, con buone intenzioni riformatrici, ad emanare le prime leggi nel campo alimentare, quelle sulla qualità degli alimenti e sul controllo delle carni, settori fino allora abbandonati all'arbitrio di imprenditori spregiudicati. Dopo tali leggi fu anzi creato uno speciale laboratorio anti-frodi nel Dipartimento dell'Agricoltura e, più tardi, fu creata, nel Dipartimento della Sanità, la Food and Drug Administration.
Le frodi non cessarono certo, né in America, né in tutti gli altri paesi in cui l’avidità di profitto non esita a danneggiare la salute e la tasca dei cittadini meno attenti; sempre negli Stati Uniti due giornalisti, Kallet e Schlink, pubblicarono nel 1933 un libro intitolato “100 milioni di porcellini d’India” (gli animali su cui si sperimentano i danni alla salute), per denunciare come gli americani fossero esposti ad alimenti contaminati e difettosi. Nel 1970 Ralph Nader pubblicò il libro “Il cibo che uccide”, tradotto nel 1974 da Bompiani, sulle omissioni di controlli da parte della FDA.
Quello delle frodi alimentari è un capitolo poco esplorato della storia contemporanea; in Italia se ne parlò negli anni cinquanta del Novecento, dopo varie denunce giornalistiche sulle frodi nel campo dell’olio, delle paste alimentari, del pane, e anche in quella occasione furono emanate nuove leggi più attente alla difesa della salute e dei diritti dei consumatori e anzi da allora, cinquant’anni fa, nacque in Italia un movimento di difesa dei consumatori, proprio come era nato in America, dopo la pubblicazione del libro di Sinclair, cento anni fa. In tutti i casi citati il merito delle denunce e delle riforme è stato della stampa e di giornalisti coraggiosi.
Le frodi sono una delle attività criminali più antiche dell'umanità; quando il denaro è diventato l'indicatore del valore delle merci e quando il possesso del denaro è diventato l'indicatore del valore delle persone, i commercianti disonesti hanno cercato di aumentare i propri guadagni vendendo a prezzo elevato merci meno pregiate. Delle frodi si trovano denunce nella Bibbia, nella “Storia naturale” di Plinio del I secolo dopo Cristo; ci sono pervenuti vari manuali per svelare le frodi commerciali e alimentari scritti nel mondo islamico e occidentale medievali; lo studio delle frodi e della loro storia e dei modi per svelarle occupa un importante capitolo della merceologia.
Il vero cammino trionfale delle frodi alimentari comincia con la rivoluzione industriale: il proletariato poteva essere sfruttato non solo in fabbrica, con bassi salari e condizioni disumane di lavoro, ma anche nella bottega. Agli inizi del 1800 le frodi alimentari erano così diffuse da indurre il chimico Fredrick Accum a scrivere un celebre libretto sull'adulterazione dei cibi, col sottotitolo: "La morte nella pentola", con riferimento alla intossicazione alimentare di Eliseo e dei suoi compagni, raccontata nella Bibbia nel quarto Libro dei Re. Il libro di Accum, pubblicato nel 1820 a Londra, fu il primo di una lunga serie di scritti di denuncia delle frodi alimentari in seguito ai quali il Parlamento inglese nominò, nel 1834, una prima commissione d'inchiesta; poiché le frodi continuavano, altre due commissioni d'inchiesta, nel 1855 e nel 1856 svelarono al pubblico quante porcherie arrivavano sulla tavola degli inglesi. L'indagine fu sostenuta da una vivace campagna di stampa; il settimanale satirico inglese Punch, durante i lavori della Commissione parlamentare, pubblicò il 4 agosto 1855 una celebre vignetta che mostra una bambina nel negozio di un droghiere. "Signore --- dice la bambina --- la mamma la prega di darmi un etto di tè della migliore qualità, per uccidere i topi, e mezzo etto di cioccolata per sterminare gli scarafaggi". Lo scandalo portò all'approvazione, nel 1860, della prima legge inglese contro le adulterazioni degli alimenti.
Un quadro desolante del commercio all'ingrosso degli alimenti nella capitale francese fu esposto nel 1873 dal libro di Emile Zola, “Il ventre di Parigi” che spinse il governo francese ad istituire, nel 1877, un servizio di igiene pubblica la cui direzione fu affidata niente meno che a Louis Pasteur.
Un movimento di contestazione si era intanto sviluppato anche negli Stati Uniti; nel 1898, durante la guerra di Cuba, l'America era stata scossa dallo scandalo delle scatolette di carne avariata distribuite al corpo di spedizione statunitense e ciò spinse il giornalista Upton Sinclair (1878-1968) a svolgere un’indagine sull’industria della macellazione e delle carni, che aveva la sua capitale in Chicago. Come risultato fu pubblicato, proprio cento anni fa, nel 1906, il libro “La giungla”, una grande inchiesta-romanzo sulle frodi e imbrogli e sulle condizioni disumane di lavoro e di sporcizia in cui tale industria operava.
“La giungla” (una buona traduzione in italiano è stata pubblicata da Mondadori) è la storia di una giovane coppia di immigrati lituani, Jurgis e Ona, arrivati a cercare lavoro e condizioni decenti di vita a Chicago; il racconto è un’occasione per inserire delle lunghe dettagliate descrizioni del ciclo di produzione della carne in scatola, della corruzione dei controllori che fanno finta di non vedere gli animali malati che vengono macellati insieme agli altri, dello sconforto dei lavoratori che si accorgono di essere stati assunti al posto di un lavoratore più debole o malato, cacciato via perché non rendeva abbastanza. Jurgis passa attraverso tutti i gironi dell’inferno della città della carne in scatola; acquista a rate un piccolo appartamento per vederselo portare via quando non può più pagare le rate; ha un incidente in fabbrica e quando viene riassunto viene destinato all’impianto dei fertilizzanti, il peggiore di tutti, in cui venivano trattati tutti i liquidi di scarto e i residui di ogni genere, venivano essiccate e segate le ossa, e uomini, donne e bambini erano costretti a respirare tutto il giorno una polverina che li avrebbe inevitabilmente uccisi. Il cammino di Jurgis precipita sempre; perde la moglie Ona, conosce l’ingiustizia dei tribunali e finisce in prigione; perde uno dopo l’altro i lavori sempre più miserabili, fino a che incontra persone --- agli inizi del Novecento nascono i primi partiti socialisti americani --- che lo spingono a leggere, a conoscere e a credere che anche i più miseri possono vedere riconosciuti i loro diritti. Dopo la pubblicazione di “La giungla” Sinclair continuò le sue battaglie denunciando le prepotenze dei monopoli dell’acciaio, del carbone (“King Coal”, 1917), del petrolio (“Oil !”, 1927), e pubblicò, nel 1928, “Boston” in difesa di Sacco e Vanzetti,
Il libro “La giungla” fu un grandissimo successo, ebbe l’effetto di sollevare l’opinione pubblica e spinse Teodoro Roosevelt, che era diventato presidente degli Stati Uniti nel 1901, con buone intenzioni riformatrici, ad emanare le prime leggi nel campo alimentare, quelle sulla qualità degli alimenti e sul controllo delle carni, settori fino allora abbandonati all'arbitrio di imprenditori spregiudicati. Dopo tali leggi fu anzi creato uno speciale laboratorio anti-frodi nel Dipartimento dell'Agricoltura e, più tardi, fu creata, nel Dipartimento della Sanità, la Food and Drug Administration.
Le frodi non cessarono certo, né in America, né in tutti gli altri paesi in cui l’avidità di profitto non esita a danneggiare la salute e la tasca dei cittadini meno attenti; sempre negli Stati Uniti due giornalisti, Kallet e Schlink, pubblicarono nel 1933 un libro intitolato “100 milioni di porcellini d’India” (gli animali su cui si sperimentano i danni alla salute), per denunciare come gli americani fossero esposti ad alimenti contaminati e difettosi. Nel 1970 Ralph Nader pubblicò il libro “Il cibo che uccide”, tradotto nel 1974 da Bompiani, sulle omissioni di controlli da parte della FDA.
Quello delle frodi alimentari è un capitolo poco esplorato della storia contemporanea; in Italia se ne parlò negli anni cinquanta del Novecento, dopo varie denunce giornalistiche sulle frodi nel campo dell’olio, delle paste alimentari, del pane, e anche in quella occasione furono emanate nuove leggi più attente alla difesa della salute e dei diritti dei consumatori e anzi da allora, cinquant’anni fa, nacque in Italia un movimento di difesa dei consumatori, proprio come era nato in America, dopo la pubblicazione del libro di Sinclair, cento anni fa. In tutti i casi citati il merito delle denunce e delle riforme è stato della stampa e di giornalisti coraggiosi.
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