Il mese di giugno 2004 è stato segnato da un evento "minore", se raffrontato con i grandi eventi internazionali, ma molto significativo. Una piccola comunità di un paesino di cui, con tutto il rispetto, la maggior parte degli Italiani ignorava l'esistenza, è scesa in piazza, anzi alla stazione, contro il puzzo emanato da una discarica in cui da anni finiscono i rifiuti urbani di Salerno: gli abitanti di Montecorvino Rovella si sono seduti sulle rotaie della linea ferroviaria e hanno interrotto per tre giorni il passaggio dei treni; per questo hanno sollevato l'indignazione di molti italiani e sono stati denunciati alla magistratura.
Badate che la protesta non era egoisticamente "contro la discarica", ma era "contro il puzzo" di una vergognosa discarica a cielo aperto. La protesta è terminata quando "il governo", e intendo il governo nazionale e quelli locali, ha promesso che l'immissione dei rifiuti nella discarica --- e il relativo puzzo --- cesserà un qualche giorno o mese in futuro.
L'Italia produce circa 100 milioni di tonnellate all'anno di rifiuti solidi totali; circa 30 milioni di tonnellate all'anno di rifiuti solidi urbani: mezza tonnellata cioè cinquecento chili, di pattume a testa ogni anno. Lo smaltimento di questa grande massa di pattume in modo da non arrecare danno alla salute dei cittadini è dovere elementare dello Stato, proprio come è suo dovere fare andare le ferrovie e far funzionare scuole e ospedali.
Come è possibile che l'Italia, che possiede un numero enorme di telefoni mobili, che collabora ad inviare la sonda Cassini che esplora gli anelli di Saturno, che produce ed esporta con successo abiti e scarpe e automobili di lusso, non sia capace di sistemare il pattume dei suoi cittadini senza intossicare gli abitanti dei paesi vicini ?
Eppure lo smaltimento dei rifiuti è un problema che è regolato da leggi fin dalla fine dell'Ottocento; e poi, in tempi di civiltà industriale, da una legge del 1982, e poi in tempo di unificazione europea, da una legge del 1997.
In altre parole da almeno venti anni lo Stato, con le sue leggi, dice a se stesso come devono essere fatte le discariche, come devono essere svuotate e bonificate le discariche più vecchie; dice che lui stesso, Stato, deve fare in modo che la massa dei rifiuti diminuisca, che le materie presenti nelle merci, che finiranno nel pattume nazionale, siano fatte in modo da poterne ricuperare una parte.
Lo Stato, con sue leggi che adesso sono comuni a tutta Europa, dice a se stesso come deve essere incoraggiata la raccolta separata delle varie componenti delle merci usate che costituiscono i rifiuti e come deve essere incoraggiata la trasformazione di una parte delle varie frazioni recuperate dal pattume --- vetro, carta, plastica, alluminio, ferro, piombo, eccetera --- in nuove materie. E con le sue leggi lo Stato dice a se stesso che i suoi uffici devono acquistare merci riciclate --- e dice tante altre cose, compreso il divieto di lasciare il pattume sulle strade e di gettare i rifiuti puzzolenti vicino alle case di qualsiasi paese d'Italia.
E' evidente che l'osservanza di queste leggi impone allo Stato di spendere dei soldi --- e anche tanti soldi --- per dotare i paesi di cassonetti adeguati, per scavare discariche nei luoghi adatti geologicamente, per impermeabilizzare il fondo delle discariche e recuperare i gas e i liquidi che si liberano durante la fermentazione, senza arrecare danno alla salute e alle acque sotterranee.
E' evidente che quando ci sono tanti soldi in giro le forze criminali cercano di acchiapparne una parte, controllando i camion che trasportano i rifiuti, affittando a prezzi iperbolici le cave abbandonate da trasformare in discariche puzzolenti; e ci sono dei furbi che fanno delle finte raccolte differenziate e mandano poi nelle discariche e negli inceneritori la carta e la plastica che molti cittadini diligenti hanno separato dai sacchetti delle immondizie di casa propria.
E c'è il disinteresse della ricerca per una così volgare scienza come la rifiutologia. Lo Stato --- il Parlamento, le amministrazioni centrali e quelle locali --- sanno tutto perché c'è un milione di pagine di indagini, libri, rapporti, relazioni, statistiche, inchieste giudiziarie sul problema dei rifiuti, la cui soluzione non solo è un dovere imposto dalla legge dello Stato agli organi dello Stato, ma merita --- a mio modesto parere --- investimenti e soldi più dei tanti frivoli festival e premi e sfilate e mostre e spettacoli e film pagati con pubblico denaro.
Non so "che cosa c'è dietro" alla protesta delle "pasionarie" della discarica di Parapoti; non so se la protesta è di destra o di sinistra: vorrei soltanto che i rappresentanti dello Stato si mettessero ad ubbidire alle leggi da loro stessi emanate e che nella legge finanziaria fossero fissati pubblici investimenti nel campo dei rifiuti e fosse esercitato un severo controllo pubblico su come tali soldi vengono spesi.
Io sono un distratto ascoltatore delle tribune elettorali, ma in quelle che ho seguito non ho mai sentito una volta che un candidato abbia detto che, se sarà eletto, nella sua città o provincia o regione i rifiuti intende farli sistemare in questa o in quest'altra maniera --- senza impuzzolentire gli elettori.
Badate che la protesta non era egoisticamente "contro la discarica", ma era "contro il puzzo" di una vergognosa discarica a cielo aperto. La protesta è terminata quando "il governo", e intendo il governo nazionale e quelli locali, ha promesso che l'immissione dei rifiuti nella discarica --- e il relativo puzzo --- cesserà un qualche giorno o mese in futuro.
L'Italia produce circa 100 milioni di tonnellate all'anno di rifiuti solidi totali; circa 30 milioni di tonnellate all'anno di rifiuti solidi urbani: mezza tonnellata cioè cinquecento chili, di pattume a testa ogni anno. Lo smaltimento di questa grande massa di pattume in modo da non arrecare danno alla salute dei cittadini è dovere elementare dello Stato, proprio come è suo dovere fare andare le ferrovie e far funzionare scuole e ospedali.
Come è possibile che l'Italia, che possiede un numero enorme di telefoni mobili, che collabora ad inviare la sonda Cassini che esplora gli anelli di Saturno, che produce ed esporta con successo abiti e scarpe e automobili di lusso, non sia capace di sistemare il pattume dei suoi cittadini senza intossicare gli abitanti dei paesi vicini ?
Eppure lo smaltimento dei rifiuti è un problema che è regolato da leggi fin dalla fine dell'Ottocento; e poi, in tempi di civiltà industriale, da una legge del 1982, e poi in tempo di unificazione europea, da una legge del 1997.
In altre parole da almeno venti anni lo Stato, con le sue leggi, dice a se stesso come devono essere fatte le discariche, come devono essere svuotate e bonificate le discariche più vecchie; dice che lui stesso, Stato, deve fare in modo che la massa dei rifiuti diminuisca, che le materie presenti nelle merci, che finiranno nel pattume nazionale, siano fatte in modo da poterne ricuperare una parte.
Lo Stato, con sue leggi che adesso sono comuni a tutta Europa, dice a se stesso come deve essere incoraggiata la raccolta separata delle varie componenti delle merci usate che costituiscono i rifiuti e come deve essere incoraggiata la trasformazione di una parte delle varie frazioni recuperate dal pattume --- vetro, carta, plastica, alluminio, ferro, piombo, eccetera --- in nuove materie. E con le sue leggi lo Stato dice a se stesso che i suoi uffici devono acquistare merci riciclate --- e dice tante altre cose, compreso il divieto di lasciare il pattume sulle strade e di gettare i rifiuti puzzolenti vicino alle case di qualsiasi paese d'Italia.
E' evidente che l'osservanza di queste leggi impone allo Stato di spendere dei soldi --- e anche tanti soldi --- per dotare i paesi di cassonetti adeguati, per scavare discariche nei luoghi adatti geologicamente, per impermeabilizzare il fondo delle discariche e recuperare i gas e i liquidi che si liberano durante la fermentazione, senza arrecare danno alla salute e alle acque sotterranee.
E' evidente che quando ci sono tanti soldi in giro le forze criminali cercano di acchiapparne una parte, controllando i camion che trasportano i rifiuti, affittando a prezzi iperbolici le cave abbandonate da trasformare in discariche puzzolenti; e ci sono dei furbi che fanno delle finte raccolte differenziate e mandano poi nelle discariche e negli inceneritori la carta e la plastica che molti cittadini diligenti hanno separato dai sacchetti delle immondizie di casa propria.
E c'è il disinteresse della ricerca per una così volgare scienza come la rifiutologia. Lo Stato --- il Parlamento, le amministrazioni centrali e quelle locali --- sanno tutto perché c'è un milione di pagine di indagini, libri, rapporti, relazioni, statistiche, inchieste giudiziarie sul problema dei rifiuti, la cui soluzione non solo è un dovere imposto dalla legge dello Stato agli organi dello Stato, ma merita --- a mio modesto parere --- investimenti e soldi più dei tanti frivoli festival e premi e sfilate e mostre e spettacoli e film pagati con pubblico denaro.
Non so "che cosa c'è dietro" alla protesta delle "pasionarie" della discarica di Parapoti; non so se la protesta è di destra o di sinistra: vorrei soltanto che i rappresentanti dello Stato si mettessero ad ubbidire alle leggi da loro stessi emanate e che nella legge finanziaria fossero fissati pubblici investimenti nel campo dei rifiuti e fosse esercitato un severo controllo pubblico su come tali soldi vengono spesi.
Io sono un distratto ascoltatore delle tribune elettorali, ma in quelle che ho seguito non ho mai sentito una volta che un candidato abbia detto che, se sarà eletto, nella sua città o provincia o regione i rifiuti intende farli sistemare in questa o in quest'altra maniera --- senza impuzzolentire gli elettori.
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