La grande riserva in fiamme. Kruger. Una grande riserva andata in fumo. Nel mese di settembre un violento rogo ha inghiottito la meta' del Kruger. I telegiornali hanno detto poco, i quotidiani pure. La riserva sudafricana che confina con il Mozambico e' uno dei parchi piu' estesi dell'intero continente africano e uno dei piu' ricchi di vegetazione e fauna. Il Kruger, terra di animali simbolo dell'Africa, ha la stessa superficie del Veneto e una visita nella sua parte sana e' ancora possibile. E' un luogo in cui finalmente sono gli animali a comandare. Difendono i loro confini, ma allo stesso tempo si manifestano all'uomo che li puo' osservare anche per giorni seguendoli nelle loro attitudini alla maniera di un documentario del tutto alive. Dai rinoceronti bianchi assonnati nelle ore calde, ai leoni che si avvicinano alle zone d'acqua al crepuscolo. La strada principale che si insinua in questo pezzo di Sudafrica e' asfaltata. Da qui, seguendo un percorso riportato anche su mappa, inoltrarsi nel bush attraverso i sentieri sterrati e' molto semplice. All'inizio di ogni visita c'e' il primo avvistamento e percio' il primo incontro e la prima emozione. Vi sono animali ormai avvezzi alla presenza umana. Ma cio' non vale per tutti i big della foresta che a volte ricercano aeree silenziose. Se e' arduo assistere alle prestazioni di alcuni dei piu' quotati e noti mammiferi della savana, sara' comunque possibile avvicinarsi ai passeggiatori piu' frequenti. Tra questi non manchera' il kudu, grande antilope grigia che ama la vita diurna. Si riconoscera' il maschio dalla presenza delle corna e la femmina dalle grandi orecchie. Ma anche zebre e babbuini, gnu e bufali, facoceri, giraffe ed elefanti. Il Kruger, ecco il documentario che si materializza. Il brutto episodio incendiario non deve soffocarlo.
Questa savana si differenzia da quella degli altri parchi africani per essere piuttosto diradata e intervallata da zone boscose e paludose. Sparpagliato, anche qualche baobab. All'interno della riserva un predatore. Il leopardo ha rapito un cucciolo di iena. Si arrampica su un albero. Mamma iena sosta sotto i rami accessibili al felino che deve difendere il suo pasto. E' tutto li', davanti ai nostri occhi. La stagione invernale sudafricana e' secca e facilita la visita. I mammiferi gironzolano con facilita' e le zone umide, raggiunte costantemente dagli animali assetati, diventano regolari punti di avvistamento. Aldila' della leonemania, ci sembra corretto informare che il Kruger ospita anche animali con poca fama come il pangolino. Questo mammifero dal corpo squamoso ama la vita notturna e si nutre di formiche e termiti. E' poco socievole e fa fatica ad abituarsi alla presenza umana. Ritornando ai piu' noti e feroci, ecco coccodrilli e ippopotami che sguazzano in acqua. L'avvistamento di questi animali e' semplice dato l'ambiente ristretto in cui vivono. Come si diceva, nella stagione secca, fiumi e pozze d'acqua si contano sulla punta delle dita. Osservare a distanza ravvicinata le attitudini di un animale e' utile a sfatare superficiali luoghi comuni. L'ippopotamo, da sempre propinato dai media come un innocuo pacioccone, e' molto pericoloso. La sua abitudine di riposare durante la giornata puo' averlo addolcito ai nostri occhi. Ma l'imponente mammifero che vive in gruppi capitanati da una femmina, ha pochi nemici. La sera e' possibile fermarsi dentro il parco ma col calar delle tenebre ci si chiude tra i cancelli del lodge. Da li' non si uscira' prima delle sei del mattino perche' la notte degli animali e' il giorno degli umani. Ecco il tramonto. Le fiere cominciano a cacciare. I suoni della savana accompagnano la notte del Kruger. Francesca Colosi Approfondimenti: Alloggi | Safari notturni
Bibliografia. Cillie' B., Mammals of Southern Africa, Briza, Pretoria, 2000 AA.VV., Kruger National Park, Honeyguide, Durban, 2000 Dennis N., Where to watch game, Sunbird Publishing, Cape Town, 2000. | Back |
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