Equo e solidale
di Stefano Carnazzi

Con i marchi: MONDOVERO, ETNOLAND, CTM-Altromercato, sono da poco in vendita nelle catene di grande distribuzione (prime fra tutte Esselunga, GS-Carrefour) e da qualche anno in Botteghe sparse in tutta Italia, una vasta gamma di prodotti col marchio del "consumo equo e solidale".

Cacao, caffe' e cioccolato, riso e pasta, sono PIU' BUONI se provenienti da queste cooperative di produttori. E spiegheremo perche'.

La puntata di Report in onda su RaiTre il 4 ottobre 2001 ha indagato sull'argomento. La barretta di cioccolato presa in esame, firmata da "Mondovero", costava un po' piu' delle barre di cioccolato piu' economiche (e un po' meno di quella piu' cara).

Sulla confezione c'era scritto che proveniva da una cooperativa di produttori del Ghana. L'inviata s'e' recata in Ghana, telecamera in spalla, a verificare, a toccare con mano.

Per prima cosa, risulta vero che le organizzazioni di consumo equo e solidale corrispondono ai contadini, per il loro prodotto, un prezzo effettivamente piu' alto. Cio' e' fondamentale. Ma bastera' per definirlo equo?

Dall'inchiesta e' emerso che: 1) i soldi dati in piu' vengono radunati in un fondo e impiegati per il 75% in opere di utilita' sociale (per esempio, pozzi e pompe dell'acqua); il 25% va direttamente ai contadini. 2) Le cooperative di contadini che lavorano per il consumo equo e solidale sono organizzate democraticamente: i contadini spesso si riuniscono in assemblee per decidere del proprio lavoro. 3) Per il lavoro nelle piantagioni e' proibito il lavoro minorile: le visite ai campi non hanno mostrato nessun bambino. 4) Il miglior trattamento economico puo' innescare un ciclo virtuoso nelle piccole comunita', per cui i bambini affrancati dal lavoro possono andare a scuola, i villaggi con i pozzi d'acqua sono piu' vivibili e addirittura piu' felici ("non avete idea di quanta gioia possa portare l'acqua", ha detto alle telecamere una giovane donna), le mogli possono affiancare i mariti al lavoro e occuparsi di attivita' collaterali (per esempio, le donne producono sapone con gli scarti di lavorazione del cacao e lo vendono al mercato).

Dall'altro lato, siamo venuti a conoscenza di umiliazioni inferte agli stessi contadini quando invece devono trattare con le multinazionali, nelle cui sedi ci sono perfino le bilance truccate su cui sono obbligati a pesare la loro merce...

GAIA e' attenta alle istanze sociali. E ambientali. Sappiamo che in altre parti del mondo gli aerei delle multinazionali della frutta spargono i diserbanti sulle piantagioni con i braccianti che ci lavorano, e che ogni genere di iniziativa sindacale o sanitaria e' osteggiata.

Questo NON accade, invece, ove i contadini, sia che lavorino sugli altopiani cileni sia nelle piantagioni ghanesi di cacao, trattano con le imprese che praticano il commercio EQUO.

I prezzi corrisposti sono migliori, a volte stabiliti in accordo con i lavoratori stessi.

Per esempio, in Ecuador il sistema di commercializzazione 'Camari' fondato su direttive del Fondo ecuadoriano populorum progressio intrattiene un contatto diretto con i coltivatori, coordinando la gestione di "tiendas" (negozi) popolari e l'esportazione di preparazioni alimentari ma anche di prodotti artigianali. Nelle Filippine la raccolta e la lavorazione delle banane e' svolta da donne contadine provenienti da quartieri disagiati di Lloilo (capitale dell'isola Panay) riunite nelle due associazioni di Amihan e Kabalaka, e la commercializazione e' garantita da un'organizzazione di Fair Frade (nel cui direttivo siede una rappresentanza delle lavoratrici stesse).

Le stesse cose si possono dire per il progetto 'Conacado' della Rep. Dominicana, per il cacao, e 'Coopeagri' in Costa Rica, per lo zucchero. In Bolivia, i contadini hanno dato il nome "El ceibo", una pianta tropicale millenaria, alla loro cooperativa, nata nel '77 a La Paz. Gli 850 soci trattano la semina, la raccolta dei semi, la macinatura e la commercializzazione con CTM-Altromercato. Che, da par suo, importa direttamente non solo il cacao ma anche il burro di cacao, garantendo prezzi ben superiori a quelli del mercato e condizioni tali da assicurare una migliore pianificazione e stabilita' nelle attivita' di gruppo. In India meridionale, i lavoratori di Maphimuttur, oltre a partecipare direttamente alle decisioni sull'attivita' produttiva, hanno assistenza medica, asili ove vengono distribuiti gratuitamente latte e cibo, e un ambiente piu' salubre: la produzione e' biologica, cosi' la terra si mantiene sana.

Sembra una buona ragione per spendere 400 lire di piu' per la nostra barretta di cioccolato.

Quali prodotti si vendono, e dove si trovano?

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I marchi dei consorzi, degli enti del commercio equo e solidale garantiscono un trattamento "fair" ai produttori di materie prime.

 

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