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copertina il-bruco-dalle-uova-dorodi Daniele Porretta *

L‘intossicazione da pesticidi può sembrare un problema soprattutto dei più poveri, dei contadini dei Paesi in via di sviluppo, o di dove non ci sono regole. Apparentemente non è un problema di Paesi con regole precise e rigide, come ad esempio i Paesi dell’Unione Europea. Ma non è così.

“Pronto? Chi parla? François! Mon ami. Comment vas tu?”. Va bene, lascio perdere. Parlo in italiano. “Vuoi sapere se mi serve qualcosa?! Ho capito, sei al supermercato. Grazie, sì. Allora, vorrei due mozzarelle, fresche… Sì due. Però controlla che siano fresche. Non prendere quelle confezionate, ma prendile al banco e vedi se spremendole esce la goccia. Se esce la goccia compra, sennò, lascia. Poi vorrei un po’ di insalata. Lattuga. Fresca! La riconosci dal colore verde acceso. Poi un po’ di pane, fresco! Una baguette va bene, se non la riconosci tu! Basta così. Grazie, amico mio. Ma a quale supermercato sei, arrivi per cena? Rimani da me? Come!? Sei a Bruxelles! al GB express dentro al Parlamento Europeo? Come, la settimana prossima? François…Pronto! Pronto!”. Potevi dirlo che eri al lavoro.

François fa parte dell’organizzazione non governativa Milieudefensie (Friends of the Earth Netherlands). Per lavoro, a volte, va a fare la spesa. Così è stato nel luglio 2007, quando Milieudefensie ha comprato otto qualità di frutta al GB Express supermarket nell’edificio del Parlamento Europeo a Bruxelles. Questi campioni di cibo −che includevano fragole, albicocche, arance, mele, pere e tre tipi d’uva− sono stati poi analizzati per individuare l’eventuale presenza di pesticidi.

Tutti erano contaminati. In totale, sono stati trovati residui di ventotto diversi pesticidi, in media cinque per frutto. C’erano noti carcinogeni, tre prodotti neurotossici, tre tossine del sistema riproduttivo o dello sviluppo e otto composti che danneggiano il sistema endocrino.

Due di questi contaminanti sono classificati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come Highly Hazardous. Non solo tutti i frutti erano contaminati, ma albicocche, uva e arance contenevano residui in eccesso rispetto ai limiti massimi consentiti, rendendo quindi la loro vendita illegale. Con quattordici pesticidi, le fragole contenevano la più alta diversità di contaminanti. Uno dei pesticidi trovati sulle arance, l’imazalil, è un fungicida che si diffonde attraverso l’intero frutto, non solo sulla buccia, e può causare irritazioni della pelle e degli occhi. Come riportato nella letteratura scientifica, questo composto può avere effetti negativi sulla riproduzione ed è un noto cancerogeno. A causa della concentrazione dell’imazalil (5.2 mg/kg), mangiare anche un solo arancio provocherebbe un eccesso della quantità giornaliera ingeribile (ADI, Accetable Daily Intake) del 40% per un bambino di cinque anni. Le arance contenevano anche clorpirifos, uno tra i più persistenti insetticidi mai prodotti. L’esposizione dei bambini o del feto potrebbe avere effetti sullo sviluppo del sistema nervoso, sulla memoria e causare deficit di attenzione, iperattività e possibili problemi cognitivi e di coordinamento.

I frutti contaminati non provenivano da Paesi in via di sviluppo, ma dell’Unione Europea: le fragole dal Belgio, le arance dalla Spagna, due grappoli d’uva dall’Italia e sia le mele che le pere dalla Francia.

I risultati dell’analisi hanno evidenziato la punta di un iceberg perché, nell’Unione Europea, la catena alimentare è contaminata da oltre 300 diversi composti agrochimici. Ancora peggio, il grado di contaminazione da pesticidi è così grande che circa la metà di tutti i frutti e gli ortaggi comprati nell’Unione Europea contengono residui di pesticidi; di questi, un terzo supera i limiti massimi consentiti. Il significato è che i cittadini dell’Unione sono esposti in modo cronico.

Attualmente, sul territorio dell’Unione Europea vengono immesse oltre 200.000 tonnellate di pesticidi ogni anno, la maggior parte per irrorare prodotti agricoli destinati al consumo umano. Nel catalogo europeo delle sostanze chimiche in commercio sono registrate decine di migliaia di composti, ma solo per una minima parte di questi si hanno sufficienti dati tossicologici. Inoltre, la maggior parte degli studi tossicologici ed eco-tossicologici riguardano gli effetti di un singolo composto. Nel mondo reale, però, gli organismi sono esposti all’azione di più composti contemporaneamente. Cosa sappiamo di questi effetti congiunti sul lungo termine?

Poiché nessuno di noi è esente, nostro malgrado, a tale esposizione, è giunto il momento di munirsi di tutti i portafortuna a disposizione e di fare gli adeguati scongiuri. Molti di questi composti hanno noti effetti negativi sulla salute. Ricordiamo:

- nei maschi: cancro ai testicoli, linfoma di non-Hodgkin, mieloma multiplo, diminuzione della qualità degli spermatozoi, eccetera;
- nelle donne: cancro al seno, linfoma di non-Hodgkin, aborti spontanei, difetti alla nascita, eccetera;
- nei bambini: maggiore rischio di cancro, danni al sistema immunitario, pubertà precoce, problemi di apprendimento, eccetera.

Gran parte di quegli “eccetera” non è nemmeno conosciuta.

  • Daniele Porretta, biologo evolutivo, svolge attività di ricerca presso l’Università “La Sapienza” di Roma
  • il brano è tratto da: "Il bruco dalle uova d'oro", Stampa Alternativa, 2013 - collana Ecoalfabeto - I libri di Gaia.

I libri della collana sono ad Impatto Zero®, standard LifeGate per la compensazione delle emissioni di Co2. Ciò significa che le emissioni di Co2 conseguenti alla produzione dei libri sono state compensate dal processo di riforestazione certificato ad Impatto Zero®.

La collana Ecoalfabeto, coordinata dal presidente di Gaia Edgar Meyer, è realizzata anche grazie al contributo di Fondazione Cariplo.