Nati per vivere. O per morire.
a cura di Daniela Bellon e Stefano Carnazzi

La caccia alle foche continua. Dati e fatti.

Sono passati anni da quando abbiamo visto le ultime immagini, foto e video, della spietata e sanguinosa caccia alle foche condotta nei paesi artici: Groenlandia, Canada, Labrador e Russia.

Questo non significa che la caccia si e' fermata.

Ufficialmente, Canada, Russia e Norvegia (su cui punteremo la nostra campagna) ammettono di autorizzare annualmente l'uccisione di migliaia di foche.

Ma tra cifre ufficiali e uccisioni praticate, temiamo, ci sara' sempre un forte divario.

In Canada il piano di uccisioni programmato dal governo canadese era di 274.000 foche, per l'anno 2000.

Foche destinate a essere uccise per scopi commerciali, per pellame e carne. Spesso si dice che la caccia sia necessaria per la sopravvivenza delle popolazioni indigene. Delle 274.000 foche uccise in Canada, quelle cacciate per scopi di "sopravvivenza" sono state solo 2.000.

In Norvegia, che non appartiene all'Ue ma rientra nel Trattato economico commerciale europeo, la caccia alle foche e' in continuo aumento. I cacciatori norvegesi uccisero nel '96 27.000 foche. Nel '97 il numero sali' a 38.000. I due terzi di queste hanno meno di un anno di eta'.

E' dal 1995 che il governo norvegese giustifica queste stragi con la scusa della ricerca scientifica. I "test" sono volti a sperimentare quale metodo di uccisione e' piu' efficace ed "umano", i colpi in testa, di piccone, o di arma da fuoco.

Una Risoluzione del Parlamento Europeo (B4-0053/96) registra che i cacciatori "usano metodi d'uccisione particolarmente crudeli", e sono colpevoli di "spellare i cuccioli di foca - spesso mentre sono ancora vivi".

Il governo norvegese afferma che la caccia alle foche e' necessaria per la costante diminuzione degli stock di pescato. Ma e' la massiccia iper-pescagione a causare il depauperamento delle risorse ittiche nei mari del Nord. Se l'attenzione non si puntera' sull'eccesso di pescato, il problema non si risolvera'.

In effetti le foche sono cacciate - nel numero di almeno 35.000 ogni anno - per farne pellame, pelliccia, grassi, olii e anche afrodisiaci destinati al mercato cinese e giapponese.

COSA FARE.


Le foche.
Le foche piu' cacciate nell'emisfero settentrionale sono le foche sellate, Phoca (Pagophilus) groenlandica. Al momento della nascita sono ricoperte da un pelame giallino, che ben presto diventa candido.
A poco a poco i candidi peli infantili vengono poi rimpiazzati, a cominciare dal capino, con altri grigio chiari. Gli esemplari adulti hanno la testa nera, il collo, il petto, la pancia e le pinne anteriori e posteriori bianche; e sul dorso si disegna una specie di sella piu' scura, subito dietro la nuca fino ai fianchi. Questa colorazione rappresenta per le foche un'ottima forma di mimetizzazione, vista la loro abitudine di starsene sdraiate sui lastroni di ghiaccio e sulle rocce gelate!
Altre foche che vivono nelle acque che lambiscono l'Europa sono la foca monaca (Monachus monachus), che si trova ancora in qualche esemplare nel mar mediterraneo ma e' ormai quasi completamente scomparsa; la foca comune (Phoca vitulina), la foca anellata (Phoca ispida), la Cystophora crestata e l'Halichoerus griphus. Crediamo estinta la foca barbuta (Erignatus barbatus).

Aiuto
Come aiutarci

NOAH
Gli attivisti norvegesi, partner di GAIA.

Per gli accordi firmati in sede WTO nel '99, purtroppo l'Italia non ha piu' la potesta' di impedire l'importazione di merci, ne' in base a motivi etici ne'economici. Non potremmo vietare nemmeno l'importazione di merci fatte con la pelle di bambini, figuriamoci di cuccioli di foca, o di pelli groenlandiche.

Pero' e possibile proporre di MARCHIARE i prodotti grezzi di provenienza norvegese. La Tracciabilita' delle merci e' uno dei temi alla ribalta nello scenario politico internazionale.

E' necessario istituire un OSSERVATORIO sull'importazione di pelli e pellicce in Italia, per monitorare l'arrivo non solo di pelli di foca, ma anche di pellame di provenienza orientale sul quale, per esempio, pende a volte il dubbio possa trattarsi di cani e di gatt (GAIA e Ifaw Italia denunciarono nell'aprile 2000 un traffico di pelli di cane e gatto da Filippine e Thailandia).

Infine, GAIA supporta e promuove un gruppo di reportere norvegesi, NOAH, che da anni segue il problema sul posto. Dal marzo 2002 GAIA sara' partner italiano di NOAH per la nuova campagna di pressione internazionale europea.

Daniela Bellon, Stefano Carnazzi

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Un cucciolo separato dalla madre a colpi di piccozza.


Le sequenze di una battuta di caccia.


Una scena di caccia. Scena comune nei paesi nordici.

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