Uova. UOVA INDUSTRIALI. In Italia ogni anno 40 milioni di galline sono detenute in gabbie di batteria per produrre 12 miliardi di uova, e 400 milioni di polli finiscono nella fauci degli italiani. Ma negli allevamenti intensivi l'utilizzo di mangimi scadenti e di prodotti di scarto, economici, per massimizzare il profitto, nonche' la situazione di costrizione in cui si trovano le galline che non possono scegliere il cibo a loro piu' gradito - il migliore - aumentano esponenzialmente il rischio di assimilazione di elementi malsani. Nel loro cibo viene reimmesso il loro stesso guano, i loro escrementi, perche' c'e' dentro ancora qualcosa di "nutriente", e tutto dev'essere sfruttato fino all'osso, per aumentare i guadagni. Poi, per correggere il colore naturale dei tuorli, giudicato troppo "pallido", e rendere l'uovo piu' "appetitoso", spesso gli allevatori aggiungono alla dieta della galline coloranti come il beta-apo-8-carotene (derivato del petrolio), la carafilla, la xantofilla e la tartrazina (E102), che s'aggiungono agli antibiotici e ai residui di pesticidi: ogni tanto, qualche sostanza pericolosa si trova nelle uova, come l'esaclorocicloesano, il quintozene (cancerogeno, ha effetti tossici a livello gastrointestinale, epatico, sugli apparati immunitario e riproduttivo, tossico per la pelle e gli occhi), l'ossitetraciclina (OTC, antibiotico che sviluppa tossicita' cardiovascolare e nel sangue, tossico per la pelle e gli occhi). Come ricordera' chi ha visto i servizi in tv sui "polli alla diossina", le galline d'allevamento in batteria vivono una vita infernale, di stress perpetuo e ininterrotto. Stipate in gabbie metalliche promiscue, hanno a disposizione per tutta la vita uno spazio pari a una mattonella. Per evitare che si becchino l'un l'altra, puo' essere tagliato loro il becco, con metodo cruento. Nei capannoni privi di finestre le povere bestie respirano aria ammorbata dall'ammoniaca dei loro stessi escrementi, non godono mai della benefica luce del sole, ma vengono irraggiate con infrarossi. In molti allevamenti industriali il ciclo notte/giorno non e' piu' di 24h, ma e' accelerato con illuminazione artificiale, affaticando ulteriormente l'organismo degli animali i quali, esangui, a quattro/sei mesi vengono finalmente uccisi per farne carne o dadi. e' impossibile che le loro uova non risentano gravemente di tutto cio'. Si puo' dire che ogni loro uovo e' un'ampolla di fiele, la mestruazione di un animale malato. UOVA DI GALLINE ALLEVATE IN LIBERTa'. Da preferire assolutamente. Ormai distribuite in ogni supermarket, le galline che le producono hanno una vita assai piu' normale, sana e felice delle loro sfortunatissime colleghe d'allevamento. Le galline libere, all'aria aperta, godono della luce del sole, possono razzolare, scegliere di beccare cibo migliore, camminare, correre, e fare uova migliori, uova "felici". Le vitamine benefiche contenute nel tuorlo, specialmente Retinolo - Vit.A e §-carotene, aumentano notevolmente con una sana composizione del mangime, e il contenuto di colesterolo e' anche piu' basso. Scegliere solo uova di galline libere, oppure quelle di piccoli contadini (si trovano ancora in alcuni negozietti). Giudizio:OK. Nell'incertezza, scrivere al proprio produttore. Alcune confezioni mostrano uova in cesti di paglia, disegni di galline sorridenti, verdi colline, cesti di paglia e scritte invitanti, quali "uova naturali", "fresche di fattoria" o "di campagna". Chi credono di prendere in giro? Sono bugie usate dai produttori per mascherare la provenienza industriale. La dicitura esatta deve dire che sono state allevate libere e sane: preferibilmente "uova di allevamento all'aperto - sistema estensivo" o anche "uova di allevamento all'aperto", "free-range". La dicitura "uova di galline allevate a terra" significa che sono state allevate al chiuso, per esempio in un capannone, non all'aria aperta (Reg. CEE n.1274/91). Non fatevi trarre in inganno: le uova vengono etichettate come "ecologiche", "arricchite con vitamine" o addirittura "biologiche" solo per il tipo di mangime dato alle galline... A seguito delle spaventose immagini viste nei servizi tv inerenti allo "scandalo diossina", l'Unione Europea disincentivera', a partire dal 2002, l'uso di quelle infernali gabbie metalliche in cui le galline vengono stipate a forza. Ma non c'e' divieto assoluto... NEXT: Vino. Per tornare invece al capitolo sui metodi d'allevamento delle galline, clic qui. (Back: Salumi) |
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