OGM: manipolazione
genetica. La guerra e' in atto. Le multinazionali premono affinche' i prodotti geneticamente modificati, fatti con esperimenti in laboratorio, siano coltivati e diffusi in tutto il mondo, senza restrizioni, in libero campo, senza etichettatura specifica. Nel '95 l'Unione Europea respinse la "direttiva Frankenstein" per la brevettazione degli esseri viventi transgenici, nel '98 si e' rimangiata la parola. La Commissione Europea ha bloccato agli inizi del '99 la sperimentazione del mais transgenico (BT 176) perche' si sospetta che il suo polline uccida con una nuova tossina alcune specie di animali, tra cui la farfalla monarca. Nel marzo 2000 la Germania ha del tutto bandito questo mais transgenico. Il premier inglese Blair e' a favore delle biotecnologie, Carlo d'Inghilterra e' contro. Uno scienziato italiano, lo zooantropologo Roberto Marchesini, ha proposto per queste pratiche il termine "maltrattamento genetico". Gaia-Animali&Ambiente consiglia di diffidare dei prodotti transgenici, manipolati geneticamente. Troppo poco si sa dei loro effetti immediati sull'ambiente e sugli animali (uomo compreso), nulla si sa dei loro effetti a lungo termine: possibili effetti cancerogeni - misurabili nell'arco di decine d'anni - e mutageni: i mutamenti nel corredo cromosomico (nel nostro DNA) richiedono almeno una generazione per manifestarsi, ed "e' solo in quest'ultima generazione che la biosfera e la catena alimentare sono state inondate di agenti chimici iperattivi, summa di tutta la capacita' tecnologica che il mondo ha sviluppato per uccidere esseri viventi" (LAV, 1991). Inoltre, anche qualora si scoprisse che questa o quella varieta' GM non e' dannosa all'ambiente, agli animali o all'uomo, non esiste, per definizione, un OGM "sicuro". Ogni pianta transgenica o geneticamente modificata puo' produrre nuove proteine mutanti, e ogni nuova varieta' ingegnerizzata andra' sperimentata - come si fa con i farmaci. e il caso Lipobay ci dovrebbe insegnare qualcosa. Di sicuro, la diffusione mondiale di questi prodotti ha un potenziale impatto devastante su: - equilibrio ecologico. Fino ad ora ogni mutazione aveva subito i meccanismi di selezione naturale che, solitamente, eliminano i nuovi caratteri dannosi. Adesso immetteremo negli ecosistemi mutazioni artificiali le cui interazioni con l'ambiente sono sconosciute; - biodiversita'. Il livellamento, l'omologazione, la standardizzazione della varieta' genetica degli organismi e' un rischio mortale per la vita sul pianeta, perche' impoverisce la biodiversita', considerata nella Conferenza di Rio del 1992 "patrimonio dell'umanita'"; - catena alimentare. Ogni organismo vivente si nutre di altri organismi viventi, e a sua volta e' nutrimento per altri ancora. L'immissione di un organismo manipolato geneticamente (OGM) potrebbe sconvolgere l'intera catena alimentare; - salute animale/umana. Gli alimenti modificati geneticamente hanno gia' provocato allergie e decessi tra gli esseri umani. Gli animali transgenici vanno frequentemente incontro a malattie e deformita' che spesso li conducono alla morte. - ordine economico mondiale. Le sementi transgeniche sono brevettate, quindi i contadini devono pagare i diritti alle industrie produttrici. Non possono conservare i semi e ripiantarli, pena multe salatissime (e la rovina). Ritornano allo status di servi della gleba, privi di diritti. Non sanno cosa stanno seminando.Sono inoltre state create sementi sterili (col gene "terminator") per impedirne la risemina, o semi con un gene che li rende fertili solo se irrorati da una sostanza prodotta dalle stesse multinazionali, in modo che i contadini dipendano interamente dai prodotti e dai prezzi loro imposti. Infine, i Paesi in via di sviluppo, da sempre importatori di tecnologie ed esportatori di materie prime, diventeranno sempre piu' dipendenti dei Paesi industrializzati. Cresce il divario, crescono i profitti. Oggi non ci e' data la possibilita' di riconoscere un prodotto transgenico. Alcune catene di grande distribuzione dovrebbero impegnarsi ad esporre una scritta per avvertire i consumatori. In Italia, la Coop e l'Esselunga si distinguono attivamente e meritoriamente in tal senso. Ma esistono oggi quattro gravi problemi: 1) l'etichettatura che dovrebbe essere introdotta si riferira' solo al prodotto integro, intero (es.: soia) e non a un suo derivato (es.: amidi, lecitina di soia, olio); 2) in America stanno volutamente mischiando - gia' nei silos dopo la raccolta - partite di cereali naturali con partite di prodotti transgenici. Se questa politica continuera', diverra' quasi impossibile trovare alimenti derivati da cereali non transgenici. Inoltre chi vorra' i cereali naturali dovra' pagarli molto di piu', come accade oggi per i prodotti biologici; 3) le piante transgeniche hanno mostrato la capacita' di diffondersi nell'ambiente, di espandersi, di ibridare specie vegetali simili, di mutare in forme imprevedibili, insomma hanno un carattere aggressivo e invadente; 4) e' difficilissimo scoprire con analisi di laboratorio se un alimento e' stato prodotto con materie prime geneticamente modificate o no; e diventa impossibile in caso di impiego di derivati (la lecitina di soia non ha DNA), i quali pero' potrebbero pur sempre contenere proteine mutanti e tossine. Insomma, sembra che ad oggi circa 300-400 prodotti in vendita al supermercato possano essere contaminati da ingredienti geneticamente alterati (senza contare che dei 20 milioni di quintali di cereali e legumi che transitano annualmente, per esempio, al porto di Ravenna i 2/3 sono OGM, messi in commercio o trasformati poi in mangimi per gli animali di cui si nutre chi mangia carne; e si consideri che diversi prodotti provengono da trattamenti con microorganismi - fermenti e lieviti - transgenici). Una ricerca della Federconsumatori e della Camera di Commercio del dicembre 2001 conferma questo sospetto. Allo stato attuale delle conoscenze scientifiche il rilascio di Organismi Geneticamente Modificati (OGM) in ambiente non confinato porta con se' rischi non calcolabili, ma altamente probabili. Innanzitutto non e' stato condotto alcuno studio sui rischi a medio e lungo termine e quindi non e' possibile stabilire le conseguenze quando le mutazioni artificiali si saranno stabilmente inserite negli ecosistemi. Esistono pero' anche rischi immediati: la produzione di proteine mutate14 infatti potrebbe risultare tossica o allergizzante. La resistenza ad alcuni antibiotici utilizzati come markers negli OGM potrebbe trasmettersi anche agli esseri umani, oppure potrebbe verificarsi il passaggio di geni manipolati ad altri microrganismi e questi ultimi a loro volta, ad esempio, potrebbero colonizzare il nostro intestino. Infine gli OGM provocheranno una diminuzione della variabilita' genetica e spesso un incremento del consumo di pesticidi. Ripetiamolo, con le parole della Commissione europea (Raccomandazione del 29 luglio 1997): "la modifica genetica puo' facilitare la sopravvivenza del microrganismo durante il passaggio nell'intestino, e quindi la colonizzazione. Possono cosi' verificarsi effetti antagonistici e sinergici sulla composizione della flora intestinale, che si ripercuotono sulla salute umana". Invitate il vostro negoziante a informarsi, premete affinche' anche il vostro supermercato si impegni ad evidenziare e distinguere i prodotti biotecnologici da quelli genuini, e a pretendere garanzie dai produttori/importatori. Domande? - Si', io - interviene il consumatore perplesso. - Qualcuno ci puo' dire se il cibo transgenico fa bene o fa male? Risposta: NO. Non si sa. A oggi, e sara' cosi' per almeno dieci anni, gli scienziati ammettono onestamente: "non esistono dati scientifici certi". - Quali prove si devono fare prima di immettere un OGM sul mercato? Sono prove su animali, e su uomini dovrebbero esser fatte quelle allergologiche. Ma e' uno scandalo sommerso: 1) le prove su animali non sono per nulla predittive e affidabili ne' per quanto concerne la tossicita' acuta o a medio/lungo termine, ne' per la cancerogenicita', ne' per la capacita' di provocare malformazioni nei feti (effetti teratogeni), alterazioni nei cromosomi, potenziale clastogeno, potenziale mutageno; 2)le prove su animali "a lungo termine" (!) sono fatte in uno, massimo due anni; 3)in caso di c.d. "equivalenza sostanziale" - cioe' se un prodotto transgenico e' "ritenuto" abbastanza simile a uno tradizionale 15- tuttequeste prove si diluiscono e svaniscono nel nulla! - Chi controlla la sicurezza di questi alimenti? Finora le ricerche, in tutto il mondo, sono state finanziate dalle stesse aziende che poi immettono i prodotti sul mercato. Come ha detto il dottor Forbice nella sua trasmissione su Radio Uno la sera del 7 aprile 2000, "e' come chiedere all'acquaiolo se l'acqua e' fresca". - Ma non ci sono leggi, regolamenti?... La legislazione e' talmente ambigua e generica che anche se lo prevede poi consente immediatamente la scappatoia da un imparziale controllo pubblico. In America, nei campi coltivati con OGM , si vedono girare a braccetto e tirarsi buffetti i pubblici ufficiali della FDA (organismo pubblico) con i delegati della Monsanto (multinazionale bio-tech). In Europa, vedra' la luce nel 2002 una nuova authority sulla politica alimentare. Vedremo. Insomma, per concludere: oggi, il principio universalmente applicato e' "NESSUNO SA SE FANNO MALE O BENE - INTANTO MANGIATELI, POI FRA DIECI ANNI SI VEDRA'". Approfondisci: Attenzione ai termini. |
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