Etichette.

Impariamo a leggere le etichette! L'Adiconsum ha gia' dato alcuni consigli. Dal 1982 e' obbligatorio per legge che l'etichetta rechi l'elenco degli ingredienti, col loro nome specifico, indelebili, facilmente visibili e leggibili. In attuazione delle successive direttive comunitarie, il governo ha poi emanato il D.lgs. 27/1/1992 n.109, che e' il testo vigente. I prodotti alimentari preconfezionati devono riportare, in lingua italiana: - Nome ("denominazione di vendita": ravioli, polpa di pomodoro, yogurt etc.); - Elenco degli ingredienti (tranne alcune eccezioni) in ordine decrescente secondo il peso; - Quantita' netta o nominale (peso); - Data di scadenza; - Marchio/nome del fabbricante/del confezionatore; - Sede dello stabilimento di produzione o di confezionamento; - Per le bevande alcooliche, alcool in gradi ("titolo alcolometrico"); - Una dicitura che identifichi il lotto di appartenenza del prodotto (questo timbrino e' importantissimo: i suoi estremi vanno segnalati all'azienda produttrice, all'ASL, ai NAS o a chiunque ci si voglia rivolgere qualora si trovi un prodotto difettoso o immangiabile); - Modalita' di conservazione e di utilizzo; - Istruzioni per l'uso - se necessarie; - Luogo di origine o di provenienza, nel caso in cui l'omissione possa indurre in errore l'acquirente sull'origine o provenienza (per assurdo, "pizza napoli" made in Taiwan). Le etichette che non rispondono a questi requisiti sono spia di una qualche possibile anomalia o difformita' igienico-sanitaria: cioe', c'e' puzza... d'imbroglio. Il 10 aprile 2000 e' entrata in vigore la norma comunitaria sull'etichettatura dei cibi manipolati geneticamente, transgenici.

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