Additivi.
Per capire le reali dimensioni della questione, pensate che chi mangia "normalmente" introduce ogni anno nel suo intestino piu' di 12 chilogrammi di additivi chimici e conservanti. Gli additivi sono sostanze (naturali e sintetiche) che "si aggiungono intenzionalmente ai prodotti alimentari per un fine tecnologico" (DM 27/2/1996 n.209) per favorirne la conservazione o per renderli piu' appetibili, "migliorandone" aspetto, sapore, odore e consistenza. Le abbreviazioni stabilite dalla CEE, i c.d. "codici E", sono incomprensibili al consumatore. Da E102 a E160 sono denominati i coloranti. Diffidare di TUTTI I COLORANTI SINTETICI. Per poter decifrare queste sigle, e' disponibile una tabella ESCLUSIVA in PDF. Domanda - se vi sono perpetue ed ineliminabili incertezze sui risvolti sanitari dell'uso di coloranti, visto che non hanno potere nutritivo, visto che devono essere sperimentati sui poveri animali vivisezionati e poi comunque non si sa se fanno male o no (i topi assorbono il 47,4% del giallo E110 e poi stanno male, noi no), se si devono spendere miliardi per sperimentare nuovi coloranti sempre piu' complessi che non vengano assorbiti ma espulsi... perche' non vietarli del tutto? Connessi agli additivi e alla preparazione industriale dei cibi ci sono 5 possibili tipi di inquinamento degli alimenti. CONSERVANTI. Una lista nera tale da indurci quasi a consigliare di evitare il piu' possibile ogni cibo che ne contiene. L'acido benzoico con i suoi sali, presenti in bevande alcooliche e analcooliche, e gelatine con le sigle E210-213 si puo' usare, con un po' di cloro e qualche rimaneggiamento, come pesticida, ma il suo uso ha gravi effetti sull'ambiente. I benzoati (si trovano per esempio nelle bibite frizzanti a base di succo d'arancia o di frutta) sono fortissimamente allergizzanti. L'anidride solforosa, pericolosa perche' reagisce con l'acqua per formare un acido, e' responsabile della distruzione di vitamine non solo nel cibo ma anche nell'organismo che l'assume. Eppure viene usata (E220) con altri solfiti (E221-228) come conservante: quantita' record nella "burger meat" (carne di hamburger), ma se ne trova in abbondanza anche nei crostacei crudi, nella gelatina di frutta (pectina - che tra l'altro e' imputata anche di effetti nocivi sulle difese non-specifiche del corpo, su muscoli e cartilagini), nella senape di Digione (molto meno nelle altre) e nel succo di limone confezionato per condimento. Si trova perfino nell'aceto di vino, che da 5000 anni ci accompagna a tavola, quando non e' sostituito industrialmente dall'essenza di aceto, acido acetico sintetico puro (E260-263), diluito con acqua (tra 15 e 25 g/100g), poco costoso ma molto corrosivo. Per un miglior dosaggio dovrebbe essere ulteriormente diluito: controllate la concentrazione sull'etichetta . Per quanto concerne gli antimicotici spruzzati su agrumi e banane (vedi oltre), nitrati e nitriti dei salumi etc. etc. la nostra censura e' totale. ANTIOSSIDANTI. Percio' i produttori farebbero meglio a seguire l'esempio de i migliori preparatori di rimedi omeopatici, i quali usano come antiossidante il tocoferolo naturale, E306, la vitamina E, che si ottiene dall'olio di oliva! Invece spesso usano antiossidanti chimici. Alla larga da tutti i prodotti contenenti E320 (butilidrossianisolo) e E321 (butilidrossitoluene)! Si nutrono serissimi dubbi sulla loro innocuita', potrebbero essere causa di gravi disturbi epatici. Come difendersi da questa invasione chimica? In attesa di una utopistica legge a difesa del consumatore (eliminazione di un gran numero di additivi, coloranti, aromatizzanti, dolcificanti, coadiuvanti tecnologici) applicata sotto il controllo degli organi di vigilanza, non ci resta che controllare l'etichetta di ogni confezione e acquistare solo i prodotti che non hanno additivi, o ne contengono nella minor misura possibile, scartando subito quei cibi con additivi nocivi. La soluzione e' sicuramente data dall'acquisto di alimenti provenienti da produzioni biologiche. AROMI. Come si traduce, in italiano, "aromes artificiels", "Kunstaromen", "artificial flavour"? Si traduce con "aromi naturali", per la nostra legge! Una norma del 1973 consentiva "l'impiego di sostanze aromatizzanti naturali... e costituenti di sostanze aromatizzanti, estratti, isolati dalle medesime o riprodotti per sintesi chimica". Ora, grazie al D.lgs. 25/1/1992, n.107, sono chiamati "naturali" anche gli aromi "estratti con solventi" e ogni sostanza ottenuta "per sintesi chimica" anche "NON identica chimicamente a una sostanza naturalmente presente". Di bene in meglio. Trattiamo qui di pesticidi, poiche' intendiamo parlare ora di tutte le sostanze contaminanti che possiamo trovare nel cibo. Che poi siano residui "intenzionali" o no, poco importa ai nostri stomaci. PESTICIDI. Forse non e' abbastanza chiara l'urgenza di volgersi verso l'agricoltura biologica, allontanandosi dai fitofarmaci. Il quadro, attualmente, e' questo: - 35 tipi di pesticidi, cancerogeni secondo l'EPA (attivissima Agenzia federale USA per la Protezione dell'Ambiente) e vietati in America sono regolarmente in commercio in Italia e usati tranquillamente. Tra di essi, il tremendo tiofanato-metile (contenuto nell'Enovit Metil usato in frutticoltura, viticoltura e vivaistica), la molecola-killer aldrin e la celeberrima (o famigerata?) atrazina. - 36 principi attivi di prodotti chimici da giardino, tra i pesticidi "consentiti", sono "pericolosi per animali (e uomini)", "pericolosi per uccelli, pesci", "api, insetti", persistono lungamente nell'ambiente (ricordate il DDT - diclorodifeniltricloroetano? e' ancora in circolo nella catena alimentare: ce lo stiamo ancora mangiando), vengono segnalati da Soil Association e dalla London Food Commission come cancerogeni, teratogeni, mutageni; cosi' come 7 prodotti contro gli afidi (impiegati in orto-floricoltura, frutticoltura e agrumicoltura); cosi' come 7 anticrittogamici (fungicidi spruzzati su fiori, frutta, vigneti) oltre al terribile captano, che ha una molecola simile al Talidomide; cosi' come gli insetticidi che, oltre agli insetti indesiderati, distruggono anche quelli importanti per la buona salute del terreno e insetti antagonisti di quelli dannosi. Gli agenti assassini si chiamano Weed B Gon, 2,4D e 2,4,5TP, silvex, pentaclorofenolo, diossine e furani. State lontani poi da insetticidi il cui principio attivo sia il methiocarb o il methil-paration (rischio di intossicazione I, mortale), o fenpropathrin o azocyclotin (rischio di intossicazione II, grave). Eppure, in America, dove la legislazione e il sistema d'allerta sono piu' efficaci che qui, vi sono interi archivi di nomi di giardinieri che, usando in continuazione prodotti normalmente in commercio, si sono ammalati di soft-tissue sarcoma, leucemia, linfoma di Non-Hodgkins, con una progressione lenta ma inesorabile (il periodo di latenza puo' andare da 10 a 20 o piu' anni). Si pensi poi che sono quasi 3.000 all'anno, solo in Italia, i casi di intossicazioni acute provocate da pesticidi, che hanno fatto "squillare" i centralini dei quattro maggiori centri antiveleni italiani: Milano, i due di Roma, Napoli. Vittime quasi sempre agricoltori o persone che vivono in ambiente agricolo, colpiti dagli effetti di diserbanti o antiparassitari. Il nome dei prodotti piu' a rischio intossicazioni sono il parasquat, il diclorfos e il timetoato. - Tracce anche consistenti di pesticidi vietati si trovano comunque ogni tanto nelle verdure vendute al supermercato, a dimostrazione che la scarsita' di controlli consente tuttora che qualcuno usi ancora agenti chimici proibiti, dannosi, al bando da anni. I primi dati pubblicati nel gennaio 2000 di una ricerca patrocinata dal Ministero dell'Agricoltura erano alquanto allarmanti: tra il 5 e il 15% di ortaggi e frutti analizzati (5000 campioni) erano impregnati di pesticidi oltre la soglia permessa, ma soprattutto erano contaminati da pesticidi fuorilegge da vent'anni! Nessuno sforzo tecnologico o economico (per sviluppare e lanciare un nuovo pesticida occorrono da 15 a 20 milioni di dollari) potra' mai cancellare un dato di fondo: i pesticidi sono prodotti chimici destinati a uccidere, e anche se oggi sono piu' selettivi di un tempo, il loro impiego continua a provocare danni all'ambiente (inquinamento delle acque di superficie e delle falde, danni alla flora e alla fauna) e alla salute degli esseri viventi. Ed e' una colossale menzogna che le piante transgeniche ne ridurranno l'uso, anzi: il 70% delle piante dell'orto di Frankenstein coltivate in America (e la percentuale e' analoga nei 300 campi sperimentali italiani) sono state modificate geneticamente per poter resistere a dosi quintuple di diserbanti e antiparassitari, che cosi' potranno essere spruzzati con meno cautele e, cosa assai piu' grave, a minor distanza di tempo dalla raccolta e dal consumo. Consigli: rotazione vorticosa della scelta. Variare spesso le marche dei prodotti confezionati, non affezionarsi a nessuna, in modo da diminuire la probabilita' di incappare in prodotti contaminati persistendo poi nel loro consumo. Variare spesso anche supermarket. Lavaggio. Lavare e rilavare accuratamente verdura e frutta, lasciandola anche in ammollo in bicarbonato; sbucciare i vegetali fino a 6-8 millimetri di polpa (a tanto possono penetrare i veleni, pesticidi, anticrittogamici e funghicidi). Il College of Agriculture dell'Universita' dell'Arizona dice: "Se siete preoccupati per gli additivi che si insinuano nella vostra dieta, potrete evitarne una buona parte mangiando cibi non preparati industrialmente... Per minimizzare le accidentali contaminazioni nel cibo, potrete: 1. risciacquare e pulire sfregando forte frutta fresca e ortaggi; 2. eliminare le foglie esterne dei vegetali fronzuti; 3. togliere la pelle e il grasso da carne, pesce e pollame; 4. scartare il 'sughetto' e il grasso rilasciati nella cottura di carne, pesce e pollame, poiche' molti contaminanti del cibo si disciolgono nel grasso". Ma il consiglio dei consigli e': scegliere prodotti biologici, esenti, per natura, da tutti i veneficii! |
FAQ
| About us | Contact Us | Comunicati stampa Editorial policy | Statuto | Credit Copyright © 2001 GAIA - Gaiaitalia.it |