Le radici dell'agricoltura biologica.
a cura di Stefano Carnazzi

In Europa sono principalmente tre i fattori che hanno contribuito alla nascita dell'agricoltura biologica, lasciandovi traccia indelebile.

L'Antroposofia di Rudolf Steiner.

All'inizio del secolo l'antropologo Rudolf Steiner getto' le basi dell'antroposofia, teoria che vede l'essere umano come particella di un equilibrio cosmico. Per poter vivere in armonia con l'ambiente, egli deve comprendere questa verita'.

Lo stesso Steiner pubblico' nel 1913 un trattatello di agricoltura conforme alla sua dottrina. Fu il suo studioso H. Pfeiffer a convertire in modo organico gli insegnamenti steineriani in un metodo che prese il nome di "agricoltura biodinamica". Alla fine degli anni '20 nacquero le prime fattorie biodinamiche in Germania, Svizzera, Inghilterra, Danimarca e Paesi Bassi.

Oggi, il movimento si raduna sotto il marchio di qualita' Demeter. Rispetto ad altri movimenti salutisti, l'agricoltura biodinamica implica sfumature di idealismo, una cornice filosofica, che si traducono in metodi di semina, di raccolta, di coltivazione armonizzati a cicli lunari e astrali.

Soil Association in Inghilterra.

Dopo la Seconda Guerra mondiale questo movimento, che piu' tardi prese il nome di Soil Association, cerco' di riportare l'humus e la fertilita' del suolo nel loro giusto posto nell'equilibrio ecologico.

Il movimento inglese si fonda sulle teorie esposte da sir Albert Howard nel suo 'testamento sull'agricoltura' nel 1940.

H. Mller e l'autosufficienza (1930)

In Svizzera nel 1930 il politico H. Mller diede impulso a un nuovo movimento. I suoi scopi erano insieme sociali, politici ed economici. Si cercava di predicare l'autosufficienza dei contadini, delle fattorie. E un piu' stretto contatto, una ridotta distanza, tra ile fasi della produzione e del consumo.

Il medico austriaco Hans Peter Rush riadatto' queste idee incorporandole in un metodo basato sulla massimizzazione dell'utilizzo di risorse rinnovabili.

Anni '50: dopo l'espansione, l'agricoltura biologica al bivio

In questo periodo, un'agricoltura slegata dalla montante marea della chimica inizio' a diffondersi in Francia grazie a pionieristici studi medici che lanciavano segnali d'avvertimento sulle ricadute dell'alimentazione sulla salute.

Una tendenza che giunse a un bivio, facendo nascere un movimento legato a operatori commerciali che fornivano supporti e indicazioni ai contadini (Lemaire-Boucher) e un movimento puramente ideologico, indipendente, senza alcun intento commerciale (Association Natura e Progresso).

La sollevazione del 1968, e la crescente sensibilita' ai temi ecologici

Il contesto sociale e culturale, la nascita di nuove idee e di un nuovo modo di propagarle diedero impulso a tutte le idee che hanno impregnato e dato linfa all'agricoltura biologica.

'70: movimenti di protesta, stile di vita alternativo, ecologia. E norme rigorose

Con il fervore di quegli anni ci fu un definitivo cambiamento di tono. Tempo di nuove idee, trasformazioni sociali significative, movimenti di protesta e proliferazione di modi di vita "alternativi". Nel contempo, la crisi petrolifera del 1973 diede adito al nascente movimento ecologista di affermare con piu' forza le proprie idee.

E' il momento del "ritorno alla terra", della vita in comunita'.

In Inghilterra la Soil Association compi' un passo di cui solo oggi si avverte la portata 'storica'. Creo' un marchio. E introdusse le nozioni di "disciplinari di produzione", di standard formulati legalmente, di controlli di qualita'. Per fornire agli acquirenti di prodotti biologici un'effettiva garanzia legale.

In Francia i contadini si riunirono in sindacati organizzati in federazioni quali la FNAB (Fdration Nationale d'Agriculteurs Biologiques).

Le piu' grandi organizzazioni di tutto il mondo, poi, unirono le forze fondando l'IFOAM (International Federation of Organic Agriculture Movements), a tutt'oggi punto di riferimento internazionale per l'agricoltura biologica.

Anni '80 - '90: la domanda cresce. Anche grazie all'Europa

Gli anni '80 segnano la piu' accentuata industrializzazione dell'agricoltura della storia. I terreni, negli anni passati gia' nebulizzati da composti organici e DDT, sono innaffiati da dosi sempre maggiori di prodotti chimici, e si escogitano metodi di produzione ancor piu' "letali" (per esempio, la deessiccazione dei pomodori: le piante vengono irrorate in un dato momento di sostanze velenose per ucciderle -deessiccarle-, facendo poi maturare i pomodori sulle piante morte tutti allo stesso tempo e raccoglierli insieme).

Forse per reazione, o forse per tradizione, nei paesi nordeuropei era gia' pressante la richiesta di prodotti agricoli coltivati con metodi piu' naturali. L'istituzione della CEE, del mercato comune europeo, e l'adesione all'Europa dei paesi dell'area mediterrannea (a piu' spiccata vocazione agricola) hanno dato aperto le porte del mercato europeo ai produttori biologici, favorendo la diffusione dei frutti del loro lavoro.

Oggi l'agricoltura biologica, in forza del sempre maggior successo che incontra sui mercati, si e' definitivamente affrancata da quello status di marginalita', di alternativita' che, come abbiamo visto, la contraddistinguevano alla nascita. E', si puo' ben dire, cresciuta.

Stefano Carnazzi

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LINK

www.organic-europe.net
Panoramica europea sull'"organic farming", con dati e approfondimenti aggiornati su 25 paesi.

www.ifoam.org
L'IFOAM e' la prima e piu' importante organizzazione internazionale di produttori BIO. Lacuna del sito, non c'e' una versione in lingua italiana. Peccato, visto che l'Italia ha un ruolo preminente nella produzione dei biologici.

www.biobank.it
Il sito di riferimento per il "bio" in Italia.

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Un altro cenno, un altro po' di storia si trova sul sito della KI:

L'Agricoltura Biologica sorta in Europa agli inizi degli anni '50, diffondendosi inizialmente in Belgio e Francia, i paesi in cui per lungo tempo George Oshawa, padre fondatore della moderna alimentazione macrobiotica, soggiorn in quegli anni.

Pi o meno nello stesso periodo si sviluppava in Germania un movimento denominato delle Reform Haus, che predicava un ritorno ad uno stile di vita pi semplice e naturale.

Macrobiotica, movimento ambientalista e umanista erano all'epoca all'incirca fusi nel medesimo ceppo. In modo non ancora sistematico n concettualizzato, tutte queste correnti di opinione si muovevano in difesa dell'ambiente e della salute umana, dando vita alle prime attivit di coltivazione biologica, di produzione di cibi naturali, di apertura di centri e spacci dove poter acquistare e consumare alimenti biologici, ascoltare conferenze, partecipare a corsi di cucina.

Il movimento ambientalista e salutista si estese a macchia d'olio in tutta Europa, negli Stati Uniti e in Giappone, anche sulla spinta dei fenomeni di contestazione giovanile, di stampo pacifista e naturalista.

Gli anni '70 e '80 sono per l'Italia pionieristici, perch sorgono realt produttive, come la KI e la Fior di Loto e fondazioni e centri che si occupano della diffusione della cultura della vita naturale, come la Fondazione Est-Ovest, i centri Satori, I Punti Macrobiotici.

Agli inizi degli anni '90 il pianeta "alternativo" ormai maturo e composito: esistono centri di produzione e distribuzione di alimenti biologici in ogni luogo, i consumi si sono stabilizzati e fanno ormai parte di uno stile di vita e di una cultura ben precisa.

In quegli stessi anni, la Comunit Europea cerca di porre ordine nel mondo del biologico, emanando un preciso Regolamento (Reg. CEE 2092/91), immediatamente valido negli stati aderenti.

 

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