Soia RoundupReady

La coltivazione transgenica piu' diffusa al mondo. Oltre 17 milioni di ettari (40 milioni di acri) solo negli Usa, oltre 25 milioni di ettari (60 milioni di acri) in tutto il mondo (dall'Argentina al Brasile fino alla Romania): e' l'estensione dei terreni coltivati a soia Roundup Ready l'anno scorso.

Sviluppata nel 1995 dalla multinazionale Monsanto con sede in St. Louis, Missouri (USA), e' stata progettata per tollerare tutti i diserbanti "Roundup" a base di glifosato prodotti dalla stessa Monsanto.

Il glifosato e' nocivo per la soia tradizionale. Con la manipolazione genetica la soia Roundup Ready diviene capace di sopravvivere alle applicazioni del diserbante fornito dall'azienda insieme alle sementi OGM.

Per il controllo delle erbe infestanti il coltivatore puo' usare solo quel prodotto, che uccide ogni specie vegetale tranne la soia.

I sondaggi mostrano che fra i contadini americani la soddisfazione giunge a picchi del 92%: gestire il campo e' assai piu' facile. Alto gradimento anche per la qualita' del fagiolo di soia e (un po' in flessione) per la resa economica.

Enorme successo commerciale: da due anni consecutivi meta' del raccolto statunitense di soia e' Roundup Ready. Anche il Brasile (dopo battaglie legali e restrizioni) nel '99 ha autorizzato la coltivazione. Da poco ne e' permessa perfino l'importazione in Russia (fino a luglio 2002, salvo rinnovi).

Non e' tutto: le aziende concorrenti (Cheminova, DuPont, e infine anche Zeneca, la quale inizialmente aveva ingaggiato una battaglia legale) per poter vendere in America i loro erbicidi con glifosato destinati alla soia hanno dovuto accordarsi con Monsanto.

Tutto perfetto, come una riuscita operazione d'eugenetica? Non proprio.

Fin dai primi anni, uno studio suggeriva timidamente una resa quali-quantitativa per ettaro della soia R.R. lievemente inferiore rispetto a quella tradizionale (dal 6 all'11% in meno, secondo una survey biennale dell'University of Nebraska).

E gli ambientalisti reclamano che questo sistema non fa diminuire la quantita' di pesticidi rilasciati nell'ambiente, ma puo' aumentarne i residui nel cibo.

E' nel luglio 2001 che scoppia il caso. Le equipe di ricercatori di tre Universita' e istituti scientifici, nell'ambito di un programma finanziato dal governo belga, scovano ÇDNA di origine sconosciutaÈ in campioni di soia R.R. (Windels P, Taverniers I, Depicker A, Van Bockstaele E and De Loose M (2001). Characterisation of the Roundup Ready soybean insert. ÇEuropean Journal of Food Research TechnologyÈ DOI 10.1007/ s002170100336, Springer-Verlag)!

Ovvero, il genoma della soia analizzata era differente da quello descritto, brevettato e commercializzato da Monsanto nel 1996, al momento dell'omologazione.

La cosa e' di una gravita' inaudita. Si notano alcuni ÇriarrangiamentiÈ ovvero una ÇabrasioneÈ di una parte di DNA vicino a quella ingegnerizzata: inoltre, una sequenza e' diversa ed estranea.

Allo studio ora diverse ipotesi: che la Monsanto abbia sbagliato il procedimento di manipolazione; che la soia transgenica fosse cosi' fin dall'inizio e che solo con le nuove metodologie di ricerca si sia arrivati a una descrizione piu' puntigliosa del genoma del vegetale; o, quella piu' preoccupante, che la soia abbia iniziato a mutare da se'.

Certo, sono solo 534 lettere su un miliardo e mezzo. Ma queste discrasie erano inaspettate. Cio' fa discutere gli scienziati e preoccupa gli ambientalisti.

Le dimensioni del DNA sconosciuto potrebbero codificare per una nuova proteina o un'alterazione delle funzioni metaboliche della pianta.

Dal canto suo, l'azienda minimizza: ÇNon c'e' discrepanza - secondo Tony Combes, di Monsanto UK -. Non e' cambiata la sequenza di DNA originariamente prevista: e' solo che ora abbiamo maggiori dettagli su di essaÈ.

ÇLa Monsanto dimostra di non conoscere nemmeno i dati genetici basilari della sua stessa soia transgenicaÈ afferma Lindsay Keenan, Greenpeace International.

Gli autori della ricerca parlano comunque di un' Çinaccurata descrizioneÈ che puo' influire sulle valutazioni di biosicurezza.

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La soia transgenica non e' solo l'OGM piu' coltivato al mondo: e' anche quello che con piu' probabilita' e' gia' finito tra i nostri denti. La soia, con i suoi derivati, e' additivo, addensante o agglutinante, tra i piu' presenti in merendine, snack, alimenti dietetici.

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