Foreste in pericolo
di Stefano Apuzzo

Mai come oggi un patrimonio cosi' inestimabile e prezioso e' stato in pericolo di scomparire per sempre.

L'estinzione delle foreste primarie pluviali non e' l'estinzione di una specie animale o vegetale : e' la storia dell'uomo e della Terra, non ancora scritta, che viene cancellata per sempre, senza lasciar piu' alcuna traccia dei milioni di organismi viventi oggi a noi sconosciuti, della loro evoluzione, di un equilibrio nel quale e' difficile credere davvero che non ci sia la mano di Dio.

Uno scrigno di segreti, il mistero della vita, dell'evoluzione, un campionario farmacopeico naturale, un immenso catasto genetico, milioni di anni di storia della Natura, il frutto piu' puro scaturito dal Genio Creatore del Signore, il distillato piu' dolce, al contempo imponente glorioso e fragile, MUORE, SCOMPARE... Sono le foreste primarie pluviali dell'Africa, culla dell'uomo, dell'America latina e del Borneo. Queste foreste brulicanti vita in una miracolosa armonia non esisteranno piu', tra un paio di decenni al massimo.

Vengono distrutte a colpi di bulldozer e motoseghe dalle multinazionali del legno, del petrolio, dell'estrazione mineraria.

I "Patriarchi Verdi", le "Colonne delle Chiese primordiali africane", come definiva le foreste equatoriali Giuseppe Vassallo, scompaiono per l'agricoltura mordi e fuggi, per la pressione antropica e demografica, per il disastro che il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale e le potenze finanziarie occidentali stanno compiendo a danno del Continente nero e degli africani.

I "villagoise" non avranno piu' pesce da pescare ne' animali da cacciare (caccia di sopravvivenza) perche' le multinazionali, i forestali il nuovo ordine economico globale hanno deciso di infischiarsene dei "Polmoni della Terra" (eppur si dovrebbe pagare ai popoli di foresta l'ossigeno, non paghiamo forse l'acqua che beviamo?).

Nell'ottica delle multinazionali del legno e dei minerali le foreste pluviali non sono i veri "Climatizzatori della Terra", i sistemi complessi che regolano l'equilibrio climatico, bens“ solo "legname da estrarre", "ingombro ai giacimenti minerali", "distese inestricabili che impediscono lo sviluppo, la mobilita', le rotte del petrolio".

L'ultimo allarme lo dice chiaramente: al ritmo attuale di deforestazione entro 10 anni la Terra non avra' piu' foreste primarie.

Ma noi in Europa cosa possiamo fare?

Informare, boicottare i derivati del legno tropicale ed equatoriale (parquet, mobili, lastre di legno), organizzarci contro i Foppa Pedretti, gli "spacciatori di legname tropicale", i Rougier Ocean francesi i Lepeyre, mandare lettere ed e-mail a questi produttori/importatori dicendogli che il loro legno gronda sangue, informare i consumatori, educarli a non acquistare un parquet o un mobile di morte, la morte del Pianeta e dei nostri figli, segnati da un non futuro, da una Terra senza piu' polmoni.

Stefano Apuzzo

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GAIA ha manifestato in diverse occasioni contro lo sfruttamento delle foreste.

 

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