Allarme Antenne: l'elettrosmog conquista le nostre citta'.

di La redazione
Sabato, 22 marzo 2003

Italia disseminata di antenne.
L'Italia e' disseminata di antenne radio e ripetitori di cellulari. La divisione del territorio in "celle" per l'irradiazione dei segnali, come quelle di una alveare, comporta la moltiplicazione di antenne e ripetitori di telefonia cellulare. Scatenati i gestori di telefonia mobile, ne hanno installate gia' oltre 50.000 (4 volte piu' degli Stati Uniti), non escludendo asili, ospedali e parchi giochi per bambini.

Antenne nascoste.
Nel recente passato, Omnitel, Tim, Wind e Blu, per evitare le frequenti contestazioni dei cittadini esposti all'inquinamento elettromagnetico, sono ricorsi anche ai cosiddetti "pino-pali", ovvero alberi finti con installate e nascoste le antenne. Alla sterminata prateria di antenne dobbiamo aggiungerne altre 55.000 per i nuovi cellulari UMTS e un milione di chilometri di linee elettriche, tra cui 464 tralicci in prossimita' di asili e scuole (come segnalato da "Focus" del marzo del 2001)

Il Governo legalizza la selva di antenne di telefonia.
Nel 2002, un Decreto del Ministro per le Comunicazioni del Governo Berlusconi, Maurizio Gasparri, ha risolto alla radice l'imbarazzo delle multinazionali della telefonia mobile, liberalizzando totalmente l'installazione delle antenne, che non dovranno piu' sottostare a licenze, pianificazioni ed autorizzazioni a livello locale. L'inquinamento elettromagnetico, noto anche come "elettrosmog", invadera' quindi sempre piu' la nostra vita quotidiana con elettrodomestici, telefonini, antenne, ripetitori ed elettrocondotti. A fine marzo 2003 alcuni TAR, Tribunali Amministrativi Regionali, si esprimeranno sulla legittimita' del Decreto Gasparri, su ricorso presentato da diverse Regioni (tra cui la Lombardia).
Prima di questo mostro giuridico che, infischiandosene del federalismo, fa a pezzi l'autonomia delle Amministrazioni locali e le leggi gia' approvate da molte Regioni, l'installazione delle antenne di telefonia mobile doveva essere autorizzata dai Comuni.

Parola d'ordine: minimizzare e non fare allarmismo.
Gli autori di questo nuovo tipo di inquinamento tecnologico, i gestori di telefonia cellulare, sminuiscono l'allarme sui rischi dovuti all'esposizione ai campi elettromagnetici e riescono ad aver ragione, con i miliardi di pubblicita', del silenzio e dell'atteggiamento bonario, di gran parte di giornali e TV.
L'OMS, Organizzazione Mondiale della Sanita' ha classificato le esposizione alle onde elettromagnetiche quali "possibili cancerogeni", ovvero la terza categoria dopo i cancerogeni certi e quelli probabili. La rivista scientifica "Focus" dell'aprile 2001 riporta le dichiarazioni del Prof. Andrea Andreuccetti dell'Istituto di ricerca sulle onde elettromagnetiche del CNR (Comitato nazionale delle Ricerche) di Firenze: "durante la seconda guerra mondiale si scopri' che i radaristi addetti alla manutenzione delle antenne rischiavano la cecita' permanente e la sterilita'. Ovviamente i radar emettono frequenze molto piu' elevate delle antenne odierne". Dal 1979, quando due ricercatori di Denver (USA) misero in relazione la presenza di elettrodotti con l'aumento di tumori infantili, sono stati compiuti decine di studi sul rapporto tra elettrosmog e linfomi, tumori, aborti. Nessuno di questi studi ha, fino ad oggi, scritto la sentenza definitiva. In permanenza di dubbi sulla pericolosita' o sull'innocuita' dei campi elettromagnetici, dovrebbe essere adottato il "Principio di precauzione" definito dall'OMS, ovvero il "non utilizzo di una sostanza o di una tecnologia fino a quando non Ë accertata la sua innocuita'". Vale la pena ricordare che la certezza che il fumo di sigarette provoca il cancro e' arrivata dopo 60 anni.

La carica degli UMTS.
Le antenne dell'Umts, che si aggiungono alle cugine della telefonia cellulare tradizionale, spuntano dappertutto. Sopra le piscine comunali e sui tetti dei condomini. Nel centro di Assisi e nelle campagne toscane. Il consorzio H3g ha gia' piazzato circa 2 mila 200 antenne in tutta Italia. Vodafone-Omnitel Ë a quota 1.500, Tim a 1.000. Poi arriveranno anche i tralicci di Wind. Alla fine del 2008, quando l'Umts sara' a pieno regime, ci saranno circa 45-50 mila nuove antenne sparse per la penisola.

Gasparri docet.
Grazie al "decreto Gasparri" i gestori hanno praticamente mano libera per piazzare le "stazioni radiobase" dove vogliono, almeno fino alla conclusione della battaglia giudiziaria aperta presso TAR e, successivamente al Consiglio di Stato. Oggi e' sufficiente una dichiarazione di inizio lavori per le antenne meno potenti (fino a 20 watt), o una tradizionale autorizzazione negli altri casi. La legge qualifica le antenne come "opere di interesse nazionale", quindi compatibili con ogni destinazione urbanistica, anche in deroga alle leggi gia' promulgate dalle Regioni. Sette Regioni (Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Umbria, Toscana, Basilicata, Campania) e il Comune di Vercelli hanno presentato ricorso alla Corte costituzionale contro il decreto Gasparri. A Roma, a Torre Angela e in via Selva Nera, i comitati di cittadini sono riusciti a far togliere due antenne. A Milano, l'accordo tra H3G e Milanosport Ë in sospeso. La societa' che gestisce gli impianti sportivi del Comune ha affittato al consorzio i tetti di alcuni centri sportivi in citta'. Intanto, le proteste dei cittadini hanno fermato l'attivazione di dieci antenne gia' costruite. In un caso, quello di un ripetitore previsto accanto alla scuola di via della Giustizia (605 bambini), H3G ha deciso di rinunciare all'installazione. Un episodio analogo e' accaduto a Taranto. A Quartu, vicino a Cagliari, c'e' stata una sollevazione popolare contro i due tralicci camuffati da comignoli spuntati su una casa nel centro del paese, e il sindaco ha dovuto revocare la con cessione edilizia. Gli affitti, pagati dalle societa' ai privati in cambio di tetti e terreni, sono spesso allettanti. Sono tanti quelli che, da Milano a Taranto, hanno ceduto all'offerta di 10-15 mila euro all'anno per un po' di posto sul tetto. Ad Assisi il Comune ha concesso in affitto dieci aree per 350 mila euro all'anno. Il sito di H3G (www.h3g.it) ospita un modulo per "adottare un'antenna", come si adotta un simpatico cagnolino.
Anche sull'elettrosmog da UMTS, il mondo scientifico non Ë per nulla concorde. Morando Soffritti, della Fondazione europea di oncologia e scienze ambientali "Ramazzini" di Bologna, afferma: "fino a oggi non ci sono dati epidemiologici e di laboratorio che dimostrino la non nocivitÝ delle emissioni, anche a bassa potenza come quelle dell'Umts".

L'elettrosmog secondo Omnitel.
Sul sito di Vodafone-Omnitel si puo' leggere un breve, didascalico, documento che spiega che cos'e' un campo elettromagnetico, dove si trova, sminuendo la portata del fenomeno elettrosmog. "Che cos'e' un campo elettromagnetico?
Un campo elettromagnetico e' una regione dello spazio in cui c'e' tensione elettrica.
» il caso, ad esempio, della regione di spazio in cui vi siano apparecchi elettrici o antenne per radiodiffusione e telefonia mobile. Ogni campo elettromagnetico e' costituito da due grandezze: il campo elettrico e il campo magnetico che variano periodicamente nel tempo.
L'onda elettromagnetica e' una particolare modalita' con cui si manifesta un campo elettromagnetico le cui caratteristiche dipendono dal mezzo in cui si propaga e da alcuni parametri.
(...)Come si risponde all'esigenza di soddisfare un numero sempre maggiore di utilizzatori di cellulari? Aumentando il numero sul territorio delle stazioni radio base, il che significa ridurre sempre di piu' la dimensione delle celle.
A tal fine e per ridurre al minimo la sovrapposizione di segnali tra celle adiacenti, e quindi il rischio di interferenze, la potenza di trasmissione della stazione radio base, o piu' semplicemente il livello di segnale da lei emesso, viene ridotto al minimo.
Quindi l'intensificarsi delle stazioni radio base conduce a una riduzione del livello di emissione di ogni singola antenna. (...)I livelli di campo ai quali e' consentita l'esposizione della popolazione risultano essere 7 volte inferiori al valore al di sotto del quale gli enti di studio internazionali non hanno mai riscontrato effetti nocivi alla salute documentati in modo scientifico. Le soluzioni tecnologiche adottate da Omnitel rispettano pienamente i valori stabiliti dalla normativa; i livelli di esposizione della popolazione alle onde radio prodotti dalle stazioni radio base sono infatti molto piu' bassi di tali limiti, al punto da poter essere considerati trascurabili.
Ovviamente nelle immediate vicinanze dell' antenna stessa i valori di campo aumentano a seconda delle sue caratteristiche di emissione".
Capita l'antifona? E cos| anche sull'elettrosmog ci siamo sbagliati. Inutili allarmismi e false credenze popolari hanno scatenato campagne isteriche contro il progresso, l'industria e la tecnologia delle comunicazioni. Mamme in preda a crisi di isteria hanno urlato, senza ragione, contro antenne TV, radio, cellulari e gli elettrocondotti piazzati sui tetti degli asili nido, degli ospedali pediatrici, sui campi giochi. Abbiamo creduto piu' agli stregoni verdi che non agli "scienziati" pagati da Omnitel. D'altronde, quale miglior garante della salute pubblica e del controllo delle emissioni elettromagnetiche di chi le produce?
Di avviso molto diverso rispetto alle campagne rasserenanti di Omnitel erano i dirigenti di Legambiente, quando si guardavano bene dall'accostare il proprio simbolo a quello di una multinazionale dell'elettrosmog.
"La Nuova Ecologia" lanciava condivisibili allarmi contro "l'inquinamento elettromagnetico" (giugno 1991). Il giornale scriveva in uno speciale: "anche un comune elettrodomestico puÚ provocare cancro e leucemia? I risultati degli studi pi— recenti sui campi elettromagnetici portano un nuovo allarme ecologico fin dentro le mura di casa. Elettromagnetismo, una nuova, subdola, fonte di inquinamento. Gli studi epidemiologici condotti, constatano un aumento delle ipotesi di tumori cerebrali e leucemie dell'1,3 - 1,6 volte maggiori a danno della popolazione esposta rispetto ai non esposti ai campi elettromagnetici". Che fine hanno fatto questi dati una volta che Testa e' diventato Presidente del maggior responsabile italiano di campi elettromagnetici, l'ENEL?
Il "mensile dell'ambiente" parlava chiaro: "il bersaglio dei campi elettromagnetici e' probabilmente la membrana cellulare. A questa conclusione sono arrivati scienziati e ricercatori che stanno studiando da tempo il problema. Ma il meccanismo non e' ancora chiaro. L'Epa, l'ente governativo USA per la protezione ambientale, definisce i campi magnetici a 60Hz dovuti agli elettrodotti e ad altre fonti domestiche, come probabile causa di tumori per le persone".
Decisamente preoccupati continuano ad essere molti esperti e studiosi impegnati nell'analisi dei potenziali effetti nocivi delle onde elettro-magnetiche.
"Non siamo ancora in grado di dimostrare con prove indiscutibili le conseguenze negative dell'esposizione alle onde elettromagnetiche, ma in attesa di questo sarebbe opportuno che le associazioni di consumatori chiedessero di vietare la vendita di telefonini cellulari per bambini", dichiara a Repubblica il 23 maggio 1999, Federico Valerio, ricercatore dell'Istituto dei tumori di Genova. Valerio si riferiva ai telefonini colorati e con tasti particolari, prodotti espressamente per i bambini.
Dagli Stati Uniti, Long Beach - California, nello stesso periodo trapelano i primi dati di una ricerca durata 6 anni, secondo la quale vi e' una stretta relazione tra tumore ed uso del cellulare, con la triplicazione tra gli assidui utenti di telefonini dell'insorgenza di un raro tipo di tumore, il neurocitoma. Sotto accusa, in particolare, i cellulari con l'antenna incorporata nell'apparecchio.
Sui 24 casi di leucemia tra gli abitanti del comune abruzzese di Vasto messi in relazione alla presenza di antenne radiotelevisive, e' intervenuta addirittura la Procura della Repubblica, con un ordinanza di sequestro del ripetitore e l'accusa di "omicidio colposo". Il provvedimento Ë del maggio del 2000.
Dall'Istituto Superiore di Sanita', nel dicembre 2000, il ricercatore Piero Comba, sostiene che "oltre 200.000 italiani sono esposti a livelli di emissione superiori a 0,5 microtesla, il limite al di sopra del quale c'e' evidenza di effetti nocivi alla salute". Ancora dagli Stati Uniti, questa volta dal Consiglio nazionale delle ricerche, arriva una conferma nel 1996: "gli studi condotti mostrano una relazione debole ma statisticamente significativa tra l'incidenza della leucemia infantile e la configurazione dei conduttori elettrici". A Denver, nel Colorado, la ricercatrice Nancy Wertheimer, scopr| che nella zona, tra il 1950 ed il 1973, erano morti di tumore 344 bambini. L'unica causa ambientale che accomunasse i bambini era la vicinanza alle abitazioni di tralicci dell'alta tensione. Anche in quella occasione non fu' pero' possibile, accertare come unica causa delle patologie la presenza dei campi magnetici. A Bristol, Inghilterra, un gruppo di ricercatori del Bristol Royal Infirmary, ha dimostrato che l'uso protratto del telefonino influenza negativamente la capacita' di memoria e di apprendimento. Schierato contro l'abuso del telefonino, segnalandone i pericoli, anche Colin Blakemore, consigliere del National Radiological Protection Board, l'ente inglese preposto al controllo della telefonia mobile. Blakemore dichiara al "Corriere della sera" del 2 marzo 1999 di usare il cellulare per non piu' di 10 minuti al giorno e mai per piu' di due minuti consecutivi, riuscendo cos| ad evitare quel senso di "mancanza di consapevolezza" che accusava precedentemente. Secondo Blakemore "l'utilizzo per periodi protratti del cellulare potrebbe avere conseguenze durature e dannose sulla salute".
Anche secondo il professor Cesare Maltoni della "Fondazione Ramazzini" di Bologna "l'impatto sanitario e' enorme e fino a quando non ci saranno i risultati di ricerche sperimentali, e' indispensabile seguire una strategia che comporti misure precauzionali".
Le emissioni elettromagnetiche non sono tutte uguali, cos| come diverse sono le antenne ed i livelli di potenziale pericolo. Non tutte le antenne radio sono, infatti, capaci di abbattere i tornado dell'aviazione militare americana, come accadde ai due sventurati aerei i cui strumenti di bordo furono mandati in tilt, nel 1984, dalle antenne dell'emittente "Voice of America" ("Focus", aprile 2001).
Dal canto suo l'Organizzazione Mondiale della SanitÝ rinvia una posizione ufficiale al 2004, quando una serie di studi avviati nell'aprile del 2000 saranno conclusi. Nel frattempo, anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanita' arrivano suggerimenti cautelativi e consigli su come utilizzare telefonini ed elettrodomestici, senza correre rischi.
Nel nostro paese, al di la' delle incertezze del mondo scientifico, esistono duecentocinquantamila cabine dell'ENEL, fonte certa di elettrosmog, di cui oltre l'80-90% deve essere ancora schermato, per stessa ammissione dell'ENEL.

Wind sotto accusa.
La Wind e' sotto processo per un ripetitore di telefonia cellulare che ha tolto il sonno, la salute e la pazienza agli abitanti di Viale Ortles, Milano.
Gli abitanti dei condomini vicino alla potente antenna della Wind accusano da tempo malesseri di varia natura: insonnia, nausea, cefalee, inappetenza, impotenza. Tutti disturbi confermati dal perito nominato dalla Procura della Repubblica di Milano, il Prof. Luigi Matturri. "Sintomi reali e disturbi che sono proprio quelli che l'OMS ritiene probabili conseguenze dell'esposizione ai campi elettromagnetici", afferma lo studioso. Sotto accusa il responsabile di zona della Wind e quattro professionisti (questi ultimi prosciolti dopo l'approvazione del "Decreto Gasparri"). Le "emissioni moleste" dell'antenna Wind sono oggetto del Processo tutt'ora in corso. (da "Il Giorno, 15 febbraio 2003)

Omicidio colposo.
Ben piu' grave l'accusa ipotizzata dal Procuratore di Vasto (Chieti), Antonio La Rana, nei confronti del ripetitore di "Radio Delta Uno", il cui impianto Ë stato posto sotto sequestro nel 1999, dopo 24 casi di leucemia in due mesi.


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