La distruzione dei boschi: il legno e la cellulosa.

di Stefano Apuzzo
Mercoledì, 26 febbraio 2003

Come la diffusione di Internet e dell'informatica aumentano l'uso di carta.
(Elaborazione dati a cura dell'Associazione Gaia, animali & ambiente ONLUS
Associazione Verdi per Opera - Sud Milano.)

Gli alberi.
Piantare alberi fa bene all'aria che respiriamo. Ogni albero, infatti, assorbe almeno 10 chili di anidride carbonica ogni anno, fissando 3 chili di carbonio. Un ettaro di bosco puo' fissare da 2 a 5 tonnellate di carbonio all'anno. Dopo 20 -40 anni, terminato il ciclo di crescita delle piante cessa l'effetto benefico del fissaggio del carbonio. Un bosco di 2.000 alberi riesce ad assorbire oltre 6.000 chili di carbonio ogni anno.

Internet, informatica e consumo di carta.
Anni fa una speranza, rivelatasi in seguito un'utopia, si aggirava tra gli uffici e nei cuori degli ambientalisti: lo sviluppo di internet e la diffusione delle nuove tecnologie avrebbe, presto, reso superfluo, l'uso della carta. La speranza era che l'impiego della carta potesse essere, almeno, ridotto.
Si e' avverato invece il contrario. Come recitava Beppe Grillo in un suo spettacolo sul tempo e le tecnologie: "stampo tutto quello che trovo, qualsiasi cazzata la stampo!".
Sull'aumento del consumo di carta, negli Stati Uniti è stato pubblicato addirittura un libro (un libro di carta, non un e-book!) dal titolo "Il mito dell'ufficio senza carta", edizioni Mit Press.
Ragioniamo, quindi, supportati da qualche dato.
Dal 1991 al 2000, ovvero negli anni piu' significativi per la diffusione delle tecnologie informatiche in Europa e in Italia, il nostro paese ha aumentato il consumo di carta del 41%. Nel 1991, infatti, erano 7,8 i milioni di tonnellate di carta consumati nel Belpaese, nel 2000, i milioni di tonnellate diventano 11. Siamo nel mondo, il settimo paese consumatore di carta. Le destinazioni della cellulosa sono per il 48% agli imballaggi, per il 30% alla stampa ed ai libri, per il 12% i quotidiani e per il 6% impieghi sanitari e domestici.
Gia' oggi, nonostante la raccolta differenziata, che presenta comunque un ampio divario tra nord e sud, il 40% dei rifiuti solidi urbani e' costituito da carta. Si calcola che, nel 2010 il consumo di carta aumentera' del 31%. Ma veniamo al dato mondiale. Negli USA il consumo procapite di carta era di 335 chili nel 1997, contro i 18 chili a testa dei paesi in via di sviluppo. Nel mondo sono 289 i milioni di tonnellate di carta consumate nel 1997 e 294 l'anno successivo, con un aumento previsto in 10 anni del 34%, ovvero 349 milioni di tonnellate di carta.
Di tutto il legname prodotto, il 41% e' destinato alla produzione della carta e di questi solo il 10% è impiegato per produzioni di lunga durata come i libri, mentre il 90% della carta e' utilizzata una volta sola. E pensare che nel 1980, ad un anno dalla nascita del primo PC destinato al consumo di massa, l'utilizzo di carta nel mondo era di "appena" 70 milioni di tonnellate.
Probabilmente, un paio di motivi per cui la carta ed il suo sperpero, hanno resistito all'informatizzazione sono da ricercarsi nel costo troppo basso dei fogli e nel fatto che l'informatica non ha modificato le abitudini mentali e la concezione un po burocratica dell'archiviazione dei dati e dei documenti.
In pratica, i nostri uffici e le nostre case sono sovraffollate di strumenti di comunicazione ed informazione, ma la mentalita' non e' di molto cambiata: la carta e l'archivio manuale ci confortano e rassicurano molto di piu'.
E' la vecchia cultura del certificato e della firma autenticata che tarda a morire, a maggior ragione in gran parte della pubblica amministrazione ed alla faccia delle semplificazioni amministrative e delle autocertificazioni.

(Tratto dal Dossier "Far e-waste, l'altra faccia della tecnologia" - di Stefano Apuzzo):


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