C'era una volta una prateria di alghe.

di Stefano Apuzzo
Domenica, 20 ottobre 2002

La Guardia Costiera di Agropoli, in provincia di Salerno lancia l'operazione "Flora di poseidon"

Non ci crederete, ma produce pi ossigeno un "erbario" di alghe di una quercia secolare.
Sempre che le alghe siano vive, ben radicate ai fondali e della specie posidonia e cymodocea.
Parola del Professor Giovanni Russo dell'Universit di Napoli.
La scorsa estate la Guardia costiera di Agropoli ha avuto il suo da fare per rimuovere ormeggi e boe abusive. I massi di cemento e le catene ai quali erano ancorate barche e gommoni danneggiavano irrimediabilmente le "praterie di poseidonia", un'alga mediterranea tutelata e protetta da leggi nazionali ed europee.
Apparentemente insignificante, l'alga posidonia oceanica e la cugina cymodocea nodosa hanno molte funzioni ed utilit.
Si tratta, infatti, di specie molto importanti per l'equilibrio degli ecosistemi costieri perch svolgono un ruolo fondamentale nell'ecosistema del bacino mediterraneo. Gli erbari di alghe sono uno dei produttori primari di ossigeno e di sostanze organiche. Essi garantiscono, inoltre, la sopravvivenza di numerose specie di pesci, molluschi, echinodermi e crostacei, costituendo il riparo ideale per questi organismi marini che trovano tra le sue fronde condizioni ottimali per la riproduzione e l'alimentazione. Una parte dell'alimento e' costituita dalle foglie stesse della pianta e dagli "epifiti" che vivono adesi ad esse e ai rizomi.
La posidonia attenua i fenomeni erosivi del mare sulle coste grazie al movimento delle foglie che rallentano il moto ondoso creando una vera e propria barriera.
Per queste ragioni, gli "erbari" di posidonia oceanica sono stati considerati habitat prioritari dall'Unione europea con la direttiva n43/92 CE, relativa alla "conservazione degli habitat naturali e semi-naturali e della flora e della fauna selvatiche", (recepita in Italia con una legge del 1997, il d.p.r. n357 dell'08/09/1997).
Le due alghe sono tutelate anche dalla Convenzione di Berna e dalla Convenzione di Barcellona, entrambe recepite dal nostro Paese.
L'intervento della Guardia Costiera, al comando del tenente Francesco Cacace, ha liberato una zona di mare di 20.000 metri quadrati (pari a circa 95 campi da tennis).
Sono stati sequestrati e rimossi dal fondo del mare circa 65 blocchi di cemento, per un peso complessivo di oltre 2.100 chili, abusivamente depositati per gli ormeggi abusivi delle imbarcazioni. Due persone sono state denunciate alla autorit giudiziaria per danneggiamento ambientale e violazione delle leggi di tutela delle specie protette.
"Prima di procedere abbiamo informato e coinvolto l'Ente Parco del Cilento e Vallo di Diano, il Comune di Castellabate e tutte le Autorit competenti nella tutela ambientale", precisa il Comandante Cacace.
Il danno alle praterie ed agli erbari di posidonia causato dai blocchi di cemento e dai cavi metallici. La presenza dei blocchi di cemento arreca danni alle piante di "posidonia oceanica" e di "cymodocea nodosa", sia attraverso lo schiacciamento delle stesse, ma anche e soprattutto attraverso il loro sradicamento, principalmente durante le mareggiate. Infatti, lo spostamento durante le mareggiate dei blocchi di cemento posati sul fondo, scalzando le piante, scava delle profonde buche nelle praterie, il tutto facilitato dall'azione "trainante" svolta dalle imbarcazioni eventualmente ormeggiate ai corpi stessi o ai cavi metallici collegati.
I cavi metallici, creano una vera e propria azione di aratura del fondo, con conseguente sradicamento delle piante di "posidonia oceanica" e di "cymodocea nodosa".
In Italia una delle prime e rare volte in cui la Guardia costiera si trova impegnata con tante energie e convinzione in difesa dell'ambiente marino e costiero. Anche per questo giusto tributare ai militari impegnati nelle operazioni il giusto riconoscimento.
* Il mare, l'ossigeno prodotto dalle posidonie, i pesci ed i bagnanti che, grazie alle "praterie" nuotano in acque pulite ed ossigenate, ringraziano il Comando della Capitaneria di Porto di Agropoli che ha pianificato e coordinato l'intera operazione e che la ripeter la prossima estate,
* i militari del Nucleo Operativo Difesa del Mare, guidati dai Marescialli Antonio Fusco e Vincenzo Lombardo,
* i sommozzatori del Nucleo Subacqueo della Guardia Costiera,
* le motovedette con gli uomini di equipaggio,
* la Procura della Repubblica di Vallo della Lucania, nella persona del Procuratore Alfredo Greco.


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