La clonazione e' umana?
di Stefano Carnazzi

L'idea per vincere tutte le guerre (senza spargimenti di sangue)? L'ha avuta vent'anni fa un cartoonist americano, Mort Walker, papa' del pigrissimo soldato Beetle Bailey. Clonare migliaia di soldati inetti, paracadutarli ovunque e riempire le fila degli eserciti nemici di fannulloni!

Non sappiamo come i vertici militari americani hanno accolto, lo scorso agosto, l'ennesimo annuncio-choc del ginecologo Severino Antinori che a Washington si proclamo' pronto a procedere col primo progetto transnazionale di clonazione umana.

Sappiamo che l'opinione pubblica europea, il consesso scientifico e il mondo politico ed ecclesiastico hanno intonato un coro di no. La portavoce dell'UE, madame Andrea Dahmen: "Va contro l'etica dei cittadini europei". Mons. Elio Sgreccia, "Un'aberrazione". Addirittura lo stesso Ian Wilmut, genetista scozzese "padre" della pecora Dolly: "Studi pericolosi e irresponsabili".

Ma la discussione prosegue. In ottobre si svolge a Montecarlo il primo congresso mondiale sulla clonazione. Come siamo arrivati a questo punto? E cosa dobbiamo aspettarci per il futuro?

Uno zoo di cloni. Pare che gia' Philippus Aurelius Teophrastus Bombastus von Hohenheim (1493-1541), in arte Paracelso, fosse riuscito a concepire la vita artificialmente: una creatura nata in provetta e da lui battezzata homunculus.

Ma dobbiamo attendere, per registrare un risultato "scientifico" (ovvero, verificabile e riproducibile), il 1952 affinche' da Philadelphia Robert Briggs (1911-1983) dia l'annuncio della clonazione di un girino, con la tecnica della nuclear transplantation. Che pero' non pareva utilizzabile sui mammiferi.

Trent'anni dopo, la detonazione. Il 21 febbraio 1997 l'istituto di biologia Roslin di Edimburgo battezza col nome di Dolly la prima pecora clonata di cui abbiamo notizia, ottenuta trasferendo in un ovocita il nucleo di una cellula somatica di una pecora adulta.

Ma ci vollero 277 esperimenti, fra embrioni non vitali, aborti, deformita'. E Dolly, a meno di tre anni dalla nascita, e' morta. Di vecchiaia. Senilita' precoce.

I responsabili della clonazione di Dolly (Universita' di Edimburgo, Roslin Institute e la scozzese PPL Therapeutics) continuano per la loro strada, e fanno nascere il 24 febbraio 1998 un vitello che viene chiamato Mr.Jefferson, e un'altra pecora, stavolta geneticamente alterata, Polly.

A fine '97, anche James Robl dell'University of Massachusetts e Steve Stice dell'americana Advanced Cell Technology avevano annunciato la nascita di due vitelli Holstein clonati.

Il 7 aprile in Francia nasce Marguerite, la prima vitellina clonata da una cellula embrionale differenziata prelevata da un feto di 60 giorni.

"Nature" del luglio 1998 riporta la notizia di un altro "lieto evento" multiplo che giunge dall'University of Hawaii: da Cumulina (topolina nata il 3 ottobre 1997) si erano avute due generazioni di topi clonati (in tutto, piu' di 50 - da una sola cellula iniziale!) con un'inedita tecnica di micro-iniezione (sara' infatti chiamata "tecnica di Honolulu", con l'uso di nuclei di cellule del tessuto che circonda le uova nelle ovaie). Ne da' l'annuncio il fiero "papa'", il ricercatore Ryuzo Yanagimachi.

Una pausa di... gestazione da' modo alla comunita' scientifica di prepararsi alla bomba che frantuma un altro limite invalicabile. Il 13 gennaio 2000, nei laboratori dell'Oregon Regional Primate Research Center, vede la luce l'unica sopravvissuta delle quattro gemelline Tetra: una scimmietta (macacus rhesus), frutto della divisione d'un embrione di otto cellule innestato poi in differenti madri.

E' realta' la clonazione di un primate. L'ultimo gradino, prima dell'uomo.


APPROFONDIMENTI

Cos'e' la clonazione

Cloni sullo schermo

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Il Ministro Sirchia ha detto si'

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Su New Scientist un lungo elenco di news aggiornatissime e articoli, con approfondimenti (in inglese).

Ecco uno speciale (sintetico) nel Canale News Tiscali.

MediaMente, la trasmissione Rai Educational, dedica uno speciale al tema.

Sito di The Guardian: un utile box interattivo sulla clonazione umana e uno Special Report sull'etica della genetica, a cui s'affiancano i pareri degli esperti interpellati da The Guardian sulla possibilita' di clonare l'uomo.

Prove tecniche di clonazione (umana). Nel clima euforico del '98, la notizia dell'Universita' di Medicina di Hunan, nel sud della Cina, che con una nuova metodica riprodurrebbe embrioni umani iniettando nuclei di globuli bianchi all'interno di ovuli senza nucleo, quasi si perde.

Lo scalpore che poteva suscitare e' messo un po' in sordina dallo scetticismo: creare un embrione umano dal Dna di cellule che hanno vita breve (i granulociti muoiono in poche ore) sembra improbabile.

Eppure lo si stava sperimentando. Bisognava percepire questo come il primo trillo di un campanello d'allarme. Che suona - e forte - quando i legali di Greenpeace denunciano: e' stato concesso un brevetto che potrebbe consentire la creazione di un essere umano geneticamente modificato.

Gli scienziati di Edimburgo avevano affermato: "Clonazione umana? Impossibile". Un anno dopo correvano a depositare presso l'Ufficio Europeo di Brevetti di Monaco la richiesta (subito accolta dai solerti funzionari tedeschi: patent EP 0 695 351 B1) di brevettare questo procedimento per "isolare, selezionare e far propagare cellule staminali di animali transgenici" che contempla la manipolazione di materiale genetico di provenienza umana. Proprieta': Universita' di Edimburgo. Inventori: Austin Gerard Smith (per il Centre Genome Research universitario) e Peter Mountford (per il centro Stem Cell Sciences Inc. di Melbourne, Australia).

Il vespaio sollevato costrinse l'EPO a tornare sui suoi passi e a revocare il brevetto. Ma gli studi continuano. Siamo a fine anno.

L'equipe del dottor Lee Bo-Yeon dell'Universita' di Kyunghee (Corea del Sud) annuncia il 16 dicembre del 1998 di aver condotto con successo l'esperimento di clonazione delle prime quattro cellule di organismo umano.

Se i medici stessi non lo avessero volontariamente "arrestato", il processo sarebbe continuato fino a... cosa? Titoli cubitali sui giornali di tutto il mondo, reazioni veementi, e il governo sudcoreano che s'affretta a tagliare i fondi, dichiarando tuttavia: "La revoca dei finanziamenti pubblici non fermera' gli scienziati piu' spegiudicati, che continueranno a operare in strutture private" (Kim Ho-Sung, del Ministero della scienza e tecnologia).

Particolare sfuggito alla gran parte dei commentatori: i laboratori sperimentali sono attigui al Kyunghee Medical Center, uno dei piu' grandi ospedali dell'hinterland di Seul, provvisto anche di clinica ginecologica. Una buona dispensa di materia prima.

"Niente da nascondere", invece, per la Advanced Cell Technologies, industria biotech americana del Massachusetts. Il presidente, Michael West, nel luglio di quest'anno ha candidamente ammesso che la sua compagnia ha attuato nei due anni scorsi dozzine di esperimenti in cui il materiale genetico di un ovulo bovino e' stato rimosso e rimpiazzato con DNA di una cellula adulta umana, dando origine a un clone umano allo stadio embrionale.

Ultimamente, si sono impiegati anche ovuli umani. Lo scopo dichiarato, la "clonazione terapeutica" e la produzione di embrioni umani clonati per la ricerca sulle cellule staminali.

La stessa cosa e' avvenuta al Jones Institute, in Virginia.

Infine, il Direttore di "Quark" n. 7 (agosto 2001), Nicoletta Salvatori, lumeggiava un collegamento tra la tecnica di riproduzione no-sperm messa a punto dai ricercatori australiani della Monash University di Melbourne (la cellula germinale di un topo attivata non con uno spermatozoo, ma con una cellula somatica "dimezzata" prelevata da qualunque parte del corpo) e "un futuro di madri senza bisogno di maschi, di figli senza padri, di fecondazioni senza spermatozoi". E, quindi, di "partenogenesi. Di possibile replicazione "ermafrodita" all'infinito dello stesso individuo vivente.

Queste notizie non solo mandano in fibrillazione la comunita' scientifica e l'opinione pubblica, ma infervorano anche le menti piu' suggestionabili. Oltre alle declamazioni di scienziati un po' troppo squilibrati (come il dottor Richard Seed, uno dei primi e piu' grandi fautori della clonazione umana, secondo cui "Dio creo' l'uomo a sua immagine e somiglianza perche' intendeva farne un tutt'uno con se'. La clonazione e' il primo serio passo per ottenere questa fusione con l'Eterno". E John Harris, docente dell'Istituto di medicina, legge e bioetica dell'Universita' di Manchester: "Lo scopo della medicina e' proprio la violazione dello stato naturale, altrimenti l'uomo dovrebbe ammalarsi o morire prematuramente"), in America la setta ufologica dei Raeliani ha accolto con gioia l'inaugurazione dei nuovi esperimenti: venti adepte sono pronte ad ospitare nel proprio grembo i cloni del loro maestro spirituale, Rael, in perpetuo transfer mentale con gli alieni. Scriveva il Washington Post il 10/10/2000: "Gruppo pronto per l'Human cloning - Il leader di un oscuro gruppo religioso ha dichiarato, di fronte a un uditorio in un hotel di Montreal, che il loro gruppo, convinto che la clonazione sia la chiave per la vita eterna, ha trovato sovvenzioni prvate sufficienti a finanziare i tentativi di clonare per la prima volta una persona. Costui era attorniato dal suo consulente scientifico e da cinque donne vestite con la medesima vestaglia bianca, parte dl gruppo di 50 madri surrogate pronte a farsi impiantare un clone".

Forse per calmare le acque, l'attenzione si volge, come al solito e tanto per cambiare, alle sempiterne sperimentazioni sugli animali. Nell'aprile 2001 sono nati i primi cinque maialini clonati geneticamente modificati (chiamati "knock-out", perche' il gene alpha 1-3 gal transferase, che dovrebbe causare il rigetto da parte dell'organismo umano, e' "ko", cioe' inattivato).

Sempre a Edimburgo, sempre nell'ambito delle ricerche della PPL Therapeutics. I cloni dei maiali, opportunamente ingegnerizzati e fatti vivere in ambienti sterili, potrebbero essere donatori di organi compatibili con l'uomo. Cio' porterebbe pero' al totale stravolgimento del concetto di "individuo", alla negazione del valore inerente ad ogni essere vivente, a nuove discussioni sull'"umanita'" di tali trattamenti.

Ma la ricerca non si ferma, e nuovi maialini nascono un po' ovunque. Il 10 maggio 2001 la compagnia biotech BresaGen (insieme al St.Vincent Hospital di Melbourne) dirama il comunicato (dopo cinque settimane) della nascita del primo maiale clonato in Australia. La tecnica e' diversa da quella di Dolly: le cellule erano da due anni congelate in azoto liquido.

Il processo di creazione di embrioni va perfezionandosi: il 27 luglio 2001 Antinori ha annunciato di aver clonato 10 topolini con un metodo innovativo. Con l'elettrofusione un ovulo femminile e il nucleo di una cellula maschile sono stati uniti per ottenere, dopo 4 giorni, un embrione di sei cellule uguali a quelle del topo maschio. Si e' passati alla fase della riproduzione solo con il terzo embrione, impiantandolo nell'utero di una femmina ricevente. Per avere i 10 topolini clonati sono stati eseguiti oltre 100 tentativi, con "solo" il 15% di aborti. I topolini, al momento della nascita, non presentavano malformazioni, forse perche' allungando i tempi della programmazione tale rischio diminuisce.

Lo stesso Antinori, tuttavia, durante il convegno della Science Academy a Washington, il 7 agosto, apostrofo' come "veterinario" il suo collega Rudolf Jaenisch del MIT poiche' si dilungava sui rischi inerenti alle sperimentazioni sugli animali.

E i paletti cominciano a cadere. In Italia l'ordinanza ministeriale che vieta la clonazione, seppur reiterata dal Ministro della sanita' Sirchia all'inizio del suo mandato, probabilmente cadra' entro l'anno. Il 23 marzo 2000 l'allora ministro Rosy Bindi presento' al Consiglio dei Ministri un disegno di legge sul principio: "Divieto assoluto di qualsiasi intervento o sperimentazione per la clonazione umana, in qualsiasi stadio dello sviluppo, dallo zigote fino all'individuo adulto o dopo la morte. Clonazione animale invece regolamentata e circoscritta ad alcune situazioni: tutela della salute umana e animale" (ANSA delle ore 16.03). Il disegno di legge non s'e' concretizzato, e in Italia il divieto di clonazione umana sussiste solo grazie a un provvedimento amministrativo che va rinnovato ogni sei mesi.

Inoltre, nulla proibisce agli scienziati italiani o europei (e alle industrie coinvolte) di condurre ricerche nei cosiddetti "paradisi normativi", ove non ci sono regole da rispettare, come in Ucraina, in Corea, in Argentina.

A chi gli riferiva che nei laboratori ove si pratica clonazione animale c'era molta preoccupazione per il prolungamento del divieto, il Ministro ha risposto: "Ed hanno ragione. Entro l'anno riconsidereremo le nostre posizioni".

Nuova domanda: chi verifichera' che nei laboratori ove si compie la clonazione di animali non vi sia traccia di cellule o tessuti umani? Chi puo' rispondere a questa preoccupazione?

Forse la clonazione umana non si puo' vietare. Quest'estate il governo americano e il Congresso hanno dovuto affrontare questioni che avranno riverbero sui prossimi venti-trent'anni della nostra vita - finanziamento pubblico delle ricerche sulle cellule staminali, sugli embrioni umani e messa al bando della clonazione.

Durante le discussioni sono emerse le piu' disparate posizioni. Rappresentanti e senatori hanno arringato i colleghi: "Permettiamo l'aborto? Permettiamo la fertilizzazione in vitro che crea dieci embrioni, nove dei quali vengono distrutti? Come possiamo allora dire a milioni di ammalati 'Vai e muori, rimani paralizzato, perche' crediamo che un blastocita (un grumo di cellule) sia piu' importante di te'?" (Jerrod Nadler).

Il senatore David Wu, convinto dell'opportunita' di proseguire gli studi purche' non vengano creati embrioni ad hoc: "La discussione non riguarda i limiti della tecnologia umana, bensi' i limiti dell'umana saggezza".

Ma anche i limiti della legge.

E' proponibile un bando parziale? Una volta che gli embrioni provenienti dai procedimenti per la fecondazione artificiale verranno stoccati in laboratorio, chi potra' mai controllare l'uso che se ne fa? E anche qualora si scoprisse che un embrione clonato e' stato impiantato nell'utero di una madre surrogata, "nessun ente governativo potra' mai obbligare la donna ad abortire il clone", ha fatto notare Leon Kass, docente di bioetica medica all'University of Chicago.

Forse la posizione piu' onesta e' quella dei deputati che hanno ammesso la lacunosita' dell'intera discussione. "Io temo di non sapere cio' che mi serve sapere prima di esprimere un voto gravido di simili conseguenze" ha detto il senatore democratico Bill Delahunt.

Il timore e' che senza un bando totale la clonazione umana sarebbe inevitabile. D'altro canto un bando cosi' ad ampio spettro rischia di bloccare ogni importante ricerca. "Credo che l'argomento meriti piu' di qualche audizione preliminare e un paio d'ore di dibattito - ha concluso il senatore -; soprattutto richiede qualcosa che non si trova facilmente in gente della nostra professione: umilta' e pazienza".

Stefano Carnazzi

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Sito di The Guardian: un utile box interattivo sulla clonazione umana e uno Special Report sull'etica della genetica, a cui s'affiancano i pareri degli esperti interpellati da The Guardian sulla possibilita' di clonare l'uomo.

Fai clic per vedere piu' in grande la pagina del 1983 del cartoonist Mort Walker...

Gli scienziati stanno esercitandosi in clonazioni di ogni genere, mentre i politici, gli studiosi e l'opinione pubblica discutono. Vi proponiamo una guida alle sperimentazioni in atto, con highlights sull'aspetto scientifico e su quello etico di ognuna di esse: