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locandina daini-1_page-0001L'11 febbraio 2020 si è tenuto il convegno organizzato dall’associazione Gaia Animali e Ambiente dal titolo “Salviamo dall’abbattimento i daini del Parco Nazionale del Circeo – Alternative a un’inutile mattanza” a cui hanno partecipato il presidente del Parco Nazionale del Circeo generale Antonio Ricciardi, il presidente della stessa associazione Gaia Animali e Ambiente  dott. Edgar Meyer, il giornalista Piero Vigorelli, il biologo prof. Franco Tassi e il presidente dell’Associazione Arcamica Onlus dott.ssa Susanna Mazzeschi. A partire dall’origine del “problema daini”, raccontata da Piero Vigorelli, il generale Ricciardi ha poi argomentato a fondo sulla questione, sui vincoli e sulle attuali possibilità; il dott. Tassi ha dettagliato lo stato dell’arte in merito al contenimento della fauna selvatica, raccontando casi di cui è stato partecipe; infine Edgar Meyer e Susanna Mazzeschi, tramite gli studi effettuati in merito e grazie anche alla consulenza medico-scientifica dell’esperto in fauna selvatica dott. Gianmaria Pisani, hanno presentato alcune concrete proposte alternative all’abbattimento dei daini.

E’ innegabile che la presenza di daini, in un’area come quella del Parco Nazionale del Circeo già riserva della biosfera e riconosciuta anche dall’Unesco, comporti un problema non indifferente in quanto in grado di devastare la flora sia calpestandola che alimentandosene con estrema voracità a discapito tra l’altro degli altri animali che abitano lo stesso territorio.

Da sempre si è considerato l’abbattimento come unica strategia in grado di contenere la crescita numerica dei daini, strategia che in verità si è dimostrata nel tempo fallimentare in quanto vari studi hanno mostrato come l’abbattimento selettivo, anche in altre specie, portasse conseguentemente ad una crescita ancor più elevata del numero degli esemplari, quasi come se la natura volesse rimettersi in pari con l’intervento umano.

Peraltro oggi, in una società che sottolinea continuamente la necessità di tutelare sia gli animali che l’ambiente dagli interventi antropocentrici dell’uomo, diventa ancor più importante trovare ed utilizzare soluzioni alternative che permettano, da una parte di dare risposte anche a questi aspetti, e dall’altra siano efficaci e durature nel tempo.

 

m49 orso pacifico _dsc_0557_1ILLEGITTIMI IL PARERE ISPRA E L' ORDINANZA DI CATTURA PER UN ORSO PACIFICO. NECESSARI IMMEDIATI INTERVENTI DEI MINISTRI COMPETENTI.

Le associazioni ANIMAL AMNESTY, AVI, FAREAMBIENTE, Gaia ANIMALI E AMBIENTE, LAC, LADL, LEAL, LIMAV, SALVIAMO GLI ORSI DELLA LUNA contestano il parere di Ispra sulla presunta pericolosità dell’orso M49.

Se non fosse tragicamente in pericolo la vita di un orso, la questione lascerebbe spazio all’ilarità per i racconti di fantasia sulla pericolosità di M49, privi di alcun fondamento e soprattutto certamente non indicativi di pericolosità intrinseca dell'animale. Mentre l’orso si è limitato a mantenere comportamenti propri della specie e quindi a fare l'orso predando animali incustoditi e non protetti dai comuni sistemi di deterrenza, e curiosando in baite abbandonate, questo viene invece descritto come un pericoloso serial killer di animali allevati dall'uomo. Gli allevatori, invece, dovrebbero saper applicare, a vent’anni dall’inizio di LIFE URSUS, i metodi dissuasivi e di deterrenza suggeriti da tutti i tecnici per come prevede la logica, ma anche il Pacobace.

Ricordiamo che l’attuale Giunta della Provincia di Trento appena insediata ha cancellato il PROGETTO EUROPEO DI COESISTENZA CON I GRANDI CARNIVORI (“SUPPORT TO ADDITIONAL REGIONAL/LOCAL PLATFORMS ON COEXISTENCE BETWEEN PEOPLE AND LARGE CARNIVORES”). La piattaforma sulla coesistenza tra grandi carnivori e popolazione umana era finanziata dalla Commissione Europea e la Provincia di Trento era stata preferita ad altre regioni europee che pure ne avevano fatta richiesta. Tale progetto rappresentava uno dei pochi, reali, strumenti per superare i conflitti fra le parti, portando a possibili soluzioni e consentendo una migliore tutela della fauna e della biodiversità.

L’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), sollecitato anche dal Ministro Costa a esprimere un parere tecnico sul caso, si unisce al coro e definisce l’orso M49 "pericoloso". Ci chiediamo come abbia svolto le istruttorie, le verifiche sul campo sull'uso di strumenti di deterrenza, dove siano le prove sui reiterati interventi dissuasivi. “Non abbiamo dimenticato”, sottolineano Edgar Meyer, presidente di Gaia Animali & Ambiente, e Francesco Mongioì, responsabile di Lac Trento, “che il presidente della Provincia Fugatti, già noto - come riportato dalla stampa - per la sua passione per le cene a base di orso, abbia promesso in campagna elettorale che avrebbe perseguitato orsi e lupi, scordando che le due specie particolarmente protette da leggi nazionali e internazionali appartengono al patrimonio indisponibile dello Stato e che in alcun modo possono essere oggetto di programmi di uccisione-rimozione dal territorio, almeno legittimamente”.

caccia1L'appello di un bimbo di 8 anni.
Ce lo ha inviato Sabrina, la sua mamma, che ci scrive che Lorenzo ama documentarsi e poi rendere edotti i genitori... è scritto senza interventi e alterazioni da parte dei genitori... apprezziamo la voglia di cambiare il mondo di Lorenzo! Non lasciamo inascoltato l'appello di Lorenzo Karol. Rappresenta una speranza. Per fortuna ci sono bimbi come lui...

Carissimi bracconieri o vandali della Natura
Vi faccio i miei complimenti per aver creato un evoluzione: far nascere, crescere e morire gli elefanti africani senza zanne. A furia di abbattere gli elefanti africani per il loro avorio avete fatto che l’avorio di elefante non esistesse più, così quell’ avorio così pregiato non lo andrete a pescare o a scavare per trovarlo, ma nella memoria delle persone che ricordano questi animali con le loro uniche difese: le zanne. Gli elefanti usano le zanne per combattere nella stagione degli accoppiamenti con gli altri maschi e combattere contro i predatori. Dopo aver fatto estinguere gli elefanti non vi resta che far estinguere circa 25.800 specie animali che attualmente sono sull’ orlo dell’estinzione. Su questa terra non c’ è solo il bracconaggio che mette a rischio la Natura ma c’ è anche l’inquinamento e la distruzione degli ambienti naturali. Alle future generazioni delle 25.800 specie in estinzione resteranno solo l’immagine sui libri per bambini, i peluche e gli altri giocattoli. Ed ecco una microscopica parte degli animali a rischio: lupi, tigri, gorilla, leoni, orsi polari, squali, leopardi delle nevi e orsi bruni. Continuando così si metterà a rischio Madre Natura e l’uomo. Per me l’uomo è il predatore più feroce che sia mai esistito e si dovrebbe chiamare bestia e non Homo Sapiens che significa uomo saggio, cacciare gli elefanti e tutte le altre specie animali non è saggezza. L’ uomo ha fatto finta di non sentire le urla di aiuto di Madre Natura e invece di proteggerla l’ha fatta rischiare sempre più. Non solo l’elefante viene abbattuto per le zanne ma altri animali per altre cose come le tigri che vengono uccise per: la pelliccia, il trofeo di caccia e le ossa per l’impiego nella medicina cinese. Gli squali per: vendere la collana di denti, i denti singolarmente e perfino una mandibola intera e le pinne per una zuppa che si mangia in tutta l’Asia.

Aiutaci ad aiutare gli animali. Dona il tuo 5 x 1000 a Gaia Animali & Ambiente Onlus – Codice fiscale Gaia: 97160720153

gaialexUna vittoria di Gaia Lex, il centro di azione giuridica di Gaia Animali & Ambiente Onlus! I diritti animali si tutelano anche con gli avvocati, nei tribunali...

Raccontiamo la tragica storia di un gattino di razza comune europea tigrato rosso, deceduto in pochi mesi dopo aver sviluppato un sarcoma iniezione indotto.

In data 28 luglio 2014, la proprietaria portava il gattino dal suo veterinario di fiducia, per eseguire, come di consueto la vaccinazione contro la felv. Il veterinario non faceva firmare alla proprietaria il consenso informato e, neppure verbalmente, la metteva al corrente dei rischi correlati alla vaccinazione contro la felv ed altri vaccini, come ad esempio la potenziale insorgenza di un sarcoma vaccino indotto.

Dopo circa un paio di giorni dalla somministrazione di detto vaccino, si sviluppava una neoformazione nella zona interscapolare ove era stato iniettato il vaccino. La proprietaria esprimeva al veterinario il timore che si trattasse di una neoplasia, ma questi esclamava, con tono sicuro ed arrogante, che si trattava di un granuloma da iniezione, data la rapida insorgenza della risposta avversa e che lo avrebbe dapprima svuotato e poi asportato. Senza fornire ancora una volta alcun consenso all’atto invasivo, infilava una siringa nella neoformazione in rapida crescita, aspirando almeno 5 cc di liquido emorragico, senza tenerne un campione onde sottoporlo ad analisi istologica ed iniettava, sotto cute, cortisone depot.

Poco convinta, la proprietaria portava il gattino a Milano presso l’ambulatorio dell’Università dei piccoli animali ove, già’ visivamente ed in base ai sintomi, prospettavano una diagnosi infausta. Il gattino era immediatamente sottoposto a tac total body, per escludere metastasi ed era operato con chirurgia radicale.