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Indice articolo
Turismo eco-consapevole.
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Tibet, ancora CinaTibet, ancora Cina
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Cina.
La costante violazione dei diritti umani, civili e politici in Cina e' ampiamente dibattuta e nota.
Da quando questo immenso paese ha aperto le proprie frontiere ai mercati occidentali ed all'invasione del libero mercato, i paesi occidentali sono diventati molto piu' benevoli e tolleranti.
Tollerano, o meglio ignorano, l'occupazione militare in Tibet, la pena di morte, la sistematica incarcerazione e fucilazione dei dissidenti politici e religiosi al regime dittatoriale cinese. Questa e' la "real politik" che ci fa rabbrividire: la logica per cui un sanguinario dittatore diventa "onesto imprenditore" quando ci fai affari.
Ma soffermiamoci su un aspetto meno noto delle macro violazioni: quello delle pellicce di cane e di gatto. irca 2 milioni di cani e gatti randagi ogni anno vengono accalappiati in Cina e Filippine primi, scuoiati vivi e la loro pelliccia utilizzata per rivestire giocattoli, per rifiniture e dettagli dell'industria della pelletteria e dell'abbigliamento italiana ed europea.

L'Italia e' tra i principali importatori di pelli e pellicce di cane e di gatto dai paesi asiatici (e di cuccioli di foca da Canada, Alaska e Groenlandia). La denuncia, corredata dai dati Istat, e' contenuta in filmati e foto divulgate da "Gaia" e da "Amo gli Animali" a marzo del 2000.
E gli squali? Ne vengono uccisi 100 milioni all'anno, soprattutto per la carne delle pinne con cui i cinesi fanno una zuppa di cui molti sono ghiotti. Il resto del corpo e' talmente di scarso valore commerciale che parecchi pescherecci seguono una pratica denominata finning: catturano i pescecani, li mutilano delle pinne e li rigettano in mare, dove li attende una morte lenta e assurda. Nel 1988, solo negli Stati Uniti sono state importate quasi 6000 tonnellate di pinne di squalo.