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loghinoLecture presso il Centro Civico di San Bovio – Comune di Peschiera Borromeo     mercoledì 20 maggio 2015 ore 21:00
con dr. Anuradha Choudry e dr. Vinaya Chandra B.K.
organizzato da Yoga Shankara con la collaborazione di Gaia Animali&Ambiente e Consulta della Cultura di Peschiera Borromeo
APPUNTI DI RICCARDO BASSI

Introduzione
“I sogni sono le risposte di oggi agli interrogativi di domani.”
Edgar Cayce

Cosa si intende per nutrire la mente?
I latini sostenevano “Mens sana in corpore sano”, ovvero mente sana in corpo sano.
Per mantenere un corpo sano bisogna nutrirlo con una dieta equilibrata e con cibi adeguati alle sue esigenze affinché lo stesso corpo possa vivere in maniera corretta e salutare nutrendo a sua volta la mente.

Mahatma è un termine che deriva dalla lingua Sanscrita che è formata da due parole "Maha" che significa "grande" e "Atma" che significa "anima", quindi viene tradotto comunemente come “Grande Anima”.mahatmagandhi
Una grande anima era quella di Gandhi che era di fatto soprannominato Mahatma.
Gandhi, oltre a possedere una grande anima, aveva anche una mente illuminata che nutriva il suo corpo di sole, pace e saggezza.
Gandhi per poter nutrire al meglio, corpo, anima e mente, era vegetariano.

“Il nostro organismo, come quello delle scimmie, è programmato proprio per il consumo di frutta, verdura e legumi. Una dieta priva di carne non ci indebolirebbe certamente: pensiamo alla potenza fisica del gorilla. E pensiamo al neonato, che nei primi mesi quadruplica il suo peso nutrendosi solo di latte. Non solo una dieta di frutta e verdura ci farebbe bene, ma servirebbe proprio a tenere lontane le malattie”.

Così spiega l’oncologo Umberto Veronesi in merito al fatto che il suo corpo, la sua anima e la sua mente, sono nutrite come quelle di Mahatma grazie all’alimentazione vegetariana.

Perché scegliere di essere vegetariani?
Che legame intercorre tra l’essere vegetariani e il nutrire la mente?

L’introduzione del dott. Edgar Meyer, presidente di Gaia Animali & Ambiente, si conclude spiegando che nutrire la mente è una conseguenza della nutrizione del corpo.
E il nostro corpo, come quelli degli esempi citati di Gandhi e del dott. Veronesi, andrebbe nutrito attraverso un’alimentazione vegetariana per diversi motivi tra cui:

  • Cibi più sani;
  • Stile di vita migliore;
  • Dieta più equilibrata;
  • Rispetto e difesa dei diritti degli animali;
  • Un migliore impatto sull’ambiente;
  • Una migliore protezione contro le malattie derivate da un’alimentazione non vegetariana o vegana.  

Che cos’è la felicità

“La felicità è qualcosa che si moltiplica quando viene condivisa.”
Paulo Coelho

patricia 037Dopo l‘interessante prefazione del dott. Edgar Meyer che ci ha spiegato logicamente come la catena corpo – anima – mente siano allineate e collegate, ha preso la parola la promotrice della serata Patricia Meyer, insegnante di yoga.

Patricia con la sua calma e la sua magnifica luce, ha ringraziato tutti i presenti e in particolare le sostenitrici dell’iniziativa: Nadia Confalonieri - responsabile della Consulta della Cultura del Comune di Peschiera Borromeo, la Dott. Maria Teresa Badalucco e  Donatella Lanati – ass. L’Isolachenonc’è.

Patricia ha poi introdotto i relatori della serata Dr. Anuraha Choudry e Dr. Vinayachandra B. K. - docenti del Jain University Bangalore in India e attivi presso altri istituti universitari in Europa, Inghilterra e USA, nonché fondatori di Rithambhava Yogashala, centro studi dello Yoga e della cultura dell’India ( www.yogastudies.it ).

Vinayachandra salutando tutte le persone presenti con un bel sorriso luminoso domanda: “Che cos’è la felicità?”

Prima di rispondere rilassa il pubblico chiedendo di chiudere gli occhi pensando a un bel momento della nostra vita recente o un ricordo del passato, che ci ha resi felici.

In quegli attimi di meditazione si è notato che la respirazione era più lenta e armoniosa. All’apertura degli occhi le persone erano più serene, rilassate, con lo sguardo più brillante e con un bel sorriso sul volto.

L’input trasmesso alla mente è partito dal cuore per allontanare i pensieri negativi per far posto sia a quelli positivi che ad una energia più bella e pura.

Le esperienze raccontate sono state di diversa natura. Da un semplice sorriso di un bambino, a un piccolo regalo per un malato. Da una passeggiata in mezzo alla natura, fino a gioie materiali e non.

A seguire della discussione sono sorte in maniera ovvia e naturale alcune domande tra cui:

  • Cosa ci rende veramente felici?
  • Quanto tempo dura la sensazione di essere felice?
  • Perché una volta tornati alla “normalità”, finisce l’effetto euforico?
  • Cosa ci impedisce di essere sempre felici?
  • Dove si trova la sorgente della felicità?

A volte la felicità è limitata a un breve arco di tempo come ad esempio l’acquisto di un oggetto nuovo, di un nuovo cellulare, che crea nell’acquirente una forte forma di felicità. Al di là del concetto del materialismo, anche in questo caso vi è una sorta di felicità.

L’unico problema è che una volta conosciuto e utilizzato il nuovo oggetto l’euforia iniziale va lentamente scemando, fino a limitarne anche il suo utilizzo per necessità e non più per divertimento.

In altri casi, considerati non materiali, la felicità si nasconde dietro a un sorriso o a un abbraccio, quindi ad una situazione più intima e interiore.

La prima e interessante riflessione che ci ha proposto il relatore, Dr. Vinayachandra, è stata la nascita di un bambino. Per una mamma è risaputo che la nascita del proprio bambino è una forte emozione che crea una gioia incontenibile, forse la più grande delle felicità.

La situazione di cui quasi nessuna mamma parla è l’operazione che genera il parto. L’ intensità del dolore causato dal parto è stata misurata dagli scienziati e risulta paragonabile alla rottura in contemporanea di 207 ossa del corpo. Quindi crea nella donna un’altissima sofferenza.

La riflessione ci porta a comprendere che durante il parto la massima gioia euforica incontra il massimo dolore che una donna possa raggiungere, eppure vince lei: La Felicità!

Una seconda considerazione è data dalla contrapposizione tra una nazione ricca e una nazione povera. Nel primo caso, le persone tendenzialmente si trovano in uno status sociale molto elevato, e sono felici nel comprare oggetti, come ad esempio un cellulare di ultimissima generazione, piuttosto che un’auto super accessoriata etc.

Contrariamente in paesi poveri, si nota molto spesso che i bambini giocano felici anche se non hanno sofisticati giocattoli, cellulari, TV satellitari etc…

In questo caso basta un sorriso o un semplice gesto per essere felici e contenti.

Se si accosta la felicità al materialismo, si può dunque tranquillamente sostenere anche il contrario, ovvero che esiste la felicità là dove non c’è, perché il sorriso di quel bambino, in un angolo buio del mondo in realtà genera a catena altre sincere e affettuose felicità.

Da questa prima analisi si comprende che ci sono dei fattori che possono influenzare la nostra mente creando della felicità attraverso un sorriso oppure nell’acquisto di un oggetto.

Queste situazioni a modo loro, possono renderci momentaneamente felici. Nella vita esistono dei fattori esterni che posso condizionare il nostro umore e il nostro pensiero. Dai paesi più poveri a quelli più ricchi, da est a ovest, da nord a sud, dalla preistoria ai giorni nostri, l’uomo è sempre stato alla ricerca della felicità.

Il benessere, il malessere, il luogo di nascita o il contesto dove vive una persona; cosa in realtà ci spinge o ci trattiene verso la felicità?

In questa fase analitica della mente la Dr. Anuradha Choudry ci porterà in un viaggio al ritrovamento della reale natura della felicità. Spiega che la mente è uno strumento misterioso e fantastico da usare e nutrire in modo semplice e naturale soprattutto alimentandolo costantemente di pensieri positivi e solari.

L’essere umano in genere vive ora dopo ora, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, vita dopo vita di pensieri positivi e negativi che si vanno a intrecciare e a incontrare nella mente, senza mai fermarsi, come tanti affluenti in un unico fantastico eco nella nostra anima.

I pensieri arrivano da molte circostanze che ruotano intorno alla nostra vita, ma siamo noi ad avere la scelta finale. Tutte le situazioni posso apparentemente prendere soppravvento sulla nostra libertà, ma non possono determinare l’ultima scelta; quella rimane a noi.

Si può sostenere che l’ultima scelta è la nostra vera libertà che nessuno ci potrà mai togliere. La libertà di cui si parla è una: la felicità.

 

La sorgente della felicità

“l’uomo può essere nel suo intimo più forte del destino che gli viene imposto dall’esterno!”  Viktor Frankl

La sorgente delle felicità può essere trovata attraverso diversi fattori:

  • Decidere di essere felici;
  • Abilmente stimolare la nostra felicità;
  • Rafforzare i pensieri positivi;
  • Allontanare i pensieri negativi;

I docenti Dr. Anuradha Choudry e Dr. Vinayachandra B. K. spiegano che le azioni negative non sono mai necessarie, non si presentano mai nel momento opportuno e neanche nel posto giusto, ma colpiscono all’improvviso, senza preavviso e addirittura quasi senza pietà. Quindi indipendentemente dagli eventi che accadono intorno alla nostra vita, per poter rimanere stabili e felici, il processo è molto lungo e va affrontato in maniera pacata e serena.

I passaggi logici sono:

  • Preparare la mente e non solo il corpo;
  • Nutrire la mente attraverso:
  1. Pensieri positivi;
  2. Energia positiva.
  • Allontanare:
  1. Pensieri negativi;
  2. Energie negative.
  • Osservare la mente in maniera distaccata come se ci si staccasse dal corpo e lo si osservasse con una lente di ingrandimento per analizzare e approfondire:
  1. I pensieri;
  2. Le azioni.

Ascoltare il proprio corpo è importante per valutare l’ambiente circostante. Infatti a volte capita che dal mondo esterno arrivano degli stimoli che difficilmente riusciamo a controllare per via delle emozioni che essi creano.

Per poter agire viene spiegato il concetto di sukha, la teoria dello “spazio eccellente”, ovvero che nella nostra mente, attraverso il lavoro quotidiano, possiamo arrivare a creare uno spazio per far posto ai pensieri positivi, in modo da dissolvere quelli negativi, affermando la propria felicità.

La felicità è dentro ad ogni persona. Bisogna fortificarla internamente al corpo senza però negare che esiste un ambiente esterno che, anche se negativo, indubbiamente influisce su di noi.

Lavorando come è stato spiegato, creando una mente forte e libera da pensieri negativi e piena di influssi positivi, la felicità diventerà solida, fortificata e radicata nella nostra interiorità.

Il lavoro interiore che viene proposto è:

  • Osservare il proprio corpo;
  • Lasciare andare, svuotare la mente;
  • Purificare la mente da tutte le negatività.

Una volta che la mente è tranquilla, vuota e rilassata si suggerisce di riempirla solo di positività e felicità. Questo processo ha un impatto positivo e imminente sia nel nostro ambiente che sulla nostra salute al fine di allineare corpo e mente.

 

La comunicazione positiva

“Possiamo avere tutti i mezzi di comunicazione del mondo, ma niente, assolutamente niente, sostituisce lo sguardo dell’essere umano.” Paulo Coelho

Fin dai tempi antichi la comunicazione è sempre stata fondamentale nella storia dell’uomo. Comunicare non vuol dire solo emettere parole o frasi, ma anche suoni. Questi suoni sono delle vibrazioni che la mente percepisce e decodifica in senso positivo e negativo a seconda della tipologia e della natura.

Ad esempio se un figlio sbaglia e la mamma urla, ne risulta un certo effetto vibratorio. La vibrazione è invece molto diversa se lo stesso genitore spiega l’errore con toni moderati e pacati.

Fino a questo punto si era parlato di una comunicazione interiore e al massimo paraverbale, ora invece si affronta l’ultimo argomento: “la comunicazione positiva”.

"Forse finora avete creduto che le parole che usate tutti i giorni siano solo strumenti per poter comunicare con gli altri. Questo è certamente vero, ma esse hanno anche un'altra importante funzione: contengono infatti l'elemento della vibrazione, che svolge un ruolo vitale nel grande disegno della natura."

Con questa esemplare aforisma lo scienziato giapponese Masaru Emoto ha spiegato l’importanza della vibrazione delle voce nella comunicazione dove le persone possono parlare e pensare con il cuore in maniera profonda interferendo positivamente da mente a mente, da corpo a corpo, da anima a anima, da vita a vita.

La vibrazione si muove tra tutti gli esseri viventi creando quel magnifico arcobaleno che unisce i sogno con la felicità.

La Felicità

“La felicità è interiore, non esteriore; infatti non dipende da ciò che abbiamo, ma da ciò che siamo.” Henry van Dyke

Edgar Cayce durante i suoi studi sulla chiaroveggenza, attraverso l’ipnosi, arrivò teoria che la mente di una persona è collegata alle vite passate. Stando a questa sua famosa tesi, la nostra mente immagazzina giornalmente tutti i contenuti che vive unendoli a quelli già in essere, creando un database infinito di pensieri.

A questo punto sta a noi eliminare tutto ciò che influenza la nostra mente in maniera negativa per far posto alla positività per raggiungere una felicità interiore, ma soprattutto stabile. A completare l’esperienza la dr. A. Choudry ha invitato i presenti a seguirla in un bellissimo mantra, intonando con la sua calda e melodiosa voce un canto di buon auspicio della tradizione indiana.

Attraverso la pratica yoga e la meditazione si può comprendere che la felicità è un’esperienza interiore e molto profonda, indipendente da ciò che si ha o dall’ambiente esterno in cui si vive. Lavorando su sè stessi in maniera costante, con energia e amore si potrà iniziare a percorrere il cammino della felicità.

In queste poche ore Patricia Meyer, Edgar Meyer, Anuradha Choudry e Vinayachandra B. K. Insieme all’interprete Maria Pia Benaglia ci hanno guidati su un fantastico sentiero quasi surreale, fatto di pace e tranquillità, ci hanno permesso di intuire la bellezza e la reale possibilità di una felicità eterna, il cui seme già è nel cuore di ogni essere umano.

Grazie per averci fatto comprendere che si può essere felici anche nel nostro quotidiano, ma soprattutto che la felicità non è solo un momento passeggero, ma si può sviluppare e radicare in noi per poter dire un giorno: “sono felice e trasmetto solo positività perché sono forte e unito a madre natura!”

 
“La felicità è un tuo affiorare interiore, è un risveglio delle tue energie, è un risveglio della tua anima.” Osho