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agras_delicCome è noto, l'associazione Gaia Animali & Ambiente Onlus è una delle più attente al tema del petood, al quale ha dedicato varie inchieste (a partire dal libro "Fido non si fida. Come difendersi da scatoletta pazza", Stampa Alternativa, a cura di Stefano Apuzzo e Edgar Meyer, fino all'articolo di ottobre 2011 sul  mensile Focus Wild dell'editore Mondadori / Gruener & Jahr dal titolo "Scatolette: cosa gli metti nella ciotola?").

In merito alle recenti notizie che vedono la Procura di Torino indagare su alcune partite di cibo per gatti prodotte all'estero e vendute sugli scaffali italiani, ci arriva da parte dell'azienda di petfood naturale e bio Agras Delic il seguente comunicato che riportiamo, come già quello di Almo Nature, altra azienda di petfood naturale e biologico. 
  
COMUNICATO UFFICIALE AGRAS DELIC

Con riferimento alla notizia che sta circolando in questi giorni sulla presenza di arsenico nel cibo per gatti a base di pesce proveniente dalla Thailandia e premettendo che l'indagine della procura di Torino non riguarda la nostra azienda, riteniamo doveroso fornire ai consumatori alcuni elementi necessari per chiarirsi le idee rispetto al “panico” creatosi intorno a notizie riportate in modo fuorviante e derivanti da un equivoco di fondo presente nella legislazione vigente.

-          Metodi di analisi più moderni rispetto a quelli su cui poteva contare il legislatore al momento di emanare direttive e regolamenti in merito alle quantità di arsenico consentite, permettono ai laboratori certificati cui noi oggi ci rivolgiamo di affermare che i nostri mangimi a base di pesce non contengono alcuna traccia rilevabile di arsenico inorganico e riteniamo che lo stesso possa dirsi anche con riferimento a tutti i prodotti a base di pesce provenienti dalla Thailandia  commercializzati da altre aziende.

-          Ciò significa che NON SONO IN ALCUN MODO PERICOLOSI PER LA SALUTE, poiché la forma inorganica dell’arsenico è l’unica ad avere effetti tossici.

-          Le uniche molecole di arsenico rinvenibili nel nostro pet food sono riferibili alla forma organica, quindi presente per natura in tutto il pesce (compreso quello che mangiamo noi esseri umani) e non derivante da inquinamento chimico: per questo criminalizzare la zona di provenienza (Thailandia) è del tutto inappropriato.

Per coloro ai quali interessasse approfondire i dettagli scientifici di quanto affermato sopra, ecco qui riportati, nel modo più semplice possibile, alcuni punti fondamentali che chiariscono perché non esiste in realtà alcun "rischio arsenico" nel petfood a base di pesce e perché il fatto che si tratti di pesce di origine thailandese o europea non fa alcuna differenza.

  1. L'arsenico è uno dei 20 elementi più abbondanti presenti sul nostro pianeta.  Acque, terreni, rocce, minerali e numerosissimi organismi viventi contengono composti di arsenico. [Cfr. ad es. Cullen, W.R. et al. Chem. Rev. 1989, 713–764.]
  2. Gli organismi marini contengono "arsenico organico” e pertanto tutto il pesce, anche quello di cui ci nutriamo noi esseri umani, contiene principalmente questa forma di arsenico. L’arsenico entra nella catena alimentare attraverso le alghe, viene metabolizzato da pesci e crostacei e trasformato in composti organoarsenici innocui. [Cfr. ad es. Francesconi, K.A. et al. 2004 Analyst 129, 373–395.]
  3. In particolare, l’arsenobetaina è stata identificata come il principale composto dell’arsenico presente negli alimenti di origine marina (soprattutto pesci e crostacei) e successivi studi tossicologici sperimentali  hanno stabilito che tale composto è innocuo. [Cfr. ad es. T. Kaise et al. Chemosphere, 1985, 14, 1327.]
  4. Come dimostrano numerosissimi studi scientifici, molecole organoarseniche come l’arsenobetaina non vengono metabolizzate dai mammiferi, né vengono accumulate, bensì vengono escrete tali e quali in toto e sono, pertanto, atossiche ed assolutamente innocue. [Cfr. ad es. Sabbioni et al. Carcinogenesis 12, 1287–1291.; oppure: Brown, R.M. et al., 1990. Hum. Exp. Toxicol. 9, 41–46., Sakurai, T. et al., 2004, Int. Immunopharmacol. 4, 179–184., etc.]
  5. Di conseguenza, criminalizzare l'arsenico (senza specificare la specie molecolare in cui è contenuto) è assurdo, esattamente come lo sarebbe criminalizzare l'ossigeno perché presente nella stricnina (un potente veleno per topi).
  6. Essendo scientificamente provato che l'arsenico organico contenuto nel pesce non è tossico né in alcun modo pericoloso per la salute, non esistono nella legislazione dei limiti massimi di arsenico nel pesce destinato al consumo umano.
  7. E’ pertanto fondamentale la cosiddetta “speciazione” dell’arsenico, mirata a differenziare le specie molecolari presenti e discriminare le specie di arsenico innocue ( = cioè organiche e naturali ) come l’arsenobetaina, da quelle inorganiche tossiche. [Cfr. ad es. Hsueh, Y.M., et al., 2002. Toxicol. Lett. 133, 83–91.]
  8. Tale esigenza è stata recentemente espressa dal gruppo di esperti scientifici dell’EFSA (European Food Safety Authority) che ha evidenziato che “finora quasi tutti i dati sulla presenza di arsenico negli alimenti, raccolti nel quadro dei controlli ufficiali sui generi alimentari, riportano solo l’arsenico totale, senza distinzioni tra le varie specie di arsenico” e che “una valutazione del rischio che non tenesse conto delle diverse specie, ma considerasse l’arsenico presente come se fosse esclusivamente arsenico inorganico, condurrebbe a sovrastimare notevolmente il rischio per la salute derivante dall’esposizione alimentare ad arsenico” [EFSA - European Food Safety Authority - Journal 2009; 7(10):1351].
  9. Tuttavia, il legislatore, non distinguendo tra animali da compagnia e animali da reddito, nello stabilire gli attuali limiti di arsenico, previsti per gli alimenti di entrambe le categorie, non ha tenuto conto dell’importanza, nella dieta degli animali da compagnia, degli alimenti completi /complementari a base di pesce, i quali contengono per loro natura arsenico organico e quindi del tutto innocuo per la salute.
  10.  Nonostante le norme specifichino che la sostanza indesiderabile è l’arsenico “inorganico” [Regolamento UE 574/2011 commissione 16/6/11], non ne prevedono la sua speciazione  in quanto “La distinzione tra forme organiche e inorganiche di arsenico può tuttavia essere operata soltanto mediante un complesso metodo di analisi, che non è facilmente applicabile nel quadro dei controlli ufficiali.” [Direttiva 2003/100/CE del 31 ottobre 2003]
  11. L’equivoco appare evidente considerando anche i numerosi prodotti di origine ittica o comunque marina destinati all’alimentazione umana con livelli di composti organoarsenicali superiori a quelli previsti dalla normativa per i mangimi. Se vi fossero anche dei minimi rischi, tutto il pesce sarebbe messo al bando come prodotto tossico ! [Cfr. ad es. Edmonds, J.S., et al. 1993 Mar. Pollut. Bull. 26, 665–674.]

Fortunatamente, le nuove tecniche analitiche consentono oggi di distinguere le tipologie di arsenico presenti nell’alimento. I nostri prodotti a base di pesce, secondo i controlli effettuati con stretta periodicità, contengono arsenico esclusivamente sotto forma di sostanze innocue come l’arsenobetaina e lo stesso riteniamo possa dirsi con riferimento a prodotti simili importati dalla Thailandia e commercializzati da altre aziende.

Pertanto la criminalizzazione del pesce in quanto alimento per gli animali da compagnia, che sia proveniente dalla Thailandia oppure no, è da definirsi scorretta e i gatti, così come i loro padroni, possono continuare a godere del suo gusto in tutta tranquillità.

AGRAS DELIC S.p.A.